Non dobbiamo vivere da ultimi esemplari della nostra specie
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V’è da essere molto preoccupati per il latente millenarismo che da qualche mese aleggia sul mondo perché l’uomo, pur con tutti i suoi errori e difetti, non può essere considerato da un lato il consumatore unico di ogni processo produttivo e dall’altro il corpo estraneo della natura, l’elemento inquinante del mondo perché sulla terra nulla avrebbe senso in mancanza dell’uomo. Il Creato stesso non avrebbe senso o ragione di essere, e un Dio misterioso e lontano sarebbe soltanto immagine e riverbero di se stesso: è l’uomo, infatti, la prova del nove dell’esistenza di Dio
– Enzo Ciaraffa –
Mi sono spesso domandato come nazisti e comunisti avessero potuto scientificamente eliminare milioni di esseri umani soltanto perché considerati inferiori o non rieducabili, senza che nessuna delle persone cosiddette normali, di quelle che quando tornano a casa baciano moglie e bambini, provasse a ribellarsi, e credo di avere individuato in questi mesi di passione quale sia stata la causa della loro assuefazione: il funzionalismo, un processo psichico mediante il quale un essere vivente tende ad adattarsi alle circostanze. E allora può accadere che per vivere tranquilli, e allo stesso tempo zittire la coscienza, gli uomini normali trovino comodo scambiare un campo di sterminio per un campo di prigionia o di lavoro, e che per non doversi assumere delle responsabilità postume si rifugino nel classico “Non sapevamo”.
Pur lontanissima da me l’idea di voler paragonare quello di Giuseppe Conte ad un governo nazista o comunista, non posso fare a meno di cogliere un sinistro funzionalismo anche nel suo governo il quale, fintanto che li tiene bloccati nel recinto di casa col terrore della pandemia può governare gli italiani con una semplice circolare di volta in volta, come se un Paese di sessanta milioni di abitanti fosse un ufficio del catasto. Così come colgo il funzionalismo di quei media acriticamente proni a certe teorie pauperistiche e che in questi mesi di arresto del mondo sembrano trovarsi a loro perfetto agio.
I media, infatti, stanno facendo a gara per informarci piuttosto compiaciuti che, grazie al lockdown, si è ridotto il buco nell’ozono, sono tornati i pesci nei rivi di Venezia, sono comparsi i delfini nel porto di Cagliari e di Trieste, gli animali selvaggi si stanno pian piano impadronendo di borghi e periferie cittadine, ed è cresciuta l’erba tra i sampietrini di Piazza Navona per mancanza di calpestio. Un mondo perfetto, peccato che manchi l’umanità!
È già surreale il malcelato entusiasmo dei media per un mondo senza esseri umani, ma trovo addirittura insensata l’allegrezza con la quale il sistema pubblicitario si è subito adeguato a questa visione neo- primordiale, costruendovi intorno perfino una strategia di collocazione sul mercato di alcuni prodotti della filiera industriale. Infatti, alcuni grandi marchi hanno smesso di diffondere pubblicità inevitabilmente fondate sulla vicinanza fisica, o sui viaggi, o sul mangiare nei ristoranti, o sul fare banalmente la spesa al supermercato, come se la nostra minorità esistenziale dovuta al coronavirus dovesse diventare la norma, la nostra futura regola di vita. Anche in questo caso colgo uno stridente paradosso: a mondo fermo, a produzione ferma, a umanità in quarantena, come e chi potrà acquistare – consumare quei prodotti reclamizzati dalla nuova pubblicità post industriale senza poter uscire di casa per andare a guadagnare i soldi occorrenti a comprarseli?
E poi sono stanco di questo latente millenarismo perché l’uomo, pur con tutti i suoi errori e difetti, non può essere considerato da un lato il “consumatore” unico di ogni processo produttivo e dall’altro il corpo estraneo della natura, l’elemento inquinante del mondo perché – e non dovrebbe essere difficile da capirsi – sulla terra nulla avrebbe senso in mancanza dell’uomo, il Creato stesso non avrebbe senso o ragione di essere, e Dio sarebbe soltanto immagine e riverbero di se stesso: l’uomo è la prova del nove dell’esistenza di Dio! Ciò perché egli è auto-cosciente nel senso che possiede intelligenza e capacità di scegliere (il libero arbitrio…), come dire che è una parte del Creato capace di riflettere su se stesso e di acquisire la consapevolezza della sua condizione e dei suoi errori.
Per carità, non sottovaluto l’evenienza che la grande avventura umana su questa terra possa terminare con l’autodistruzione, ma è soltanto “una possibilità” e non la certezza, una possibilità fondata, peraltro, sul presupposto che l’umanità continui ad utilizzare perversamente le proprie capacità ed abilità, mentre in realtà sono già nell’aria i primi segnali di ravvedimento dell’uomo e dei governi sulla necessità di ripensare (non bloccare!) uno sviluppo tecnologico sempre più compatibile con l’ambiente. Pensare, invece, di sfruttare le ancestrali paure dell’uomo per fargli “digerire” tutte le perversioni del sistema e perfino il sistematico stupro della democrazia, non è soltanto infame ma anche pericoloso perché, come la storia insegna, sul terreno del funzionalismo germinano soltanto le dittature.
Ciò tra l’altro è anche demoralizzante perché ci fa capire che cosa siamo diventati e in mano a quale assurda, inqualificabile classe dirigente abbiamo messo il nostro destino terreno: come si può provare compiacimento per questo blocco tecnologico e di civiltà provocato dall’avanzare del Covid-19 e, allo stesso tempo, invocare la rapida messa a punto di un vaccino per combatterlo? Sembrerebbe un nonsense mentre, invece, un senso ce l’ha eccome!
Per capire che cosa si voglia intendere, basta soltanto riflettere sul fatto che dopo i terrori millenaristici di questi mesi, coloro che governeranno il vaccino anti Covid-19 governeranno anche la nostra volontà, i nostri soldi, i nostri diritti, le nostre libertà, il nostro futuro e, quel che è peggio, il funzionalismo della politica e dei media ce lo farà sembrare una cosa normale e perfino desiderabile.