Le vaccinazioni e il nervo scoperto della politica
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I vaccini sono indispensabili e, tuttavia, bisognava anche sforzarsi di capire, che è cosa ben diversa da “condividere”, il perché della diffidenza di una cospicua parte di italiani acculturati contro i vaccini. Spiegarselo non sarebbe stato neppure molto difficile sennonché, proprio su questo punto, la politica ha un nervo scoperto, come dire molte cose da far dimenticare
– Enzo Ciaraffa –
Da ieri ai bambini non vaccinati è preclusa la frequentazione degli asili nido e della scuola dell’infanzia: non è un bel risultato per la libertà individuale, quindi per la democrazia, e nondimeno il divieto era inevitabile perché la comunità ha anche il diritto di proteggersi dalle malattie.
Si poteva evitare questa ennesima lacerazione su di un argomento delicatissimo come la salute collettiva? Ritengo di sì, in presenza però di un presupposto che, purtroppo, sta mancando alla politica italiana da un po’ di anni a questa parte, ovvero la capacità di vedere un problema d’interesse generale in modo super partes e spoglio di ogni ideologia. Almeno su di un punto, infatti, dovevamo cercare di essere tutti d’accordo: i vaccini sono indispensabili! È stato grazie ad essi se siamo riusciti a debellare quelle malattie mortali che hanno afflitto e decimato l’umanità per secoli.
Tuttavia, bisognava anche sforzarsi di capire (che è cosa ben diversa da “condividere”) il perché della diffidenza di una cospicua parte di italiani acculturati contro la pratica vaccinica. Spiegarselo non sarebbe stato neppure molto difficile sennonché, proprio su questo punto, la politica ha un nervo scoperto e molte cose da far dimenticare.
Al riguardo, propongo ai frequentatori de Il Rullo un garbato scambio di opinioni che, ad ottobre del 2017 ebbi, sul periodico che allora dirigevo, con una leggenda della pediatria nel Varesotto, il professor Liborio Serafini che, purtroppo, ci ha lasciati qualche mese fa.