Poveri grilli, adesso vogliono farceli mangiare
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Speriamo soltanto che, dopo averne fatti nascere miliardi e miliardi per alimentare gli umani, non ci dovremo poi inventare una campagna di sterminio dei grilli come già avvenuto in Cina negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso con la “Campagna di sterminio del passero”, uno dei più grandi disastri ambientali della storia
– Enzo Ciaraffa –
Leggendo a riguardo un sapido articolo del mio amico Luciano Landoni, pubblicato lo scorso 8 gennaio su “SempioneNews”, sono andato a vedere che cos’altro sta combinando l’autorità europea per la sicurezza alimentare, la quale, a partire dal 24 gennaio, dopo le larve, i vermi e le locuste arrostite, vorrebbe portare anche i grilli sulle nostre tavole. Peraltro, l’unica società che l’Unione Europea ha autorizzato ad immettere sul mercato il nuovo “alimento” è la vietnamita Cricket One Co. Ltd. Tanto per partire col piede giusto, dico subito che, dopo le copiose mazzette del Qatargate, questa unicità assegnata dall’UE ai vietnamiti m’impensierisce un po’. Ma, ritornando a noi, mi è parso anche di capire che la farina ricavata dall’essicazione dei grilli abbia un sacco di qualità proteiche e che essi si possono allevare anche in batteria, come i polli.
Confesso che la sola idea di mangiare un insetto che, col suo frinire, ha cullato i sogni di molte notti d’estate della mia spensierata fanciullezza trascorsa in campagna mi fa inorridire, sarebbe come mangiare un mio compagno di giochi dell’infanzia, ma non è soltanto questa sentimentale avversione a mettermi in rotta di collisione con il suo utilizzo a tavola.
Leggo che questi insetti sono onnivori e che le verdure e la frutta costituiscono la loro principale risorsa alimentare, soprattutto le verdure, i cereali e la frutta. Non disdegnano piccoli insetti, vivi o morti, come dire lo stesso cibo di miliardi di altre creature che volano, strisciano, nuotano o camminano… l’allevamento massivo dei grilli non sottrarrà, giocoforza, a loro risorse alimentari?
Perciò, per questa ed altre ragione ci andrei piano col pensare di sostituire mucche e polli con i grilli, perché tutte le volte che l’uomo ha messo mano a modificare quanto programmato da madre natura attraverso un processo evolutivo che dura da milioni di anni, ha generato sempre dei disastri irreparabili.
A questo punto possiamo soltanto sperare che, dopo averne fatti nascere miliardi e miliardi per alimentare gli umani, non ci dovremo poi inventare, tra qualche secolo, una campagna di sterminio dei grilli come è già avvenuto in Cina negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso con la “Campagna di sterminio del passero”, uno dei più grandi disastri ambientali prodotti dai maoisti, in questo superati soltanto dai comunisti russi i quali gettarono le premesse per la sparizione del lago d’Aral ridottosi ormai al 25% della sua estensione orinaria. Poveri grilli, non vi bastava dover condividere il nome col peggior arruffapopolo mai comparso in Italia nel dopoguerra, adesso vi vogliono pure arrostire, ma venite nella siepe del mio giardino dove troverete sempre ospitalità, affetto e antiche ricordanze di sogni meravigliosi. E i sogni non si mangiano.
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