La nostra Via Crucis
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Monti operò la pulizia etnica delle risorse per l’ammodernamento, all’insegna di parole d’ordine come tagliare e proibire, sopprimendo sul nascere la creatura che diceva di voler salvare, la ripresa economica
– redazione –
Ormai si è capito che – ammesso si riesca a formare un Governo – il tormentone di quest’anno sarà la legge elettorale e il reddito di cittadinanza, con quali effetti sulla coerente conduzione del Paese, sulla sua modernizzazione e sull’abbozzo di una costante politica estera ed economica è facilmente prevedibile. Questo mentre il Paese è dannatamente in ritardo su tutto.
È in ritardo sull’ammodernamento della scuola che, da Giovanni Gentile in poi, come dire dal fascismo ad oggi, non è mai stata interessata da una riforma che non fosse ideologica o clientelare, e adesso ne stiamo pagando lo scotto perché i nostri titoli di studio sono considerati tra i meno prestigiosi di tutta l’Europa. Lungi dal prenderne atto e rimediare con una figura di prestigio, il Governo uscente, non sia sa in base a quali criteri, ha reso responsabile dell’istruzione nazionale una sindacalista di cui non si conosce con certezza neppure il titolo di studio posseduto e che si è distinta soprattutto per aver redarguito (lei…) un giornalista che l’aveva chiamata ministro e non ministra.
Mentre i ministri della repubblica si producono in siffatte amenità il Paese è in completo ritardo sulla modernizzazione della Pubblica Amministrazione, ritardo aggravatosi col Governo Monti che operò la pulizia etnica delle risorse che erano a disposizione di tale necessità, all’insegna di parole d’ordine come tagliare e proibire, uccidendo sul nascere la creatura che diceva di voler salvare: la ripresa economica. Sicché, grazie a cotanto genio della finanza e dell’economia, la Pubblica Amministrazione oggi non possiede le risorse neppure per comprare la carta igienica per le scuole, figuriamoci investire in tecnologia.
Non parliamo poi di produzione e di lavoro il cui malmesso stato di salute necessita urgentemente di nuove figure professionali che soltanto una scuola efficiente può formare e, soprattutto, necessita di un nuovo modo di concepire i rapporti di lavoro: non si può passare da una legislazione socialisteggiante alla totale impunità sui licenziamenti dall’oggi al domani, con un tratto di penna, abolendo l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Ma come è stato possibile che sia avvenuto tutto questo sotto i nostri occhi? Dove erano i sindacati quando tutto ciò avveniva? E dove erano i media?
La morale alla fine è questa: se è vero che la nostra classe politica è inaffidabile è altrettanto vero che noi, il popolo, siamo ancora più inaffidabili, poiché da Mussolini a Renzi abbiamo continuato ad inseguire i venditori di fumo che hanno attraversato la storia del Paese.
La verità che non vogliamo vedere è che non abbiamo bisogno di taumaturghi per uscire da questa Via Crucis degli ideali e della speranza, ma semplicemente ritrovare noi stessi. E chissà che non possano aiutarci in questo dei ragazzi sprovveduti ma volenterosi, di limitata esperienza politica ma puliti… sono essi l’ultima speranza di un Paese che ha visto puntualmente dissolversi ogni sogno di cambiamento.