Tripoli beau sol d’amour
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By Cybergeppetto
La France d’abord, la Francia prima di tutto, non dovete farvi ingannare dal nostro amico Macron, sembra un pirla di sinistra che ha sposato sua nonna, ma quando si tratta di petrolio ha le idee chiare.
Apprendiamo dai media del regime progressista, mondialista e clerico radical chic che la Libia è incontrollabile, una vera novità. Citando il grande Flaiano, si potrebbe dire che “La situazione è grave, ma non è seria”.
Il testimone della guerra di Libia è passato di mano da Sarkozy a Hollande fino al giovane e scapestrato Emmanuel, ma da destra a sinistra i francesi hanno stabilito che il petrolio libico è interessante e se lo devono pappare loro, insieme ai loro amici britannici ed americani.
Napolitano, grande sponsor di quel conflitto, non parla; gli opinion leader ed opinionisti del piffero che ci stracciarono le balle sull’importanza di democratizzare la Libia sono spariti.
Tutti i fessacchioni, o rinnegati, che in Italia strillavano che Gheddafi era cattivo adesso possono fare la loro porca figura, quella dei cretini.
Mentre i talk show continuano a parlare di immigrati e del ponte Morandi, altri successi del radicalismo chic filo unione europea, siamo riusciti a perdere totalmente il controllo del paese che custodisce le nostre fonti energetiche, che peraltro abbiamo anche bombardato.
Mentre l’Europa si appresta a discutere di quale sarà il nostro prossimo orario (solare o legale?), nessuno si ricorda che Sarkozy, Obama e Cameron, in barba all’Onu ed all’Unione europea hanno provocato una guerra nel nome della democrazia, giusto per mettere la loro bandiera sui barili di petrolio.
Nessuno si chiede come mai le agenzie delle Nazioni Unite si sbraccino tanto per i migranti, non lo sanno che sono finanziate da Soros? La Libia serviva anche a questo, a scatenare le migrazioni.
I francesi si divertono in due modi:
- guardando Asterix che sconfigge i romani, visto che non hanno letto il “De bello gallico”;
- ascoltando i soloni radical chic italiani che parlano dell’immigrazione, quella che inizia in Africa e finisce a Ventimiglia.
Magari l’onorevole Fiano, noto per il suo impegno antifascista, potrà denunciare Macron per apologia del fascismo quando entrerà a Tripoli con il cavallo bianco direttamente discendente da quello con il quale Mussolini avrebbe dovuto entrare ad Alessandria , d’altronde il fascio littorio è ancora oggi l’emblema dello Stato francese, il Pd, o come si chiamerà in futuro, può sempre chiedere la messa al bando del fascio dalle istituzioni europee.
Su YouTube è ben difficile che “Tripoli bel suol d’amore” totalizzi qualche riproduzione, ma in Francia? Chissà…