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La puntura ai no vax a suon di multe oggi non avrebbe più senso

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amnistia ai no vax
La Sinistra italiana farebbe bene ad astenersi dal buttare la croce addosso al governo per le multe annullate ai no vax perché, proprio in tema di amnistie, non è che possa scagliare la prima pietra e per motivi molto, ma molto più seri della caparbietà dei renitenti alla leva vaccinale

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Non appena la ragioneria dello Stato ha avallato il Decreto Milleproroghe con l’amnistia ai no vax che cancella le multe del Covid, si sono scatenate le sinistre e i virologi d’assalto (qualcuno già ben accasato nel Pd…), che speravamo se ne fossero andati finalmente fuori dalle palle. In verità, anche nella maggioranza non tutti sono d’accordo con la suddetta cancellazione che, è opportuno ricordarlo, era stata tra gli impegni assunti dal governo. Matteo Salvini, sostenitore della misura, ha detto per una volta una cosa saggia anche se incompleta: «Stop alle multe? Segno di pacificazione nazionale per chiudere i conti con il passato».

Va bene, però, se la multa viene cancellata a chi ancora non ha sanato, a maggior ragione bisognerebbe restituire l’importo a coloro che, invece, l’hanno già pagata, per una questione di equità. Per il resto si può discutere, come per esempio sull’obbligatorietà dei trattamenti sanitari e il presunto allineamento del governo con l’atteggiamento populista, antiscientifico e irrazionale della prossima amministrazione americana subodorato dalla Sinistra. Oltre al governo il bersaglio è, ovviamente, Donald Trump e il designato Segretario alla Salute e dei Servizi Umani, Robert Kennedy Jr, da sempre scettico sulla gestione della pandemia da Covid-19. Sommessa domanda: ma se l’attuale governo e il suo programma sono nati il 22 ottobre del 2022 e Trump è stato eletto lo scorso 5 novembre (cioè due anni dopo), come faceva l’esecutivo Meloni ad allinearsi con la prossima amministrazione americana? Ma che volete farci, da quando è duce l’ineffabile Elly a sinistra le sparano sempre più grosse e irrazionali le cazzate.

Comunque, per non uscire fuori tema aggiungeremo soltanto che, per ragioni professionali, siamo da annoverare tra le persone più vaccinate al mondo, in più abbiamo completato anche il ciclo anti Covid e, tuttavia, restiamo contrari a ogni trattamento sanitario obbligatorio, come pare lo sia anche la Costituzione all’articolo 32. In tema di diritti sanitari cogliamo l’ennesima contraddizione della Sinistra che, pur essendo favorevole al suicidio assistito in nome di una sacrosanta libertà di scelta individuale, nega la stessa libertà di scelta agli antivaccinisti. Poi, attenzione a buttare la croce addosso al governo, perché in tema di amnistie i postcomunisti non hanno le carte in regola per scagliare la prima pietra, e per motivi molto, ma molto più seri delle multe annullate dal Decreto Milleproroghe.

Il 22 giugno del 1946, cioè venti giorni dopo il referendum istituzionale che abolì la monarchia, entrò in vigore il decreto presidenziale di amnistia e indulto per reati comuni, politici e militari, commessi durante il periodo dell’occupazione nazifascista. Tale decreto fu voluto da Palmiro Togliatti, l’allora ministro di Grazia e Giustizia, oltre che segretario del Partito Comunista Italiano. Il dichiarato scopo di Togliatti (un comunista trinariciuto!) era quello di avviare la pacificazione nazionale dopo vent’anni di fascismo e due di guerra civile. E fece bene perché – lezione poco appresa a sinistra – le guerre non devono durare in eterno sennò perdono la capacità di insegnarci le vie della pacifica coesistenza, quella stessa che poi vorremmo insegnare ai nuovi arrivati sui barconi. Pertanto, a nostro avviso ha fatto bene questo governo a dare l’amnistia ai no vax a distanza di quattro anni dalla pandemia, anche se l’amnistia avrebbe potuto congegnarla anche un po’ meglio.

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