No rave, no party
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In quest’ora triste in cui un destino cinico e baro ha relegato i migliori, i moralmente superiori all’opposizione di un governo finalmente eletto da cittadini ignoranti e barbari, lo spirito della rivoluzione radical chic può sopravvivere soltanto negli antri polverosi di fatiscenti ex-insediamenti industriali in cui ancora si respirano i ricordi delle lotte operaie pilotate dalla Sinistra e che hanno distrutto la nostra economia
– Cybergeppetto –
Io non vi capisco, o voi elettori di Destra, avete votato un governo di Destra per far fare cose di Destra, ma forse non avete capito come funziona la democrazia in Italia.
Quando la Sinistra vince, può governare, quando perde, ultimamente abbastanza spesso, bisogna prima sentire il parere dei virologi, dei costituzionalisti, degli opinionisti, delle celebrità radical chic, insomma di tutti quei “tronisti” televisivi che, invece di andare da Barbara D’Urso, affollano i talk show di tutti i canali benpensanti, s’incazzano con la Meloni sui social e dicono di voler scappare all’estero, ma non scappano mai, incluso Letta che i francesi piangono per l’assenza dai bistrot della gauche di Parigi.
Dopo la pandemia e la guerra, finalmente abbiamo capito che una sana democrazia ha bisogno di “rave party”. La musica techno, quasi più ossessiva delle giaculatorie di Giampiero Mughini, insieme alle droghe di qualsiasi tipo, sintetiche o “naturali”, è essenziale e costituisce l’unica eccezione in cui non c’è bisogno d’indossare le mascherine.
Gli elettori di Destra devono capire che il diritto di associazione a base di spinello, cannabinoli, oppiacei, droghe di sintesi, magari unito all’alcol e al sesso selvaggio è l’ultimo baluardo della democrazia dei postcomunisti e della rivoluzione sessuale di cui ci parlavano negli anni Settanta (l’utero è mio…).
In quest’ora triste in cui un destino cinico e baro ha relegato i migliori, i moralmente superiori all’opposizione di un governo eletto da cittadini ignoranti e barbari, lo spirito della rivoluzione radical chic può sopravvivere negli antri polverosi di ex-insediamenti industriali in cui ancora si respirano i ricordi delle lotte operaie che hanno distrutto la nostra economia.
Il Pd deve sopravvivere, anche a costo di chiamarsi “Pasticche e Disordine”, tra un sub woofer e una tromba retroattiva la Sinistra smetterà di elaborare il lutto e ritroverà la sua musica preferita, diamogli tempo, troveranno anche il modo per dire che la droga sintetica è un cibo sostenibile anche meglio di cavallette e bacherozzi.
Naturalmente non dobbiamo toccare l’argomento principale della riscossa radical chic, l’illegittimità costituzionale, deve essere chiaro che qualsiasi cosa il governo Meloni faccia è sicuramente anticostituzionale. Se vietiamo i rave party è, più o meno, come vietare il congresso del Pd. Se i cittadini di Destra si dovessero lamentare del volume a palla, sicuramente sarebbe un terribile “vulnus” della libertà di starnazzo progressista. Insomma, la Costituzione la sanno solo loro, la capiscono solo loro, voi elettori di Destra non azzardatevi a chiedere altro che non sia progressista.
In buona sostanza, consigliamo al governo Meloni di introdurre a Palazzo Chigi dei buoni sistemi di diffusione di musica techno per allietare i “rave Consigli dei ministri” che sicuramente piacerebbero ai paladini delle pasticche a tutto volume.
Nel frattempo, voi reprobi di Destra, adottate un benpensante, consolatelo, ditegli che lo sballo è una cosa buona, sarebbe una piccola opera di carità nella quale impegnare qualche minuto, prima di mandarceli. Dove, è facile intuirlo.
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