Non ci sono più i falsari di una volta
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Se un artista puro si limita a rappresentare ciò che vede o che immagina, il grande falsario deve, invece, andare oltre l’originale che sta imitando, deve essere capace non soltanto d’inventarsi la tecnica rappresentativa dell’autore surrogato ma anche la grafica e la chimica del suo tempo, come la firma, la trama delle tele e i colori. E non è per niente facile
– Donato Tesauro –
Il 30 novembre del 1947 morì ad Amsterdam uno dei più grandi falsari di opere pittoriche di tutti i tempi, Han Van Meegeren. Questi era un pittore che non avendo raggiunto il successo in gioventù si diede al plagio come una sorta di rivalsa verso i contemporanei che non lo avevano capito, e in più era anche un entusiasta ammiratore delle opere del pittore suo connazionale del Seicento Jan Vermeer, l’autore della “Ragazza con l’orecchino di perla” o col turbante.
Van Meegeren era, in realtà, un insuperabile artista che aveva appreso tutti i segreti delle antiche tecniche pittoriche adoperate dagli autori imitati da un altro grande falsario olandese, Theo Van Wijngaarden, ed era talmente bravo che buggerò esperti, pittori, scienziati, antiquari, e perfino i capi nazisti Himmler e Göring che avevano trafugato opere d’arte in tutti i Paesi invasi dalla Germania.
Ho parlato di falsari del calibro di Van Meegeren e Van Wijngaarden, ma l’elenco sarebbe molto più lungo, tanto da imporre una domanda: i falsari di grande talento possono essere considerati degli artisti? Per come la vedo io sì, perché se un artista puro si limita a rappresentare ciò che vede o che immagina, il grande falsario deve, invece, andare oltre l’originale che sta imitando, deve essere capace non soltanto d’inventarsi la tecnica rappresentativa dell’autore surrogato ma anche la grafica e la chimica del suo tempo, come la firma, la trama delle tele e i colori. E vi assicuro che non è facile.
Ma rende il mestiere del falsario di talento?
Ad ogni buon fine adesso provo pure io, che sono un imbratta tele locale, a falsificare la “Ragazza con l’orecchino di perla” di Jan Vermeer, anzi ne faccio due copie… scommetto che nessuno noterà la differenza con l’originale che si trova esposto nella collezione di Stato olandese Mauritshuis dell’Aia.
Ditemi, ho tralasciato qualche dettaglio?