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Le scatole cinesi di un probabile golpe

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Viene da domandarsi perché la Sinistra non si sia scandalizzata per un avvenimento che così alla luce del sole non era mai avvenuto e che dovrebbe far stracciare loro le vesti: un finanziere internazionale come Mario Draghi, impegnato in politica in Italia e in Europa, si è recato a un rendez-vous semiclandestino a casa di Marina Berlusconi, una capitalista allergica alle tasse

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Appena ritornata a Palazzo Chigi dalle vacanze, la presidente Meloni ha disposto alcuni cambiamenti nel personale addetto alla sicurezza di prossimità del governo, poliziotti compresi, perché, pare di capire, gli atti dell’esecutivo venivano regolarmente “soffiati” all’esterno prima ancora di finire sulla carta. Questi provvedimenti, tutto sommato normali in democrazia, hanno subito attizzato la Sinistra che ha irriso la Meloni per le sue fisime complottiste. Erano davvero fisime?

Per quanto ci riguarda, è da alcuni mesi che andiamo scrivendo che sta prendendo forma l’ordito di un golpe bianco contro il governo di Giorgia Meloni. Beninteso che quello nostro è soltanto un sospetto perché basato su degli indizi. Ma, come sosteneva la scrittrice inglese Agatha Christie, «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». Tuttavia, fedeli al proponimento statuale di tenere sempre separati i fatti dalle opinioni, ci limiteremo a mettere uno appresso all’altro alcuni episodi.

Dopo aver abbandonato il Pd nel 2019 per fondare un suo partito, lasciando in brache di tela molti di quelli che lo seguirono nella scissione, Matteo Renzi ha pensato bene di entrare in quel mitico campo largo patrocinato dal Pd di Elly Schlein per portarvi una parvenza di moderatismo che in qualche misura stemperasse gli estremismi di Ilaria Salis, di Fratoianni, di Bonelli e di Conte che, guarda caso, non lo vogliono con loro. Ma, probabilmente, il disegno di Renzi è molto più ampio alla luce di quel che segue.

A giugno scorso la presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, ha dichiarato urbi et orbi di pensarla come la Sinistra sui diritti civili, sul fine vita e sui diritti Lgbtq. Questa cosa ci è sembrata strana non tanto per il fatto che un’imprenditrice, che di certo non può accreditarsi alla Sinistra, avesse a cuore i diritti civili, ci mancherebbe, ma per il fatto che quei diritti venivano osteggiati dalla Lega e da Fratelli d’Italia che sono al governo del Paese col partito fondato dal suo defunto papà e che lei in qualche maniera finanzia saldando i suoi debiti.

Lo scorso luglio la Lega ha lanciato l’idea di una legge che riduca o cancelli il canone Rai che, per compensare quel mancato introito, sarebbe stata autorizzata a raccogliere più pubblicità sottraendola alle reti di Mediaset. Indovinate chi si è opposto al varo di un provvedimento che sgraverebbe gli italiani di un odioso balzello? Ma Medias… pardon Forza Italia, ovviamente.

A quel punto il vice premier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, che in fondo è un ingenuo bambinone, ha pensato di rabbonire i fratelli di Cologno Monzese facendo intestare l’aeroporto di Milano Malpensa al defunto fondatore della dinastia, Silvio Berlusconi. Calcolo del tutto sbagliato! Infatti, ne ha ricevuto in cambio la tiepida e supponente approvazione della famiglia tramite Pier Silvio: «Noi figli non siamo stati informati se non a cose fatte, ma onestamente poco importa». Era intuitivo che qualcosa si stava incrinando tra il legittimo governo (che rappresenta la maggioranza degli italiani) e la famiglia Berlusconi (che rappresenta soltanto i propri interessi), anche per colpa del fatto, forse, che Salvini in Europa è andato a intrupparsi con l’estrema destra europea.

Il 10 agosto del 2023 il governo ha licenziato il Decreto Legge numero 104, conosciuto anche come “Decreto omnibus”, con il quale voleva, tra l’altro, tassare gli extraprofitti delle banche. Il 9 ottobre successivo è divenuta operante la Legge di conversione di tale decreto, nella quale, però, l’imposta straordinaria sugli extraprofitti si è trasformata in somme da accantonare. Della serie: abbiamo pazziato. La marcia indietro c’entra qualcosa col fatto che i “proprietari” di Forza Italia sia, tramite Fininvest, la seconda azionista di Banca Mediolanum? Senza parlare di Assicurazioni e tutto il resto.

Giusto come un promemoria, il 18 ottobre 2023, in prima serata, il compagno della premier, il giornalista Andrea Giambruno, per delle innocue frasi da amateur da bar dello sport viene inguaiato da un gratuito quanto inutile fuori onda trasmesso da Mediaset in “Striscia la notizia”, a seguito del quale Giorgia Meloni è costretta a interrompere ufficialmente il rapporto col padre di sua figlia Ginevra.

Poi quello che è ritenuto il capataz dei Berlusconi in Forza Italia, Antonio Tajani, butta tra i piedi del governo del quale lui fa parte, la trave dello ius scholae, ben sapendo che Fratelli d’Italia e la Lega avrebbero fatto muro perché l’argomento non era compreso nel patto di governo anche da lui siglato nel 2022. Anzi, a un certo punto è sembrato che Tajani fosse sedotto da un cambio di maggioranza perché, parole sue, «La sinistra sta tornando indietro. E molti moderati sono interessati a FI proprio per la nostra posizione liberale e moderata». Insomma, secondo Tajani erano Elly Schlein, Fratoianni, Bonelli, Conte e Ilaria Salis che stavano diventando liberali e non, forse, Forza Italia funzionalmente sinistrorsa. A tutto ciò si aggiunsero le voci di una studiata incriminazione della sorella e collaboratrice della premier, Arianna, con la solita accusa di traffico d’influenze, che significa tutto e niente. Le voci non ebbero seguito perché qualche giornalista serio scoprì e rivelò l’ordito.

Poi è scoppiato il caso Sangiuliano-Boccia che ha portato alle dimissioni del titolare del dicastero della Cultura, e sullo specifico caso in Mediaset si aveva così tanta fretta di lanciare tra le gambe di Giorgia Meloni l’ennesima trave, che soltanto pochi minuti prima di andare in onda con la signora Maria Rosaria Boccia, nella trasmissione di Bianca Berlinguer “È sempre carta bianca”, si sono accorti che l’ospite voleva fare la regista, la conduttrice e il censore. Peraltro la signora Boccia ha dichiarato di essere stata trattenuta per un certo tempo contro la sua volontà nel camerino della trasmissione… insomma, pare di capire, si voleva mandare in onda a ogni costo lo sfregio al governo. Alla fine anche una giornalista di parte come Bianca Berlinguer ha dovuto realizzare che era meglio lasciare andare per la sua strada l’urticante amichetta di Sangiuliano che, guarda il caso, era già stata negli studi del Biscione nel 2017, ad “Amici” di Maria De Filippi, per vestire una delle musiciste al seguito di Renato Zero, come ha tenuto a chiarire un comunicato emesso da Mediaset a riguardo.

L’11 settembre, due giorni dopo esser stato a Bruxelles a leggere la poco entusiasmante relazione sulla scarsa competitività dell’Unione Europea, Mario Draghi (solitamente, solitario schivo e riservato) si è recato a far visita a Marina Berlusconi nella sua casa privata di Milano. Un incontro di cortesia già pianificato da tempo, ha spiegato il portavoce di Marina Berlusconi con regale condiscendenza, chiosando che «Rientra nella prassi consolidata di incontri a vari livelli che la presidente Berlusconi svolge in qualità di imprenditore». Davvero? E chi è… la regina Elisabetta rediviva? Per quanto ci riguarda troviamo quantomeno inusuale il fatto che l’ex direttore generale del Tesoro, l’ex governatore della Banca d’Italia, l’ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana si rechi a baciare la pantofola a un’imprenditrice.

Non ci pare di ricordare che Draghi, quello che Cossiga definì «Un vile affarista, il liquidatore dell’industria pubblica italiana» fosse solito andare a casa degli imprenditori italiani per delle visite di cortesia. E come mai la Sinistra non si è scandalizzata per un avvenimento che così alla luce del sole non era mai avvenuto? Eppure parliamo di un qualcosa che dovrebbe far stracciare le vesti da quelle parti: un finanziere internazionale, impegnato in politica in casa e in Europa, che si reca a un rendez-vous semiclandestino con una capitalista che controlla un partito, una banca, delle Assicurazioni, il sistema televisivo e parte di quello informativo. È normale? Siamo malpensanti? Può darsi, però qualcuno ci spieghi perché durante la “visita di cortesia” di Draghi nella casa milanese di Marina Berlusconi c’era anche Gianni Letta, eminenza grigia del Cavaliere, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con i suoi quattro governi, e da lui candidato alla presidenza della Repubblica nel 2006, oltre che ispiratore di molte delle sue scelte politiche e combine.

Considerato che il massimalismo di Elly Schlein si è alquanto annacquato, che Renzi (il quale portò Mario Draghi al governo facendo cadere il Conte due) è diventato il volto liberale del campo largo che a questo punto potrebbe anche votare un governo di Mario Draghi grazie a un eventuale (e non improbabile) tradimento di Forza Italia, che il vice premier Salvini potrebbe essere condannato a sei anni di carcere dal tribunale di Palermo per aver bloccato  lo sbarco di migranti illegali dalla nave Open Arms, possiamo dire che si vanno chiudendo tutte le caselle per un ennesimo ribaltone.

Fossimo nel ruolo del presidente della Repubblica faremmo qualche esternazione (mica le può fare soltanto per cazziare i poliziotti quando usano i manganelli sui facinorosi che li malmenano!) per richiamare tutti al rispetto dei dettami costituzionali, specialmente sui diritti a governare delle maggioranze elette dal popolo e al dovere della fedeltà alle istituzioni dei vari organi, poteri e agenti dello Stato. Ma, stranamente, il presidente Sergio Mattarella in questo periodo è molto distratto, forse perché impegnato a inseguire una scoperta clamorosa della quale ci ha messo al corrente dalla Carnia qualche giorno fa: «Il fascismo fu complice del nazismo». Non ce ne eravamo ancora accorti!

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