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L’onorevole che si regala i figli a noi suggerisce di regalarci un cane

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onorevole Brambilla
Tutto ciò che di bello esiste al mondo è, alla fine, figlio dell’amore. Sicché anche la cultura, l’arte, la filosofia, la convivenza civile e perfino le leggi della democrazia nascono dall’amore che proviamo verso un altro, anche se tale sentimento dovesse alla fine rivelarsi fallace come dà per scontato l’onorevole Brambilla, visto gli effetti positivi che comunque l’amore produce negli esseri umani normali

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Allo scopo di rincorrere il pensiero del suo direttore sempre sapido, controcorrente e intelligente, ci capita spesso di leggere “il Giornale”. Ebbene, in questa rincorsa del pensiero di Sallusti avviene talvolta d’incrociare degli articoli che il ragionier Fantozzi non esiterebbe a definire una cagata pazzesca. Giudicate voi.

Oggi che in tutto il mondo civile si celebra la festa degli innamorati, l’onorevole Brambilla il cui nutrito curriculum vi risparmiamo perché potete scorrerlo su Wikipedia, non ha trovato di meglio che dedicare alla ricorrenza un articolo che già a leggere il titolo fa venire l’orticaria: “Oggi è San Valentino, regalatevi un cane affettuoso”. Posto che un cane non dovrebbe essere il frutto di un regalo di ripiego ma di una scelta di vita, avremmo qualcosa da ridire sull’esortazione dell’onorevole rosso chiomata, ma prima leggiamo alcuni florilegi tratti dall’articolo: «Si tratta di una festa inutile […] L’amore vive tre fasi. Nella prima stai male perché non sai se riesci a conquistare la persona che ti piace. Nella seconda stai male perchè l’hai conquistata e hai paura di perderla. Nella terza questa persona ti lascia e quindi l’ansia lascia il posto alla depressione. La festa di San Valentino si basa dunque su una fallace promessa di felicità […] Oggi, San Valentino, regalatevi un cane».

Onorevole Brambilla, ci consenta di esordire col dirle senza peli sulla lingua che non abbiamo mai letto un tal cumulo di fesserie (eppure sull’argomento ne sono stata scritte tante negli ultimi due millenni…) a proposito dell’amore e dell’innamoramento. Partiamo dall’ultima considerazione del suo articolo secondo la quale l’amore è una fallace promessa di felicità.

Può darsi, non lo escludiamo, anche se è il caso di ricordare che la pietas, ovvero il rispetto e l’attenzione per i nostri simili, per i più deboli e per la natura può nascere soltanto dall’amore. Così come la cultura, l’arte, la filosofia, la convivenza civile e perfino le leggi della democrazia nascono dall’amore che celebriamo oggi, e se tutto questo dovesse rivelarsi una fallace promessa di felicità, beh, ce ne faremo una ragione visti gli effetti positivi che produce l’amore sulle persone normali anche quando è fallace, perché è comunque da “lui” che ricaviamo stimoli per il presente e gli insegnamenti per costruire un futuro di più durature certezze. Non a caso nel 1776 i costituenti americani inserirono il diritto alla felicità nel preambolo introduttivo della loro Costituzione meglio nota come la Dichiarazione dei Diritti. Questo ha consentito agli americani di diventare un popolo felice negli ultimi duecento anni? Certo che no, però essi sanno, hanno la certezza che pretendere la felicità (che è figlia dell’amore) è un loro sacrosanto diritto.

Per concludere, onorevole Brambilla, lei è anche incoerente perché ha messo al mondo tre figli i quali, a meno di smentite clamorose, immaginiamo siano stati il frutto di un legame d’amore che tanto effimero non deve essere stato visto che, da quanto leggiamo, dura da moli anni. Ciononostante suggerisce a noi di non innamorarci e di comprare un cane il giorno di San Valentino… non vorrà mica venirci a dire che anche l’amore è un’esclusiva dei ricchi?

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