La proporzionalità della difesa si deve stabilire sul terreno operativo
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Stabilire che la difesa deve essere proporzionata all’offesa, da un punto di vista operativo, ha l’effetto di limitare l’aggredito lasciando l’iniziativa all’aggressore. La cosa non va soltanto contro il buonsenso, ma lede uno degli elementi di tenuta della società, la giustizia e, in particolare, l’imperatività di rendere inoffensivi i violenti con armi non letali. Le armi che bloccano un uomo ma non lo uccidono sono di diversi tipi, ma non c’è la volontà politica di sceglierne qualcuna per garantire la tranquillità dei cittadini, la vita dei Poliziotti e degli stessi malfattori
– Enzo Ciaraffa –
Caro Generale Cosimato… finalmente ci hanno messi in libera uscita! In verità, tu non sei mai stato fermo neppure durante il lockdown, perché col Centro di Studi Sinergie hai organizzato un profluvio di videoconferenze su dei temi importanti e molto sentiti dai cittadini. A riguardo, mi è giunta voce che ne stai organizzando una sull’impiego delle armi non letali e sul principio di proporzionalità della difesa. Proporzionalità… non trovi che un concetto così giuridicamente indefinito finisca col legare le mani alle forze dell’ordine e a liberarle al magistrato, oltre che ai delinquenti? Chi sarà stavolta l’esperto invitato a parlare sull’argomento?
Il diritto ha abbandonato la strada del buonsenso e della morale già dai tempi dell’Illuminismo. L’interpretazione “pro reo” è un vizio della cultura giuridica radical chic che pretende di imporsi sul diritto alla sopravvivenza. Stabilire che la difesa deve essere proporzionata all’offesa, da un punto di vista operativo, ha l’effetto di limitare l’aggredito lasciando l’iniziativa all’aggressore. La cosa non va solo contro il buonsenso, ma lede uno degli elementi di tenuta della società, la giustizia e, in particolare, l’imperatività di rendere inoffensivi i violenti. Le armi non letali sono di tanti tipi, ma non c’è la volontà politica di scegliere le più opportune e utilizzarle. Il 24 giugno prossimo parleremo con un esperto proveniente dall’Arma dei Carabinieri che ci indicherà le soluzioni pratiche a questo problema.
Ma anche a voler essere à la page e discettare di devianti dalle regole del vivere civile e non, invece, di catalogati delinquenti, non si può non cogliere il fatto che in Italia vi è una classe politica e dirigente perlomeno strana: ti commina una forte sanzione penale e pecuniaria se soltanto ti riunisci assieme a un gruppetto di amici al bar, e magari manda libero uno spostato che ha appena ferito un Carabiniere o un Poliziotto.
La pratica quotidiana della prevenzione del crimine è costellata di incidenti in cui, di solito, i tutori dell’ordine hanno la peggio. È ben vero che ci sono stati degli incidenti in cui la vittima è stata il delinquente, ma ciò, sul piano operativo, è dovuto all’impossibilità di utilizzare armi non letali. Non si può fermare una persona in preda a uno stato di eccitazione violenta con lo spray al peperoncino. Men che meno si può sedare una rissa o un’adunata sediziosa con dei colpi in aria.
Ma sull’ordine pubblico a che gioco stanno giocando politici e magistrati secondo te?
La concezione di stampo illuministico del Diritto ha ormai allontanato i giuristi dalla gente comune. I legulei hanno assunto un ruolo di arroganza culturale fino alla prevaricazione, che è arrivato a evidenti violazioni del principio della divisione dei poteri. Laddove certi procuratori indagano i ministri per i loro atti politici, laddove con la scusa di far giurisprudenza la Corte di Cassazione inventa reati di matrice ideologica e dove la Corte Costituzionale emette le cosiddette “sentenze creative”, non c’è più limite al “sistema Palamara”, il cui libro ho letto con particolare sconforto.
Quali sono, secondo te, le più numerose categorie di devianti impuniti in Italia?
Esiste un vero e proprio sistema politico economico che vive sui devianti. Fiumi di soldi vanno a organizzazioni che si occupano di persone entrate illegalmente in Italia, ad associazioni che vivono di risorse pubbliche, come hanno dimostrato molte inchieste, come quella nota come Mafia Capitale. Poche organizzazioni come la Comunità di Muccioli hanno la capacità di ottenere dei risultati, sarà per questo che in passato sono state attaccate da inchieste figlie della politica. La microcriminalità è un’area molto vasta che è culturalmente figlia di uno Stato anarcoide quando deve punire il deviante. Lo stesso Stato diventa inflessibile nel sanzionare chi non rientra nelle categorie protette del pensiero radical chic. Le forze dell’ordine sono decisamente impotenti sia nella prevenzione che nella repressione.
Per carità non sto pensando a uno stato di polizia, ma un minimo di autonomia operativa le forze dell’ordine dovrebbero pure averla. Come si fa a parlare di proporzionalità quando la reazione e difesa di un Poliziotto deve avvenire in una frazione di secondi e quasi sempre in provate condizioni emotive?
L’antimilitarismo dei settori politicizzati del Diritto e, più in generale, della classe dirigente, è storia vecchia. Il Diritto va de-ideologizzato, al di là della solidarietà pelosa alle vittime, che è merce a buon mercato, bisogna diffondere una nuova cultura che tuteli le vittime ed i tutori dell’ordine nel momento in cui sono in pericolo, non dopo quando tutto si è compiuto ed è ormai inutile.
Ma perché la Sinistra è contraria all’impiego di armi non letali, come la Pistola Taser, da parte delle forze dell’ordine. Infatti, il ministro degli interni in carica l’anno scorso ne sospese l’utilizzo. Sicché siamo arrivati all’assurdo che un privato cittadino munito di titolo può comprare e utilizzare una Pistola Taser e un poliziotto no. È normale tutto questo?
Se fossero state impiegate pratiche o armi non letali, George Floyd sarebbe ancora vivo e i liberal americani non avrebbero potuto mettere a ferro e fuoco gli Stati Uniti. Se Cucchi non si fosse drogato e fosse stato reso inoffensivo con mezzi opportuni ci saremmo risparmiati inutili attacchi ai tutori dell’ordine, che sono gli unici cittadini spesso soggetti a una doppia giurisdizione e spesso privi della concessione ideologica delle attenuanti.
Chissà se a Roma si rendono conto che in questo modo va a farsi benedire la sicurezza e la difesa dei cittadini che pagano (con le tasse) per essere protetti…
Devo purtroppo ripetere che la classe dirigente di questo Paese non vuole uscire dai recinti ideologici dentro cui è stata messa dagli influencer della politica, cioè le organizzazioni lobbistiche che spuntano fuori ogni tanto nelle inchieste giudiziarie.
La classe dirigente di cui dobbiamo parlare e che vogliamo identificare deve avere moralità e capacità che non si acquisiscono nei centri sociali o nei salotti radical chic, che sono spesso frequentate dalle stesse persone.
Non credi, Generale, che il politically correct impedisca di dire e di scrivere (agli ignavi e non sono pochi nei media) una verità che è sotto gli occhi di tutti: la tolleranza in fatto di droghe e l’abnorme entrata nel Paese di immigrati illegali sta rendendo la situazione dell’ordine pubblico sempre più ingestibile da parte delle forze dell’ordine.
La situazione si deteriora lentamente, una pubblica amministrazione che non riesce nemmeno a distribuire i vaccini senza i militari, non può certo fare cose più ardue e complesse, i cui problemi nascono da ideologie del Novecento. Droga e disordine si diffondono sotto l’influsso costante di media mainstream che ci martellano ogni giorno. Il politicamente corretto, tuttavia, è sempre più inviso all’opinione pubblica e non è impossibile ipotizzare una reazione.
Ti faccio una domanda finale per rispondere alla quale, me ne rendo ben conto, ci vorrà un grande coraggio: con la classe dirigente che ci ritroviamo credi che il nostro Paese abbia ancora un futuro? Io incomincio ad avere dei dubbi al riguardo.
Avremo un futuro solo se faremo nascere una nuova classe dirigente, visto che quella attuale, l’ho detto un’infinità di volte, è demagogica e incapace. Purtroppo, il moltiplicarsi di nuovi partiti, spesso apparentemente moderati, non è un buon segnale, c’è ancora troppa confusione nel quadro politico. Sta a noi semplificarlo alle prossime elezioni.
Sperém…
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