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In Germania sorgerà un altro muro chiamato Brandmauer?

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Brandmauer
Invece d’interrogarsi sulle cause che stanno portando al successo la destra nazionalista di elezione in elezione e porvi rimedio strutturale, i leader dei partiti che governano la Germania da 79 anni non hanno trovato nulla di meglio che propugnare l’edificazione di un nuovo muro, stavolta contro gli elettori di Alternative für Deutschland

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Dopo l’affermazione della Destra-Centro in Italia, l’ottima performance del Rassemblement National in Francia, il trionfo elettorale del partito nazionalista tedesco Alternative für Deutschland e della sua ala estremista Der Flügel, in Turingia e in Sassonia, dov’è arrivato secondo appena dietro la corazzata dell’Unione Cristiano – Democratica, i desiderata degli elettori dell’Unione Europea si spostano ancora più a destra. E questo, per ridurre la questione ai minimi termini, può significare soltanto una cosa: hanno fallito le politiche di Germania e Francia in materia di economia, immigrazione e rivoluzione green, grazie anche al “bacio della Medusa” dei Verdi di casa loro e nell’Unione.

A questo bisogna aggiungere il rallentamento generalizzato dell’export verso la Cina, la conseguente frenata produttiva e la scelta di privilegiare la produzione delle auto elettriche a discapito di quelle a motore caldo, mettendo così in crisi l’industria automobilistica: basti pensare che, per la prima volta nella sua storia, la Volkswagen ha preannunciato dei licenziamenti in massa e la chiusura di alcune fabbriche. Ad oggi la produzione tedesca è calata del 2,4%, con un PIL che non andrà oltre lo 0,1% di crescita (Fonte: Istituto Liebniz). In altre parole la Germania, la locomotiva d’Europa, è sull’orlo della recessione.

Ebbene, in questo quadro generale abbastanza deprimente, invece d’interrogarsi sulle cause che stanno portando al successo la destra nazionalista di elezione in elezione ed immaginare rimedi strutturali, l’UE, i leader dei partiti che governano la Germania dalla fine della guerra non hanno trovato nulla di meglio che propugnare l’edificazione di un nuovo muro, stavolta contro gli elettori di Alternative für Deutschland, un muro che hanno battezzato col nome di “Brandmauer”, muro di fiamme. In realtà è l’ennesimo cordone sanitario che sono soliti stendere le Sinistre quando perdono nelle urne e ciononostante non vogliono consegnare le leve di governo ai vincitori.

Non sappiamo quanto possano essere considerati democratici questi sistemi che tengono prigioniera una parte cospicua della volontà popolare liberamente espressa attraverso le urne, certo è che non funzionano: non hanno funzionato in Italia, dove nonostante la linea del Piave eretta a suo tempo dai cosiddetti democratici, la Destra-Centro governa da oltre due anni con risultati per niente disprezzabili, nonostante la sfavorevole contingenza storica, economica, geopolitica e un’opposizione tanto aggressiva quanto squinternata e masochista.

Il “Brandmauer” non ha funzionato neppure in Francia dove, dopo aver fatto una figura di merda nelle elezioni europee dello scorso giugno stravinte dalla destra del Rassemblement National di Marine Le Pen, il presidente Macron non ha trovato nulla di meglio che sciogliere l’Assemblea Nazionale e indire elezioni politiche per il mese successivo, non prima di aver creato una barriera contro la Destra, mettendo insieme il Centro, la Sinistra e l’Estrema sinistra. Risultato: è riuscito ad arginare a stento il partito di Marine Le Pen, si è inimicato ancor di più i suoi ex alleati di sinistra perché li ha bypassati nel dare l’incarico di fare un nuovo governo ad un vecchio repubblicano, Michel Barnier, il quale stante la premessa, per governare avrà bisogno dei voti… indovinate di chi? Ma del Rassemblement National naturalmente. Che Napoleone sto’ Macron! L’ennesima riprova del fatto che un movimento di protesta non lo si ferma erigendo le barricate, trattando come brutali nemici della democrazia coloro che, democraticamente, elezione dopo elezione, stanno lanciando un messaggio chiaro e ineludibile a Bruxelles, ed ai loro governi di Parigi e di Berlino: o cambiate politica, o vi costringeremo a farlo con la potente arma del voto.

Pertanto, saranno inutili tutti gli argini che le alchimie politiche consentono di erigere contro la montante marea di destra, se non si metterà al centro di ogni programma politico la Nazione – Popolo (cosa che ha capito bene la destra italiana), e non l’astratto mito di un mondo globale senza radici. I cittadini vogliono ritrovare le loro origini, sentirsi parte di “qualcosa”. D’altronde, sarebbe follia pensare di poter sostituire il cittadino col buonismo e la politica dei sani interessi nazionali con l’ecumenismo politico. Il concetto di Nazione, infatti, non è antidemocratico, non è antieuropeista e non è razzista; è rispetto di regole e valori per tutti… per quelli che in Italia vivono, per quelli che in Italia vorrebbero vivere. Si chiama coesistenza. Che, a quanto pare, è patrimonio della Destra.

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