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Se questa volta il nuovo che avanza a Sinistra è Letizia Moratti …

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Letizia Moratti
L’ex sindaco di Milano, oltre a essere stata ministro e figura piuttosto importante del Centrodestra nazionale per oltre vent’anni, è portatrice d’interessi personali e familiari che non potrebbero essere definiti di sinistra neppure sotto tortura. Non a caso è diventata la candidata perfetta di una Sinistra più al caviale, rappresentata dal terzo polo di Calenda e di Renzi, i quali stanno tentando di coinvolgere nel loro progetto per le elezioni regionali in Lombardia anche il Pd che al momento fa lo schifiltoso

– Enzo Ciaraffa –

Noi italiani siamo bravissimi a tagliarci le palle da soli, basti pensare a Benito Mussolini che, a capo di un Paese la cui produzione industriale nel 1940 era appena il 2,7% di quella globale, andò a dichiarare guerra a coloro che invece ne realizzavano, complessivamente, il 60%. E così il vanesio provincialismo, associato a una piramidale incompetenza militare, illusero il capo fascista che quella guerra poteva pure vincerla.

Dopo l’ultima batosta rimediata nelle urne lo scorso 25 settembre, il Pd assicura di voler combattere la malattia che lo sta consumando, portandolo di sconfitta in sconfitta da oltre vent’anni, con batoste spesso scaturite dalla sua stupefacente capacità d’intrupparsi in invereconde alleanze, tipo quella con i Cinque Stelle durante il Conte II e che adesso lo stanno cannibalizzando. Ma la situazione è peggiorata perché i diversi “medici” chiamati al capezzale del Pd si sono sempre rifiutati di leggere la diagnosi prima d’iniziare il ciclo di cure. 

Perché, è una diagnosi di difficile comprensione?

Per niente, è facilissima da leggere, anzi è compendiabile in un breve concetto: il partito di Enrico Letta ha smesso di essere di sinistra!

E chi in questi anni (sia nelle istituzioni dello Stato che in Magistratura, oppure nei media o negli organismi sovrannazionali come l’Unione Europea) l’ha mantenuto artificialmente in vita come un personaggio di Edgar Allan Poe, in effetti gli ha procurato un grande danno, impedendogli di fare i conti con se stesso e con un mondo che corre più veloce dei suoi processi mentali. Ammesso che il Pd e la Sinistra italiana nel suo insieme siano ancora capaci di pensare a progetti politici di medio respiro o, come li esortava Nanni Moretti ai tempi di D’Alema, di fare cose di sinistra.

A voler dare una plastica immagine del partito di Enrico Letta oggi, dovremmo rappresentarlo arroccato nella ridotta di Bruxelles mentre spara le sue ultime bordate contro un pericolo fascista che non esiste, dal momento che – al contrario del Pd – il Centrodestra del dopoguerra, tutte le volte che è andato al potere, ce l’hanno portato gli elettori con delle libere elezioni, come dovrebbe avvenire nelle democrazie serie.

Ma il guaio della Sinistra post Bolognina è che, invece di attrezzarsi per battere gli avversari di centrodestra partendo dal suo ambito culturale e ideale, vorrebbe batterli scimmiottandoli e affidandosi di volta in volta a personaggi che, definire di sinistra, farebbe rivoltare nella tomba almeno cinque generazioni di comunisti.

Ma Renzi è di sinistra?

Lo sono per caso Carlo Cottarelli o quella Letizia Moratti che fino a ieri è stata la vice del presidente leghista di Regione Lombardia?

Decisamente no.

La Moratti, poi, oltre a essere stata sindaco di Milano, ministro e personaggio piuttosto importante del Centrodestra nazionale e meneghino per oltre vent’anni, è portatrice d’interessi personali e familiari che non potrebbero essere definiti di sinistra neppure sotto tortura. È diventata, infatti, la candidata perfetta di una Sinistra più al caviale, rappresentata dal terzo polo di Calenda – Renzi, i quali stanno tentando di coinvolgere nel loro progetto per le elezioni regionali in Lombardia anche il Pd, persi come sono nella visione onirica da donna Letizia: «Il Centrodestra non c’è più».

La signora Moratti farebbe bene a svegliarsi, il Centrodestra è al governo del Paese e, forte dell’effetto-traino nazionale, v’è da scommettere che farà buoni risultati anche alle prossime regionali. Ma l’ex sindaco di Milano può ritenersi almeno un pochino soddisfatta perché almeno uno che fa il tifo per lei oltre Calenda e Renzi c’è. È quel Giuseppe Conte che si prepara a fare un solo boccone di ciò che resterà del Pd che è perduto in ogni caso: sia se accetterà un’alleanza col duetto di cui sopra spostandosi a destra e sia se, pervaso dal solito masochismo, stringerà un qualche accordo politico col M5S che vuole mangiarselo da posizioni massimaliste … in pratica gli consegnerebbe la propria testa.

E questo è ciò che accade quando si rinnega la propria identità, un percorso sdrucciolevole, e un po’ infame, che hanno fatto già altri personaggi e partiti prima della Moratti, tutti spariti dalla scena nel volgere di una stagione politica. Troppo rancorosa verso chi ha vinto le elezioni, la Sinistra italiana è incapace di capire che il successo della Destra è nel fatto che essa non ha mai rinnegato la propria identità marcatamente nazionale e conservatrice.

E, in un Paese di voltagabbana, questa coerenza è stata premiata dagli elettori italiani che – anche se a Roma faticano a capirlo – sono migliori della loro classe politica e dirigente.

Adesso bisognerà soltanto aspettare per vedere chi farà convergere i propri voti su Letizia Moratti, la candidata perfetta per finire di sconquassare la Sinistra e il Pd che in quanto a tagliarsi le palle da solo non è secondo nemmeno a Mussolini.

Conte e il Centrodestra ringraziano fin da adesso.

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