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Le ideologie che fanno morire la gente

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Il medico di Wuhan che per primo parlò del contagio da Covid-19 incappò subito nella censura del potere e, tuttavia, la realtà si è presa la sua rivincita perché il virus ha sgretolato ogni ipocrita affermazione di principio dal momento che abbiamo di nuovo i confini in tutto il mondo mentre ideologi e globalisti tacciono o balbettano qualche timida difesa d’ufficio delle loro farneticazioni il che, in questa drammatica fase, li rende inverosimili e  tragicamente ridicoli
– by Cybergeppetto –

In questi tempi tristi in cui il morbo del Covid-19 sta devastando tutto e tutti, si è verificato un fenomeno particolarmente significativo: le ideologie con le quali la classe dirigente pensava di classificare la realtà hanno perso la voce. Sicché i galli da cortile e gli strilloni da divano in tivvù non sanno più cosa dire sull’epidemia in atto, eppure appena un mesetto fa abbiamo dovuto sorbirci le loro filippiche sul razzismo, sulle esortazioni ad abbracciare un cinese, sugli inviti a partecipare comunque agli aperitivi pubblici antipanico.

Questo virus, dunque, ha spazzato via la prosopopea inutile con la quale le menti ottenebrate dall’assolutismo ideologico   credevano   di   poter   spiegare   tutto, anche la scienza …  accadeva appena ieri   eppure sembra un fatto lontano nel tempo. Comunque ci è costato caro ascoltarli, abbiamo faticato a capire che le misure di difesa da un’epidemia inarrestabile non poteva volare sull’onda dello «State tranquilli, ma siate prudenti», perciò i morti di questi giorni sono soldati mandati al macello da una politica che pensa più alla via della seta ed alle burocrazie europee, che non alla prevenzione ed alle cure per i propri cittadini.

Il meccanismo che regge questo perverso modo d’interpretare la realtà è semplice perché dall’Illuminismo in poi si è fatta largo l’idea-base che basti un’ideologia per interpretare la   realtà, in aggiunta alle   altre ideologie arrivate con le   ghigliottine, con i   plotoni d’esecuzione e con i campi di concentramento. Ma per delle menti ancora preda dei totalitarismi del secolo scorso era   troppo   difficile, in questa brutta contingenza sanitaria, fare qualcosa di concreto perché esse avrebbero dovuto sforzarsi di capire il mondo reale, condividere il suo fardello   di   fragilità   e di dolore, un esercizio impossibile a chi pensa che per eliminare la povertà basti dichiararla fuorilegge. Ciò perché la mente ottenebrata dall’ideologia pensa in base ad un’equazione elementare ma devastante: se la realtà corrente non corrisponde all’ideologia, è la realtà a doversi adeguarsi! E guai a chi dissente perché sarà fatto fuori dal potere.

Il medico di Wuhan che per primo parlò del contagio incappò subito nella censura del potere. Ma la realtà si è presa la sua rivincita perché il virus ha sgretolato ogni affermazione di principio dal momento che abbiamo di nuovo i confini in tutto il mondo, mentre gli ideologi No borders, e i globalisti, tacciono o balbettano qualche timida difesa d’ufficio delle loro farneticazioni recenti che, in questa fase, li rendono tragicamente ridicoli. Intanto le bandiere garriscono sui balconi degli italiani, anche se non gioca la nazionale, e in molti si sentono addirittura membri di una cosa invisa alle ideologie recenti, la Patria.

Gli opinionisti da buffet a 10 euro che appena un mese fa facevano gli arditi del cocktail con l’olivetta, oggi sono costretti a dirci che in casa si sta bene, mettono essi stessi la pizza che hanno malamente impastata in forno e, se vogliono fare qualcosa di veramente trasgressivo, possono portare soltanto il cane fuori, a fare i bisognini che speriamo poi raccolgano.

Come dire che gli   alfieri   della   libertà   sessuale, coloro che   hanno   provato   a   difendere e ad alimentare la confusione dei sessi, ora tacciono dietro la mascherina e hanno dovuto chiudere le loro dark room. Se in questi giorni essi incrociano qualcuno mentre vanno a fare la spesa svicolano rapidamente nonostante la mascherina e, magari, si arrabbiano pure se incontrano persone che parlano a meno di due metri di distanza da qualcun altro. Nel frattempo si tenta di riaprire gli   ospedali   chiusi   perché   secondo alcuni di cotanti geni politici essi non   servivano dopo che presunti   studi   di settore li avevano dichiarati eccedenti al reale bisogno: purtroppo, nel nostro Paese la visione ideologica della vita ha sempre visto soltanto il presente e non ha mai pensato di organizzarsi per l’emergenza poiché, come i bambini, l’emergenza se essa non la vede pensa che non ci sia.

E, invece, in questi difficili frangenti la famiglia   e i buoni sentimenti      si   ripropongono   come indispensabili   sostegni alla nostra vita, semiologi, sociologi, psicologi d’assalto e tutti gli opinionisti che pretendevano di avere sottomano nuovi modelli di organizzazione della vita umana, giacciono ora impotenti sul divano di casa, facendo zapping tra un talk show e l’altro, con l’ansia di chi non si capacita di vedere sgretolato il suo fortino concettuale. Anche le loro privilegiate vite sono adesso sepolte dalle intemperanze dei bimbi costretti a casa e con i quali bisogna fare qualche gioco di società e, perché no, parlare e raccontare delle fiabe… un esercizio nel quale sono piuttosto bravi.

​Nelle scorse settimane i radical chic di molti Paesi guardavano all’Italia con il disprezzo di chi ci considerava dei monatti, qualcuno s’inventava addirittura strane teorie per cui la tale nazione era immune o la tal altra avrebbe presto raggiunto il paradiso in terra dell’immunità di gregge. Ma il morbo avanzante sta spazzando via tutte quelle categorie inutili che hanno tentato d’imprigionare la realtà, oggi esse battono in ritirata e sono finalmente costrette a fare le cose che noi già stiamo facendo.

Gli alfieri del ribellismo, quelli duri e puri contro il potere, oggi fanno gli spot per dirci che bisogna obbedire ai decreti governativi, quando il mese scorso proclamavano orgogliosi la loro volontà di fare quel che   cavolo gli   pareva.  Per fortuna sono   almeno spariti      gli   imbecilli   dei   centri   sociali   che   manifestavano   davanti   alle carceri   con   dentro i   detenuti   in   rivolta, ultimi   alfieri   dell’idiozia   post-sessantottina.   Mentre tutto questo avveniva, Barbara D’Urso e tante altre anime pie del radicalismo chic erano pronte a piangere per chi sfasciava le carceri, tentava di evadere e si suicidava con overdosi di metadone prelevato dalle infermerie carcerarie devastate: il Dio misericordioso della Fede perdona sempre, l’uomo perdona a volte, ma la natura invece è inesorabile, non perdona mai e prima o poi presenta il conto.

In   ogni   caso   voglio “rincuorare” i tanti   affetti da   allucinazioni   ideologiche, quest’epidemia passerà, voi potrete tornare alle     declamazioni   inutili, a riprendere fiato, a cacciare la testa fuori dal sacco delle idiozie, a rialzarvi come l’erba dopo la furia del vento. Noi, però, non ascolteremo più le vostre farneticazioni in silenzio, come se nulla fosse successo, come se nulla ci fosse da imparare da questa tragedia per poter vivere con più serenità ed operosità ma, soprattutto, per relegarvi nel posto che meritate.

(Copertina: bare di morti infetti nella Chiesa di Ognissanti di Bergamo in attesa di essere cremate)
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