Povero Enrico Letta, in fondo non era il peggiore
Share
Chissà che cosa farà Enrico Letta dopo queste elezioni. Di certo non farà più il segretario del Pd e, molto probabilmente, se ne ritornerà a insegnare scienze politiche a Parigi, se non altro perché per quanto sprovveduto politicamente l’uomo è pur sempre una persona perbene che mal si muove nell’agitato letamaio che è diventato la politica italiana
– Enzo Ciaraffa –
A proposito del Pd, della Sinistra in generale e di Enrico Letta, gli exit poll non mi dicono nulla di nuovo: che lui e l’armata Brancaleone, che si è trascinato appresso per tutta la campagna elettorale, avrebbero preso nelle urne una mazzata memorabile lo sapevamo tutti. Non so cosa farà Letta dopo queste elezioni, di certo non più il segretario del Pd e penso che, molto probabilmente, se ne ritornerà a insegnare scienze politiche a Parigi perché lo faranno politicamente fuori come usa fare il PD ad ogni sconfitta. In un certo senso mi dispiace perché, per quanto sprovveduto politicamente, l’uomo è pur sempre una persona perbene e nell’agitato letamaio che è diventato la politica italiana ci è stato sempre malissimo.
Non vorrei essere frainteso: continuo a non condividere il pensiero politico di Letta & C. purtuttavia devo confessare che l’uomo mi era alquanto simpatico con quella sua aria mesta, da mite seminarista comandato dietro un carro funebre a recitare le preghiere dei defunti.
Oddio, bisogna anche dire che la sua rovina, il candido Letta, se l’è costruita con le proprie mani, come quando non ha voluto realizzare il “campo largo” con Conte per mettere insieme, come alternativa, i fautori della fantasmagorica “Agenda Draghi” con quelli che Mario Draghi non lo volevano vedere neppure col binocolo, tant’è che si è beccato un altro “Stai sereno Enrico” da Carlo Calenda, quando questi, che sarà pure un pariolino annoiato ma non fesso, ha capito in tempo che la compagine nella quale si stava intruppando era destinata a una sconfitta certa.
A quel punto, per contrastare l’astro nascente del Centrodestra, ovvero Giorgia Meloni, il poveretto ha dovuto giocare il tutto per tutto ricorrendo perfino a un frasario immaginifico e aggressivo. Solo che certi tosti slogan, messi in bocca a lui che solo a guardarlo concilia il sonno, facevano un po’ ridere, come quando ha esortato i candidati del Pd ad avere “Gli occhi di tigre” per battere il Centrodestra. Ma non si erano ancora spenti gli echi della sua trovata zoomorfa che l’impavido segretario del Pd si era già buttato a capofitto in un’altra avventura, una trovata da norcineria che voleva essere simpatica, giusto per captare qualche consenso tra i giovani che hanno ormai abbandonato in massa il PD. Infatti, mentre l’Italia stava per essere annichilita dalla più grave crisi economica e politica del dopoguerra, su Twitter Enrico Letta scriveva “Guanciale tutta la vita!”, a commento di una parodia che, nei giorni della campagna elettorale, circolava sui social, come dire l’eterna sfida tra coloro che nella pasta alla carbonara mettono la pancetta (si è pensato a Giorgia Meloni chissà perché) e quelli che, invece, mettono il guanciale, come lo stesso Letta, suo dichiarato estimatore.
Ebbene, nonostante se la sia andata a cercare, è stato davvero “perfido” immaginarlo, come ha fatto Laura Zaroli nella copertina, mentre dice addio alle speranze di vittoria cavalcando una pancetta arrotolata.
Che ci volete fare, i vignettisti sono fatti così.
Ma siamo certi che Enrico il mite non se la prenderà, anche perché a quest’ora starà già mettendo i vestiti nella valigia per ritornarsene a Parigi appena possibile, grato, in fondo, agli elettori che lo hanno tirato fuori da un partito incasinato e, ancor di più, dal casino Italia.
Potrebbe interessarti anche La Rai, da bizzocchera della Costituzione ai filosofi eversori