Ma esistono davvero i presupposti per augurare buon 2023 a qualcuno?
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Putin continua a bombardare gli ucraini, l’area dell’ Indopacifico diventa sempre più calda, gli ayatollah iraniani stanno massacrando i loro giovani, i talebani afghani hanno ridotto le donne a due orifizi con le gambe, tra l’Hotel super lussuoso “Steigenberger Wiltcher’s” di Bruxelles e alcuni membri del Parlamento europeo correvano valige di soldi del Qatar e del Marocco con finalità corruttive, mentre la società di consulenza economica “Nomisma Energia” ci fa sapere che nel 2023 la bolletta del gas rincarerà (ancora) del 20%, sicché riscaldare le nostre case diventerà un lusso da sceicchi
– Enzo Ciaraffa –
Sono giunto a una fase della vita dove non c’è più spazio per il politically correct, ammesso che ve ne sia mai stato in passato, per cui non farò gli auguri di buon 2023 a nessuno. Io per primo, infatti, non credo che quello che sta per arrivare sarà un buon anno per l’umanità: basta vedere come stiamo chiudendo quello vecchio.
La Cina comunista sta continuando a minacciare militarmente la Repubblica di Taiwan e, assieme alla Corea del Nord anch’essa comunista, non vede l’ora di mettere a ferro e fuoco l’intero Indopacifico: la prima con la scusa di voler riunire alla madrepatria la piccola isola, retta da un governo democratico, la seconda perché rivuole la Corea del Sud anch’essa retta da una democrazia. In realtà il gioco è quello di tentare l’estromissione degli Usa da quell’area in modo che, alla fine, la Cina possa fagocitare anche il Giappone. Per come la vedo io, l’inizio delle danze è soltanto una questione di tempo, anche se, essendo attraversata da una nuova, devastante epidemia da Covid, la Cina non potrà dare il via all’invasione di Taiwan proprio domani mattina.
Nel silenzio assordante dell’Occidente, l’Iran degli ayatollah sta continuando a massacrare, a imprigionare, e talvolta stuprare, i suoi giovani soltanto perché essi sognano un Paese moderno e tollerante. Va pure peggio in Afghanistan, dove i talebani hanno tolto ogni diritto alle donne, riducendole a due orifizi: la bocca per mangiare e la vagina per procurare piacere ai maschi-padroni e per partorire. Per il resto esse hanno appena il diritto di vivere. Ebbene, se in questi ultimi mesi qualcuno ha incontrato dei cortei che protestavano nelle piazze contro questi abomini che si stanno consumando alla luce del sole, me lo faccia sapere e prometto che all’anno nuovo mi riconcilierò con l’umanità. A riguardo, un plauso a Radio Radicale, l’unica emittente in Italia a mantenere alta la tensione su quanto sta accadendo all’ombra dei minareti.
Poi c’è la ferita sanguinante dell’Ucraina, dove temo che anche nel 2023 la Russia continuerà i massacri, ponendo all’Occidente due sole alternative in merito: o lasciamo fare, o ci bombarderà con le sue atomiche. Sicché, la sera di San Silvestro, mentre da noi si spareranno i botti di Capodanno, a Kiev, a Kharkiv, a Makiyivka e a Kherson arriveranno i tric-trac di Putin a seminare strage di povera gente rinchiusa, al buio, negli scantinati e nei ricoveri di fortuna.
E, giusto per non farci mancare niente, secondo la magistratura belga, tra l’Hotel super lussuoso Steigenberger Wiltcher’s di Bruxelles e alcuni membri del Parlamento europeo (si vocifera una sessantina, cioè il 10% dell’intero parlamento!) correvano valige di soldi del Qatar e del Marocco con finalità corruttive, mentre la società di consulenza economica Nomisma Energia ci informa che, nel 2023, la bolletta del gas rincarerà (ancora!) del 20%, sicché riscaldare le nostre case diventerà un lusso da sceicchi.
E mentre cerchiamo di raccapezzarci sulla vicenda delle valige di soldi che correvano a Bruxelles tra corruttori e corrotti, secondo il Censis le famiglie italiane che vivono in povertà assoluta sono più di 5,6 milioni di persone, vale a dire il 9,4% della popolazione italiana.
Come se non bastasse tutto questo per indurci a grigie previsioni per l’anno nuovo, ha fatto capolino in televisione pure l’infettivologo Massimo Galli per discettare di Covid e, statene certi, lo seguiranno a breve i vari Bassetti, Pregliasco e Burioni cioè coloro che, proprio sul Covid, non ne hanno azzeccata una. È già sceso in campo, in veste di sciacallo stavolta, anche l’ex ministro della salute Roberto Speranza, il talebano dei lockdown, lo scrittore fallito che in un libro prontamente ritirato dalle librerie si vantava di avere sconfitto la pandemia, il quale ha attaccato la Meloni per il fallimento della sua strategia sanitaria… di un governo che è in carica da appena sessanta giorni? Ma per favore, onorevole, vada a lavorare.
Beh, cari amici che ci seguite, visti tali presupposti dovete convenire che, per formulare dei buoni auspici per l’anno nuovo, ci vorrebbe un atto di fede incrollabile… rimaniamo sulla terra e limitiamoci a sperare che il nuovo anno non si riveli peggiore di quello che sta per lasciarci. È più onesto e realistico pensarla così.
Il resto è fede, e la fede muoverà anche le montagne ma temo che nel 2023 non riscalderà le nostre case, non farà il pieno alle nostre auto, non pagherà la nostre disumane bollette e non farà scendere gli interessi dei nostri mutui arrivati a cifre da cravattari.
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