La sciacalla
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Prima di offendere la capacità, la serietà professionale e l’efficacia dei nostri militari, la socia di Fabio Fazio farebbe bene ad andare a dare una occhiata “dentro” le battaglie che i nostri soldati sostennero eroicamente in località che ormai sono entrate nella memoria collettiva degli italiani che la storia ancora la studiano
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Non abbiamo mai visto la trasmissione “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio, affiancato da Luciana Littizzetto. Va da sé che, non avendo mai visto i due all’opera, non possiamo esprimere un giudizio sulla loro bravura televisiva. Segnatamente alla Littizzetto, però, è di questi giorni la polemica scatenatasi a seguito delle brutte parole che, nella menzionata trasmissione, la signora ha destinato ai militari italiani: «Noi italiani non siamo capaci di fare la guerra, facciamo cagarissimo a combattere – Sono più le volte che abbiamo perso – I nostri soldati ce li vedi usare il bazooka, al massimo sanno giocare alla Play Station». A riguardo, se volessimo mantenerci al livello del suo linguaggio, potremmo dire che la Littizzetto è una donna di merdissima perché, oltre ai vivi, vilipende i morti in guerra con il piglio di uno sciacallo, ma non lo diremo. Tra l’altro, oltre a essere in malafede, la signora è pure ignorante. Sono più le volte che abbiamo perso? Posto che fare la conta delle guerre vinte o perse come fossero partite di calcio fa un po’ schifo, non è vero che il più delle volte abbiamo perso le guerre combattute. Un ripassino per la signora a riguardo:
- Guerra per l’occupazione della colonia Eritrea: nonostante ripetuti combattimenti, una vittoria e due sconfitte, riuscimmo a tenere la colonia per oltre sessant’anni.
- Guerra contro la Turchia per la conquista della Libia: la Turchia fu sconfitta e la Libia divenne una colonia italiana.
- Prima Guerra Mondiale: lunga, sofferta e stravinta.
- Guerra contro l’Etiopia: vinta in pochi mesi.
- Seconda Guerra Mondiale: persa dopo aver valorosamente combattuto, per ben tre anni, contro otto eserciti, nonostante la nostra pessima logistica.
- Guerra di liberazione: 87.000 militari complessivamente morti. (Fonte: Anpi)
Insomma, da quando Roma n’è diventata la capitale, l’Italia ha perso soltanto una guerra. E, pertanto, la signora Littizzetto impari almeno a far di conto. Per quanto, invece, riguarda la nostra presunta scarsa propensione al combattimento, le ricordiamo che all’entrata nella Grande Guerra in Italia esistevano almeno cinque Corpi di Volontari, cioè di giovani che, già in tempo di pace, si erano preparati per andare volontariamente a combattere per il proprio Paese in caso di guerra. Certo, noi italiani non siamo ottusi militaristi come i tedeschi (e questo non può che farci onore!), né colonialisti genetici come gli inglesi, né incoscienti armati come gli americani, ma di coraggio, motivazione e professionalità ne abbiamo in una misura che la signora Littizzetto non potrebbe neppure immaginare… gliene serviamo un piccolo assaggio. Come abbiamo visto, durante la Grande Guerra, l’Italia poté contare su moltissimi volontari alcuni dei quali certamente d’eccezione come Vittorio Montiglio, Enrico Toti ed Ernesto Nathan, ex sindaco di Roma. Dov’era l’eccezionalità? Il primo aveva appena quattordici anni, il secondo era privo di una gamba e il terzo, Nathan, veleggiava oltre i settant’anni: non erano esattamente la cornice umana di un cagarissimo popolo che non sa combattere.
Ma anche nella II Guerra Mondiale, pur condotta sotto la guida politica di quel pagliaccio irresponsabile che si faceva chiamare “Duce”, gli atti di eroismo furono la cifra quotidiana dei nostri militari su tutti i fronti di guerra. A riprova di ciò, la socia di Fazio vada a dare un’occhiata dentro le battaglie che i nostri soldati sostennero in località che, ormai, sono entrate nella memoria collettiva di quegli italiani che la storia ancora la studiano: Agordat, Amba Alagi, Tobruk, el-Alamein, Arbuzovka, Bardia, Bir el Gobi, Isbuscenskij e Nikolaevka. Ma, anche a voler essere indulgenti con le sue stronzate, dobbiamo per forza rilevare che la signora Littizzetto (che pare provenga dall’insegnamento…) fa confusione tra capacità e possibilità. Intendiamo dire che il soldato italiano è più che capace di battersi alla pari contro di qualsiasi avversario e su qualsiasi terreno; altra cosa è averne la possibilità, perché questa non dipende da lui, ma dalla guida politica del suo Paese che dovrebbe essere capace di supportarlo logisticamente sul campo di battaglia… questo era, ed è tutt’oggi, il vero problema delle nostre Forze Armate: la logistica!
E tutto questo, dovrebbe sapere la signora Littizzetto, soprattutto per l’errato approccio al problema della sua parte politica che negli anni passati, ma anche tutt’oggi, quando si sentiva particolarmente buona, definiva quelle militari spese parassitarie, mentre oggi una parte di essa vorrebbe addirittura mandare i nostri militari contro l’Armata Rossa in Ucraina. Più o meno come fece Mussolini con i disastrosi risultati che tutti conosciamo. La signora Littizzetto non ce li vede i nostri militari impiegare i bazooka? Poverina, certamente avrà problemi di vista, sennò si sarebbe accorta che i nostri militari il bazooka, e non soltanto, lo sanno usare benissimo quando la logistica fornisce loro i proiettili da lanciare, almeno in esercitazione. La socia di Fazio, che evidentemente non ha una grande opinione neppure della capacità educativa delle forze armate, si sorprenderebbe apprendere che, per precedenti professionali, il bazooka saprebbe impiegarlo perfino lo scrivente che, essendo ormai un gentiluomo di vecchio stampo (sebbene un po’ incazzato), resiste alla tentazione di suggerirle dove andarlo a ficcare il bazooka delle polemiche offensive.
(Copertina di Donato Tesauro)
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