Maduro ha finalmente smesso di giocare con l’economia e con la sorte del popolo venezuelano?
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Nel momento stesso in cui Maduro si è rifiutato di indire democratiche elezioni, ha di fatto posto fine al suo mandato e creato il vuoto istituzionale, un vuoto subito riempito da Juan Guaidò come prevede la Costituzione venezuelana all’articolo 233. Il suo atto, dunque, è ineccepibile dal punto di vista legale e morale anche se adesso gli occorre il consenso dell’esercito, in parte ancora chavista, della Chiesa e quello proveniente dall’estero
– Donato Tesauro –
L’inaspettata iniziativa del giuramento come capo dello Stato ad interim, al posto di Maduro, del giovane presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana, Juan Guaidò, non ha incontrato subito il favore di tutti i membri dell’opposizione anche se poi questi, davanti alla straordinaria riposta del popolo venezuelano, hanno dovuto velocemente rivedere la loro posizione. Intanto spieghiamo per la buona comprensione del lettore italiano che Juan Guaidò è un giovane ingegnere di trentacinque anni, appartenente al movimento “Volontà popolare” d’ispirazione progressista che, da sempre, avversa quella semi dittatura che è il chavismo, così chiamato perché iniziato con Chavez.
Ma gli oppositori di Nicolàs Maduro sono rimasti spiazzati in modo particolare dall’immediata escalation dei consensi internazionali dove, Stati Uniti in testa, si è prodotto un effetto domino di sostegno a Guaidò. Tale effetto ha coinvolto quasi tutti i Paesi dell’America Centrale e Meridionale, il Canada, singoli Paesi europei ed infine la stessa Unione europea, che hanno riconosciuto Juan Guaidò come presidente provvisorio dalla Repubblica Venezuelana. Una delle stonature nel coro di consensi internazionali è stata quella del governo italiano che, sullo specifico tema, ancora una volta si è diviso. Bisogna anche dire, però, che la freddezza del governo italiano è stata condivisa anche da qualche altro governo – quello russo ad esempio – che considera l’azione di Juan Guaidò una provocazione, e il prendere posizione un’interferenza esterna.
In realtà non è esattamente così perché, in base all’articolo 233 della Costituzione venezuelana, il presidente dell’Assemblea nazionale – come il presidente del Senato in Italia – è chiamato a supplire il presidente della Repubblica in caso di assenza provvisoria o di improvvisa vacanza. Pertanto, nel momento stesso in cui Maduro si è rifiutato di indire le elezioni come prevede la Costituzione, ha di fatto posto fine al suo mandato e creato, così, una vacanza subito subito riempita da Guaidò… ineccepibile dal punto di vista legale e morale. Anzi, sono del parere che, in questo delicato momento che sta attraversando il Venezuela sia molto importante, se non addirittura determinante, il consenso proveniente dall’estero, ciò anche per indurre i vertici militari a più miti consigli e per evitare il ripetersi della strage di manifestanti che avvenne nel 2017.
Auspico, infine, che tasselli della crisi venezuelana si ricompongano al più presto anche con la presa di posizione anche della Chiesa che fino ad oggi, però, non ha ancora assunto un atteggiamento che sia in qualche modo interpretabile. E non si venga a dire che la Chiesa è super partes, perché questo papa è intervenuto a gamba tesa perfino nelle elezioni presidenziali americane del 2016.
La prossima settimana, comunque, sarà determinante per la sorte del Venezuela e per quella di Nicolàs Maduro che – come dichiarato dagli americani – potrebbe finire incarcerato a Guantanamo come terrorista. Una dichiarazione questa, in verità, non molto intelligente perché, di solito, i dittatori ai quali non viene lasciata una via d’uscita diventano doppiamente pericolosi.