L’Italia, la politica e il Paese reale secondo il Generale Cosimato
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Il nostro primo intervistato dell’anno, il presidente del Centro Studi Europei Sinergie ritiene che se alla Sinistra italiana si tolgono l’Anpi, i matrimoni gay, la morte assistita, l’aborto e Greta Thunberg non le resta in mano nessuna offerta politica credibile e che, tra l’altro, essa non ha neppure la schiena dritta per difendere, da sinistra, gli interessi nazionali e trasformarsi così in un moderno partito socialdemocratico
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Generale Cosimato, immaginiamo che in questi giorni tu ed i vari collaboratori siate impegnati ad approntare il programma per l’anno nuovo del Centro Studi Europei Sinergie, perciò ti ringraziamo in modo particolare per aver dedicato un po’ di tempo al nostro blog.
Figuratevi, il tempo si trova sempre anche perché il Centro Studi sa lavorare con pazienza e costanza all’elaborazione di un programma, così come di una cultura che contribuisca a sanare i pesanti guasti del pensiero unico.
Ovvero…
L’aggressione continua della propaganda, spacciata per informazione, dei media mainstream ci ha chiusi in recinti ideologici per indurci pian piano ad odiarci dividendoci tra buoni e cattivi: non è così che si conduce la “res publica” e noi intendiamo dirlo con la forza paziente della logica e della cultura tradizionale. Lasciamo agli altri le ghigliottine e gli anatemi che, prima o poi, dovranno fare i conti con la realtà.
Generale Cosimato, l’idea di fare quattro chiacchiere con te ci è venuta nei giorni scorsi quando, nel pieno della congerie riguardante la pandemia e l’elezione del sostituto di Mattarella al Quirinale, abbiamo percepito con maggiore intensità una certa stanchezza, un silente assuefazione al peggio da parte della gente, è come se il tarlo del mondialismo ad ogni costo stesse scavando dentro la nostra identità di comunità nazionale. Che cosa sta succedendo secondo te.
Ho la terribile impressione che l’Italia già non sia più una comunità, ma una folla psicotica entro la quale basta che un imbecille, incaricato di dir fesserie nei talk show, suggerisca di fare un tampone e, di colpo, un milione di cittadini si presenta davanti alle farmacie il giorno seguente. Un parente che vive in Gran Bretagna mi ha chiesto: «Come mai siete tutti così terrorizzati? Da noi non succede niente di tutto questo».
E tu che cosa hai risposto, generale Cosimato.
Cosa volete, evidentemente abbiamo perso la capacità di rimanere a letto quando abbiamo la febbre e non siamo nemmeno più capaci di prendere un’aspirina, ci limitiamo alla “tachipirina e alla vigile attesa” suggerite dai cosiddetti esperti, una cosa che ha fatto un sacco di morti.
Instillazione scientifica della paura o solo incompetenza?
Tutte e due le cose, soprattutto instillazione della paura perché è lo strumento più utile al potere per rimanere in sella.
Ma stretta tra i pesi massimi dell’Unione europea come Germania e Francia, di questo passo l’Italia non corre il rischio di ritornare ad essere quella semplice “espressione geografica” tanto cara al ministro austriaco Metternich.
Purtroppo, eccetto il passato remoto, l’Italia non ha più una cultura che ci caratterizzi e ciò mentre il globalismo, il mondialismo e i “point paper” delle organizzazioni internazionali tentano di convincerci che essere cittadini di una nazione non ha senso. Sicché, in qualche modo, finiremo per non essere nemmeno più un’espressione geografica.
E che cosa diventeremo.
Acquirenti telematici, espressioni virtuali che appiccicano like e cuoricini sui post senza senso che qualcuno di noi fa circolare acriticamente.
Generale Cosimato, in un articolo da te recentemente pubblicato sul sito del Centro Studi hai sostenuto che l’unità d’Italia, per come fu realizzata, introdusse il concetto che qualsiasi cosa accada, la colpa è sempre dei cittadini e mai di chi li governa, specialmente da quando è iniziata la pandemia aggiungiamo noi.
Eccettuando la Grecia classica, possiamo dire che la prima forma di democrazia in Europa nasce nel 1215 con la Magna Charta Libertatum che il re Giovanni Senza Terra fu costretto a sottoscrivere perché tassava troppo i sudditi. Da quella data schiere di pensatori liberali hanno teorizzato i diritti inalienabili dell’uomo, ma pare che dopo sette secoli e 200 anni divisi fra Statuto Albertino e Costituzione repubblicana, le nostre libertà individuali siano state conculcate per un’emergenza che nessuno riesce a risolvere ma che tiene ben salda al potere una classe dirigente evidentemente incapace.
E che cosa dovremmo fare per mandarla a casa, per ripristinare la piena democrazia e possibilmente il merito.
Posso dirvi che cosa non dovremmo fare. Dovremmo smetterla, ad esempio di prenderci alla gola tra vaccinisti ed antivaccinisti, ciò perché figuri politici come Speranza e Di Maio possano dormire sonni tranquilli fintanto che litighiamo tra noi come i polli di Renzo. Rispetto al dettato della Magna Charta, in Italia non vale più nemmeno il principio secondo cui il potere legislativo è superiore al potere esecutivo… ai dittatori di oggi è bastato ricorrere alla fiducia.
Generale Cosimato, perché, secondo te, l’Italia viene ciclicamente commissariata da qualche taumaturgo che a volte si chiama Benito e per ben due volte Mario.
Perché l’Italia non è un Paese di cultura democratica.
Un’affermazione piuttosto pesante.
L’Italia diventerà democratica soltanto quando la sua classe dirigente (e noi cittadini che glielo consentiamo…) smetterà di manomettere la Costituzione sulla base di interessi di parte e di partito.
Eppure negli ultimi sette anni abbiamo avuto un supremo guardiano della Costituzione, un presidente della Repubblica del quali in giro si dicono mirabilie…
Voi dite? Eppure l’abuso senza precedenti, emerso nell’ambito della Magistratura con le rivelazioni dell’ex magistrato Luca Palamara è passato senza colpo ferire perché il presidente della Repubblica non ha svolto il suo compito di capo del Consiglio superiore della Magistratura (Csm). Un Paese del genere avrà sempre due tipi di potere: quello in cui il dittatore non si vede e quello in cui il dittatore è palesemente tale.
È caduto il muro di Berlino, si è frantumato il Patto di Varsavia, la Nato conta ormai quanto il due a briscola, l’America è in crisi d’identità e la Cina la fa da padrona sullo scacchiere mondiale, eppure la politica italiana non sembra per niente propensa ad uscire dal Novecento o peggio dal dopoguerra. Perché secondo te.
Una classe dirigente come quella attuale non ha interesse a cambiare gli schemi del passato.
In che senso.
Nel senso che se alla Sinistra togli l’Anpi, i diritti dei gay, la morte assistita, l’aborto e Greta Thunberg che cosa gli resta in mano? Avesse almeno la schiena dritta per difendere, da sinistra, gli interessi nazionali, che nemmeno conosce, e trasformarsi in un credibile partito socialdemocratico!
In questi ultimi anni, l’assegnazione di ogni carica pubblica, perfino quella di usciere, è stata oggetto di lottizzazione esattamente come avveniva ai tempi della Balena Bianca come chiamavano un tempo la Democrazia cristiana i suoi avversari. Insomma la vecchia Dc è morta sotto i colpi inferti da Mani pulite eppure pare che ci governi ancora!
In un Paese in cui la famiglia tradizionale viene avversata e derisa ideologicamente, alla fine tutti “tengono famiglia” per dirla alla Leo Longanesi, solo per arraffare qualcosa. Con questa classe dirigente non andremo da nessuna parte se non a sbattere malamente.
Con tali e tanti presupposti, secondo te, in Italia riusciremo mai a edificare una res publica che sia veramente democratica e liberale. O la vinceranno ancora gli ex (ma oggi ben sistemati) lanciatori delle molotov sessantottesche?
No, ormai gli ex sessantottini dalla molotov facile sono in pensione, oggi ci governano i loro figli che sono pure peggio dei padri. Con le buone o con le cattive, bisogna creare una nuova cultura liberale e democratica che ripristini i valori unificanti della nostra comunità – società, perché è inutile lamentarsi della cosiddetta “atomizzazione della società” se poi non esistono legami solidi e concreti tra i cittadini. De Crescenzo nel suo libro “Così parlò Bellavista” inventò quella gag secondo cui se uno cade ammalato per terra a Napoli muore perché tutti lo soccorrono, mentre se succede a Milano muore lo stesso perché non lo soccorre nessuno. Al giorno d’oggi a un morente in strada al massimo gli fanno una foto che finisce su Facebook, Instagram, Twitter e Tik Tok. Incominciamo, perciò, a cambiare l’aria in casa nostra togliendo la fiducia ai politici che ci dividono e che ogni giorno ci offrono un nemico da odiare. Dobbiamo trovare nuovi leader che siano preparati e sappiano uscire dalla propaganda social per calarsi nella realtà italiana, che è un po’ diversa da come la immaginano a Roma dove forse non si sono mai recati al supermercato per vedere che cosa sta succedendo alle famiglie italiane.
È per questo che avete dato vita al Centro Studi Europei Sinergie.
Sì, per contribuire a ripristinare una cultura di valori tradizionali e favorire, così, una classe dirigente democratica che sappia riportarli in auge senza temere le accuse di fascismo, di razzismo, di sovranismo, di xenofobia e di omofobia. Le fobie, in realtà, le hanno quelli che ci speculano sopra da tempo immemorabile.
A conclusione dell’intervista, disegna quella che a tuo giudizio è la prospettiva politica del nostro Paese.
Nel breve periodo non ci sono prospettive di inversione della tendenza involutiva e disordinata della politica italiana. Sul medio periodo la vedo anche peggio per l’agglomerarsi di tutta una serie di avvenimenti nazionali e internazionali.
Generale Cosimato, grazie ancora per l’intervista che, per quanto non ci abbia fatto fare un bagno di ottimismo, è stata franca e sincera.
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