Scurati, un intellettuale strabico
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Il comunismo si aggira ancora in mezzo in noi ed è il vero pericolo per tutte le democrazie, ciò anche grazie a quelli come il professor Scurati che stravolgono la storia a loro uso e consumo, addossandoci inesistenti peccati originari e agitando fantomatici pericoli per distrarre la gente dai pericoli veri, quelli reali ed a noi molto più vicini di quanto crediamo
– Silvio Cortina Bascetto –
Lo scorso 22 marzo, il professore e scrittore Antonio Scurati ha rievocato su Repubblica il centenario della fondazione di quei fasci di combattimento che tennero a battesimo il movimento fascista. L’articolo è, in verità, parziale, capzioso e privo di rigore storico laddove sostiene che noi italiani siamo colpevoli della nascita del fascismo e della sua propagazione in tutta Europa. E già qui sono costretto ad osservare che, andando a ritroso nella storia, le origini del fascismo come regime totalitario si perdono nella notte dei tempi poiché già gli antichi Assiri potrebbero essere oggi considerati fascisti, perciò Scurati non ci attribuisca primogeniture che non ci appartengono.
Ma venendo alla storia più recente, vorrei ricordare al professore di Repubblica che la nascita in Europa di tutta una serie di dittature anticomuniste fu, il più delle volte, un argine al bolscevismo russo. Basti pensare che tra il 1917 e il 1922 i socialcomunisti tentarono colpi di Stato in Estonia, in Lettonia, in Lituania, in Germania, in Ungheria, in Cecoslovacchia, in Bulgaria, in Polonia e in Finlandia. Questo ovviamente non giustifica la nascita del fascismo ma certamente la spiega. Scurati peraltro finge d’ignorare che il fascismo italiano arrivò dopo il biennio rosso 1919-1921, durante il quale i socialisti massimalisti e i comunisti del dopo congresso di Livorno si resero protagonisti di cruente lotte contadine ed operaie, giuste ma violente, che culminarono con l’occupazione delle fabbriche. Per non parlare delle violenze quotidiane e delle azioni delle squadre delle leghe rosse contro i piccoli proprietari e militari. Il 21 marzo del 1921 un camion con dei marinai a bordo proveniente da Livorno fu assalito dalla Guardia Rossa di Empoli e gli occupanti massacrati.
Il fascismo, dunque, nacque in un tale brodo di cultura, anche perché i governi del tempo non ebbero la forza di imporsi su nessuno dei due contendenti, come dire sugli squadristi neri e rossi: era giocoforza che prendessero il potere gli uni o gli altri. Toccò ai fascisti, anche per tutta una serie di atti d’ignavia del re e del Parlamento.
Scurati confonde certamente il fascismo col comunismo, fu il comunismo, infatti, l’ideologia omologante sotto la regia unica dell’Urss, non il fascismo che, volendo, possiamo considerarlo un fenomeno italiano ma anche tra i più moderati dell’epoca. Noi italiani, pertanto, non dobbiamo sentirci in colpa di nulla se non per avere dei connazionali così poco rispettosi della storia come Scurati.
Senza volere entrare nel merito delle parole con cui egli descrive i fondatori dei fasci – delinquenti, depravati, professionisti della violenza – concordo sul fatto che certi attributi possano calzare ai fascisti alla perfezione, ma calzano ancora meglio ai comunisti. Le cento condanne a morte comminate nel ventennio fascista sono una goccia nel mare dei centomila contadini di Tambov (bassopiano del Don) che insorsero contro i bolscevichi i quali, per ridurli all’obbedienza, ricorsero a carri armati, artiglieria e gas asfissianti. Per non parlare dei quattro milioni di contadini ucraini che Stalin fece morire di fame perché erano contrari alla collettivizzazione.
Come dire che se Mussolini autorizzò l’impiego dei gas asfissianti contro una nazione belligerante, i comunisti li utilizzarono contro i loro contadini… non so quale delle due azioni sia stata la più abominevole!
Che il fascismo sia stato un male non c’è alcun dubbio ma – ed è un dato oggettivo – ci ha salvato dal male più grande del XX secolo, quello che Scurati fa finta di non conoscere e che, anzi, neanche menziona: la dittatura comunista. Il fascismo, che ripeto non amo, piaccia oppure no, ci ha risparmiato quasi un secolo di odio sociale, di ignoranza e di bancarotta finale, perché tutti i comunismi che conosciamo sono finiti così. Finiti?
Temo di no, il pericolo comunista, più che quello fascista, incombe ancora sul mondo, anche se domani potrebbe avere nome e sembianze diverse.
Quali sembianze ad esempio?
Quelle di una dittatura, la “Dittatura del sistema”.