Trump, chi era costui?
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Don Abbondio cercava di rammentare chi fosse Carneade, infatti si chiese “Chi era costui?”. Io non posso dire di non saper chi sia Donald Trump, ma devo ammettere che mi sono assai oscure le ragioni per le quali il Potus (President of the United States) sia così presente e criticato sui mezzi d’informazione in Italia, il fatto è che noto che gli elementi più radical chic tra le mie amicizie sono in preda ad un’agitazione anti Trump che non capisco, si vede che per loro le politiche di the Donald sono un problema assai grave e, evidentemente, non ci dormono la notte. Non vorrei che assumessero degli psicofarmaci per sopravvivere a questo stress intellettuale così immanente e non vorrei che mi rovinassero gli aperitivi che talvolta condivido con loro
By Cybergeppetto
Tra i miei amici statunitensi, persone che ho incontrato generalmente per lavoro, ci sono sia quelli che hanno votato per Hillary Clinton, sia quelli che hanno votato per Donald Trump, ma tra di loro non c’è nessuno preoccupato per la situazione politica italiana, nessuno che conosca Mattarella o che mi chieda se sarà sottoposto ad impeachment, insomma, se sarà defenestrato. Perché io mi devo preoccupare di quello che succede Oltreoceano quando l’unica notizia che si dà sull’Italia da parte della Cnn sono i risultati delle partite di calcio?
Quando ci fu lo scandalo Lewinsky i miei amici americani mi raccontavano un sacco di barzellette sul presidente, adesso sento poca ironia sul Donald, pur così tanto criticato.
In Italia abbiamo molti processi per corruzione sui politici italiani, perché dovremmo essere così interessati alle indagini sul presidente Usa quando abbiamo un sacco di inchieste per corruzione?
Ancora più incomprensibile è l’importanza che si dà ai comportamenti della consorte di Trump, Melania. Confesso di aver visto con una certa sorpresa, durante un telegiornale, una sequenza video in cui si commentava il fatto che la First Lady non avesse dato la mano al marito, segno di una evidente crisi matrimoniale. Se la situazione matrimoniale di Trump non interessa agli americani che io conosco, perché dovrebbe interessare a noi?
Ancora oggi le celebrazioni per la fine della prima guerra mondiale sono state trasformate in una critica per Trump in relazione ad alcune divergenze d’opinione con il presidente francese, Emmanuel Macron.
In buona sostanza, se gli statunitensi hanno scelto di votare Trump piuttosto che Hillary, l’icona del radicalismo chic, noi che c’entriamo, perché diamo spazio a notizie che non sono di nostro interesse?
Dichiaro unilateralmente e definitivamente che a me non m’importa un fico secco del presidente Trump, piuttosto vorrei essere meglio informato sull’erogazione dei servizi dello Stato ai cittadini, magari preferirei conoscere lo stato del dissesto idrogeologico che affligge il nostro Paese o riterrei più utile conoscere una valutazione dei servizi in concessione da parte dello Stato, magari incominciando da quella che riguarda la Società autostrade, prima di una lunga serie.
Posso capire che le riviste rosa possono occuparsi della signora Melania, ma mi pare molto strano che nei principali mezzi d’informazione si privilegino notizie rosa piuttosto che gli esiti dei processi per corruzione i quali, come spesso avviene, hanno grande spazio durante la fase d’indagine, ma vengono dimenticati nella fase dibattimentale e quando si arriva a sentenza.
In questi tempi in cui se critichi l’Unione europea sei euro scettico io rivendico il mio diritto ad essere definito Trumpagnostico, anzi vorrei dichiarare in maniera inequivocabile che, in primis, non me ne frega niente delle storie di corna di cui sarebbe stato protagonista e, in secundis, non me ne frega niente di tutto il resto di cui è accusato.
Naturalmente il discorso potrebbe essere esteso ad altre figure internazionali che sono il bersaglio dei nostri media, come Putin, o che lo diventeranno, come Bolsonaro.
Ritengo che, in questi tempi in cui il cosiddetto sovranismo è considerato un peccato grave, i mezzi d’informazione potrebbero meglio focalizzarsi su questioni realmente afferenti alle nostre necessità ed ai nostri bisogni. Spero infatti che una buona dose di sovranismo informativo possa riavvicinare ai media i lettori ormai infastiditi da una deriva culturale ossessiva e pervasiva.