Sta venendo giù la dittatura del politicamente corretto?
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Dopo l’ultima conferenza stampa di Conte per (non) spiegarci le ragioni pregnanti delle misure dell’ennesimo e scombiccherato Dpcm, la sua pagina Faceboock è stata subissata di male parole. Ma non è tutto, perché, a parte il contenzioso legale e istituzionale Salvini – Conte – Di Maio – Toninelli – Trenta ancora aperto sul caso della nave Diciotti, si colgono interessanti accenni di miglioramento dello strabismo della Magistratura italiana laddove la Procura di Roma ha indagato il premier per impiego improprio della scorta. Ma come sempre accade, il vento non sta cambiando soltanto per Conte ma anche per i suoi collaboratori, come il commissario per l’emergenza, Arcuri, per adesso soltanto sfiorato da un’inchiesta sull’approvvigionamento miliardario di mascherine chirurgiche dalla Cina
– Enzo Ciaraffa –
Se dovessi affermare che una data donna è “bona”, verrei accusato inevitabilmente di essere un sessista. Se sostenessi, invece, che l’epidemia da Covid-19 in Italia è stata gestita a dir poco uno schifo, verrebbero subito le guardie rosse del politicamente corretto ad accusarmi di negazionismo, quelle stesse che fino a marzo scorso davano del fascista a chiunque osasse parlare di pericolosità del virus proveniente dalla Cina. Se poi commettessi un reato, o presunto tale, e fossi di Sinistra, avrei buone possibilità che la magistratura si girasse dall’altra parte, mentre se fossi di Destra e facessi un viaggio, che so a Mosca, quasi sicuramente andrei lì per riscuotere, non si sa bene perché, una camionata di rubli sottobanco dagli amici del bieco Putin. Mentre se affermassi che il vedere due uomini baciarsi in pubblico mi procura dei conati di vomito, verrei implacabilmente tacciato di omofobia. Se poi dovessi azzardarmi a ricordare che il continente americano è stato scoperto da un italiano e che un altro italiano gli ha dato il nome, il risultato non cambierebbe: sarei un fottuto suprematista bianco!
Ho voluto esordire con questi esempi per introdurre subito il cupo clima savonaroliano che la sinistra politica – complici attivi e passivi i principali media – ha creato in Italia e nel mondo, come dire la dittatura del politicamente corretto, dove nessuno di noi può permettersi aneliti d’indipendenza intellettuale o di avere un pensiero diverso da quello del mainstream. E sia chiaro, questa della quale sto parlando, non è una dittatura di tipo letterario ma una dittatura vera, anche se per affermarsi essa non ha avuto bisogno, per il momento, di ricorrere ai carri armati od alle raffiche intimidatorie delle mitragliatrici ma soltanto a una raffica di DPCM, in virtù dei quali, se il trio Conte – Casalino – Speranza stanotte dovesse dormir male, domani potrebbe decretare, tranquillamente, valeriana obbligatoria per tutti! E ciò magari con la benedizione di un signore che si vuole garante delle libertà costituzionali, secondo il quale “Noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà”. E la serietà si coglie nel come sta caparbiamente sostenendo il governo più inefficiente e antiliberale della storia d’Italia. Purtuttavia, siamo persuasi che – per forza di cose più che per sua volontà – Mattarella qualche decisione dovrà pur prenderla prima del semestre bianco.
Ma, come tutte le dittature, anche quella del regime covid – contiano comincia a mostrare le prime crepe, benché l’avvocato di Volturara Appula continui a sentirsi uomo della provvidenza, meritevole come minimo di un governo Conte ter o addirittura di prendere il posto di Mattarella al Quirinale. Povero grullo direbbe il suo alleato Renzi, ha dimenticato qualche particolare pedagogico della nostra storia. Facciamo un salto nel recente passato: a maggio del 1943 gli italiani fecero l’ennesima adunata oceanica sotto Palazzo Venezia e sulle piazze delle varie città per poter battere le mani a Benito Mussolini in uno dei suoi vaniloqui sull’immancabile vittoria in una guerra che invece volgeva al peggio. Ebbene, da lì a sessanta giorni il dittatore sarebbe stato defenestrato e, meno di due anni dopo, appeso a Piazzale Loreto da quelli che prima gli battevano le mani.
Ciò non perché auguriamo a Giuseppi di fare la medesima fine di Mussolini, ma semplicemente per ricordargli che in Italia nulla è più aleatorio della fortuna politica. E, d’altronde, i numeri (a parte quelli dell’economia che sono un disastro di portata biblica) dovrebbero un po’ impensierirlo. Infatti, stando a un sondaggio Ipsos dello scorso novembre, l’indice di gradimento del governo è sceso di due punti e quello del premier addirittura di dieci nel giro di appena sessanta giorni. E non si sono ancora fatte sentire le conseguenze dei disastri provocati dal governo nel campo della produzione, dell’occupazione e dell’economia!
La riprova che qualche volta i sondaggisti ci azzeccano pure è fornita da un’altra rilevata inversione di tendenza: dopo l’ultima conferenza stampa di Conte per (non) spiegarci le ragioni pregnanti delle misure dell’ennesimo e scombiccherato DPCM, la sua pagina Faceboock è stata subissata di male parole, tanto da far titolare ad un quotidiano “Giuseppe Conte, diluvio di insulti sui social”. Ma non è tutto, perché, a parte il contenzioso legale ed istituzionale Salvini – Conte – Di Maio – Toninelli – Trenta ancora aperto sul caso della nave Diciotti, si colgono accenni di miglioramento dello strabismo della magistratura italiana laddove – udite, udite! – la Procura di Roma ha indagato il premier per impiego improprio della scorta. Ma come sempre accade, il vento non sta cambiando soltanto per Conte ma anche per i suoi collaboratori, come il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, per adesso soltanto sfiorato da un’inchiesta sull’approvvigionamento miliardario di mascherine chirurgiche dalla Cina. Peraltro, siccome gli imbroglioni di solito sono furbi ma non intelligenti, troppo tardi Conte ha capito che il giochetto di inserire nell’elenco delle vittime quotidiane del Covid i morti per qualsiasi tipo di patologia, col fine di tenere gli italiani in totale sudditanza psicologica, alla lunga lo avrebbe sputtanato. Ciò perché i cittadini saranno pure terrorizzati in questo momento, però una domanda sono ancora capaci di porsela: ma se questo governo, secondo Conte-Speranza è da prendere a modello nel mondo per la gestione della pandemia, com’è che abbiamo ancora qualche migliaio di morti ogni giorno e un numero complessivo di vittime che è tra i più alti sulla terra?
Forse che gli italiani ne hanno le tasche piene delle trombonate, delle omissioni e delle bugie del premier e dei suoi collaboratori? È presto per poterlo dire con certezza ma c’è stato un fatto che, dato il clima e la tendenza, inizia a preoccuparci anche più di questo governo di sbandati: si sono rifatte vive le Nuove Brigate Rosse con, per adesso, plichi intimidatori al PD e ad amministratori locali di vario colore politico. Il fatto ci preoccupa molto perché, di solito, il terrorismo si fa vivo quando la classe politica è inefficace, corrotta e prevaricante, insomma, quando c’è un vuoto di potere o di consenso. E purtroppo questi presupposti stanno prendendo entrambi corpo in questi mesi durante i quali alcuni giornalisti e conduttori di talk show, ancora pochi in verità, hanno cominciato a ritrovare una certa indipendenza intellettuale e di giudizio nel fare le pulci a Conte ed a questo governo surreale, insomma hanno iniziato “coraggiosamente” a dire che il re è nudo. E se in una democrazia occorre del coraggio per poter narrare semplicemente la verità, vuole dire che quella democrazia è perduta.
È l’inizio della fine per la dittatura del politicamente corretto? Crediamo di sì, ma ne temiamo i pericolosi colpi di coda, come una maldestra gestione dei ventilati fondi europei, come il varo di una sbrindellata legge elettorale, come lo smantellamento totale dei decreti sicurezza e, per finire, come il forsennato ricorso al debito pubblico per finanziare follie tipo i banchi con le rotelle e il bonus monopattini.
Sicché noi italiani abbiamo ottime probabilità di finire travolti dalle macerie di questa dittatura. E non senza colpe.
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