Mamma Jeanne, l’Ospedale Militare di Baggio merita un bacio
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Appena entrati nella struttura sanitaria conosciuta oggi dai milanesi come Centro Medico Legale Militare, dopo il rapido controllo delle generalità, al vaccinante viene indicata la location dove si accede per compilare un modulo. Nel volgere di qualche minuto arrivano un medico e un paramedico i quali, dopo la verifica delle condizioni di salute del nuovo arrivato, procedono con l’inoculazione del vaccino. Segue un’attesa di dieci minuti per poter individuare, e all’occorrenza fronteggiare, eventuali reazioni allergiche dopo di che, in una venti di minuti complessivi, il paziente esce dalla struttura sanitaria e se ne ritorna a casa
– Enzo Ciaraffa –
In questi mesi di sofferenza e di lutti causati dal Covid-19, il Centro Medico Legale di Milano – Baggio è diventato uno dei principali avamposti nella lotta per arrestarlo. Oddio, vedere come vanno le cose da fuori il cancello della struttura non è la medesima cosa che guardarle “da dentro”, così ho pensato di aggirare l’ostacolo intervistando una delle persone che lo scorso 2 marzo vi sono state vaccinate senza neppure scendere dall’auto. Sto parlando della signora Jeanne Aguanno alla quale faccio subito la prima domanda e, allo stesso tempo, fornisco una notizia: lo sa che è stata una delle prime persone in Italia ad essere stata vaccinata nel (primo) drive through allestito della Sanità Militare?
Onestamente non credevo di essere tra le prime persone ad essere chiamata all’Ospedale militare, ma devo riconoscere che è stata una bellissima esperienza.
Perlomeno è stata la prima ad averlo fatto in regime di drive through. Jeanne, Aguanno… mi viene il sospetto, bella signora, che lei non sia nata in Italia.
Infatti io sono nata a Tunisi, che ricordo come una città meravigliosa, ho la cittadinanza francese e ho sposato un italiano, nato a Lodi e con il quale ho avuto due figlie, lombarde d.o.c. .
Ovviamente. Dica la verità, dopo le polemiche e i ritardi che, purtroppo, stanno accompagnando la campagna vaccinale nazionale e il reperimento delle dosi, era un tantino preoccupata mentre l’Ufficiale Medico di Baggio le infilava l’ago nel braccio.
No, perché sapevo già di essere affidata a persone valide e competenti.
Vuole dirmi che non l’ha messa neppure un poco in soggezione il medico mascherato, anonimo in un certo senso, al quale stava affidando la sua salute e la sua vita?
Assolutamente no, perché avevo una fiducia immensa, anche perché erano con me mia figlia e mio genero.
È stata vaccinata con l’Astra Zeneca o col Pfizer?
Col Pfizer.
Ha avuto dei disturbi dopo?
Assolutamente no.
Come ha funzionato l’organizzazione del Centro Medico Legale di Milano, via facciamo un po’ di pettegolezzi che oggi vanno tanto di modo, ci narri di qualcosa che non ha funzionato… non ha notato proprio nessuna smagliatura nel servizio offerto?
Nonostante le polemiche che sento in giro, per conto mio non ci sono stati inconvenienti. Posso testimoniare che non c’è stato alcun problema sia con il personale, sia con l’organizzazione.
Mi descriva almeno la procedura adottata per vaccinare lei e gli altri ospiti, dall’inizio alla fine.
Siamo entrati in macchina e, dopo che all’ingresso hanno controllato il mio nome su un elenco, il personale ci ha indicato dove dovevamo fermarci. Poi ci è stato dato un modulo da compilare e firmare e, dopo pochi minuti, sono arrivati un medico e una infermiera che mi hanno chiesto se stavo bene e io ho risposto: «Benissimo, grazie di cuore». In men che non si dica mi hanno fatto, con molta delicatezza, la puntura con il vaccino. Mi hanno poi detto che dovevo aspettare 10 minuti per osservare eventuali reazioni e sono venuti a controllare. Dopo questo tempo, ci hanno detto che potevamo andare e ci hanno consegnato la ricevuta della vaccinazione con l’appuntamento per la prossima puntura di richiamo. Tempo trascorso dal momento in cui sono entrata fino al momento in cui sono uscita da Baggio: venti minuti complessivi.
Immagino, a questo punto, che non sia d’accordo con l’ultima uscita del virologo Andrea Crisanti, secondo il quale per la distribuzione dei vaccini il governo doveva affidarsi ad Amazon e non ai militari.
Per me i militari, senza dubbio, dovrebbero essere loro a vaccinare tutti.
Lo sa che mentre veniva vaccinata erano in visita al Centro Medico Legale il ministro della difesa e il comandante del Centro Militare Esercito? Ebbene, dopo quello che ha toccato con mano, se potesse, che cosa domanderebbe a questi illustri visitatori?
Chiederei di aiutare al massimo l’Ospedale militare di Milano con più personale, e fiducia per aiutare altre persone.
E se, invece dovesse dare un piccolo suggerimento agli ideatori del sito vaccinale militare, ovvero al Colonnello Zullino, direttore di Baggio, al Tenente Colonnello Gaeta, capo reparto di chirurgia.
Io posso solo dire grazie a tutti loro per l’impegno e il cuore che ci mettono per tranquillizzare le persone che devono essere vaccinate.
Bene, visto che la franchezza e la parlantina non le mancano mi dica, infine, che cosa domanderebbe in questo difficile momento per il Paese, ai reggitori della politica… a Mario Draghi ad esempio.
Gli chiederei di continuare sulla strada della concretezza, di aiutare tutte le persone che ne hanno bisogno, come è stato fatto per me.
Com’è nostra tradizione, alla fine di ogni intervista facciamo una domanda che per circostanza è stata un po’ “adattata”: che cosa farà Jeanne, Aguanno da grande, adesso che è anche vaccinata?
Cercherò di adoperarmi normalmente per la mia famiglia, pensando con gratitudine a quelli che mi hanno vaccinata: li ringrazio per avermi dato la possibilità di vivere con meno paura. Grazie e un bacio a tutti i militari.
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