Il virus, la globalizzazione e la Germania
Share
Dopo la Waterloo comunicativa della Notre Dame della BCE, sono intervenute parole più rassicuranti dai vertici dell’UE, parole che tuttavia non rassicurano per niente perché i fatti stanno andando in tutt’altra direzione. È infatti mancata fino ad oggi una strategia comunitaria per affrontare l’epidemia da Covid-19, è venuta meno la concertazione economica intra-europea, è stato abolito Schengen perché sono stati ripristinati i confini interni ed esterni dell’UE, mentre la Germania si prepara a sostenere con immense risorse di capitale pubblico le aziende tedesche a rischio
****
Gli annalisti del tempo avrebbero potuto ipotizzare che la causa del tracollo dell’Impero Romano d’Occidente sarebbe potuta essere di natura politica, economica, religiosa o militare, invece essa fu segnata da un elemento che nessuno di loro avrebbe potuto prevedere: il ghiaccio. Nel dicembre del 406 d.C., infatti, approfittando del fiume Reno ghiacciato, le prime orde barbare si riversarono in Gallia, aprendo così la strada per Roma alle orde successive.
Negli ultimi anni in Italia, in Europa e nel mondo intero, si è via via diffuso un malcontento strisciante contro la classe politica e contro istituzioni sovranazionali come l’Unione Europea, l’ONU, la Banca Nazionale Europea e il Fondo Monetario Internazionale, giusto per fare degli esempi, ritenuti, non sempre a torto, i pilastri di una globalizzazione cannibale che ha quale inconfessato fine l’obiettivo di divorare l’Homo sapiens e – si passi il concetto poco scientifico – eruttarne uno sottomesso al potere economico: l’Homo insapiens.
Al realizzo di tale fine è di certo riconducibile anche l’agevolazione dell’immigrazione incontrollata da parte delle suddette istituzioni, ciò perché i flussi migratori sono funzionali alle loro esigenze, alle esigenze di quei Paesi e di quelle multinazionali che, potendo disporre così di mano d’opera a basso costo, potranno “gestirlo” politicamente per far lievitare i loro profitti sulla pelle della classe lavoratrice.
Ebbene questa congrega globalizzata, ma anche le sue singole componenti, era imbattibile fino a qualche mese fa perché poteva contare sul supporto operativo di politica, banche, media, Chiesa e, soprattutto, di quelle leve di orientamento emotivo delle masse come i social, le cui regole di fruizione, peraltro, hanno essi stessi stabilito esercitando, in sostanza, la censura preventiva. Sorvolando sul fatto, gravissimo, che i media italiani, per la maggior parte almeno, si stanno comportando oggi come facevano ieri col Minculpop fascista. A tal proposito è reperibile in rete un video nel quale il capo ufficio stampa del capo del governo, Rocco Casalino, si bea di dimostrare ai presenti, e con immediato riscontro, come egli riesca a condizionare l’informazione in presa diretta con un semplice sms.
In altri termini, fino all’altrieri il potere globalizzato al quale il Casalino pure appartiene a pieno titolo, non aveva alle viste nemici capaci d’impensierirlo.
Poi è accaduto l’impensabile, quello che anche in questo caso nessuno avrebbe potuto prevedere: un pipistrello arrostito infetto da virus Covid – 19 sarebbe stato mangiato da un cinese nella città di Wuhan che, da quel momento, si è trasformato nel primo vettore del contagio globale (contendendosi tale primato con la Germania…), ed era prevedibilissimo che ciò accadesse poiché, su ogni sette persone che circolano sulla terra, una è cinese. Purtuttavia, in quei Paesi che come l’Italia hanno un serrato interscambio di persone e di merci con la Cina nessuno ha voluto organizzare in tempo un piano di profilassi nazionale e, anzi, il governo italiano è andato oltre l’imprevidenza considerando, inizialmente, una quarantena profilattica come espressione di razzismo, salvo qualche settimana dopo mettere in quarantena tutta l’Italia: andando avanti con questo cialtronesco modo di fare, sempre altalenante tra opposti eccessi, tra poco il governo passerà dal nulla assoluto in fatto di prevenzione, all’ordine di sparare a vista su coloro che si affacciano dai balconi durante la quarantena!
Siccome vi hanno già provveduto altri, riteniamo inutile ritornare sul fatto che le difficoltà a fornire le cure e il ricovero agli infetti da Covid-19 sono figlie della politica italiana di questi ultimi anni che, in nome di uno scriteriato liberismo (e lo affermiamo da vecchi liberali…), ha fatto a pezzi il sistema sanitario nazionale che, per questa ragione, oggi non è in grado di gestire nessun tipo di malattia diffusiva con i mezzi ordinari. Ma il pipistrello eventualmente servito arrosto a Wuhan ha, come il fiume Reno ghiacciato nel 406 d.C., provocato anch’esso la caduta di un “impero”, anche se sarebbe più appropriato dire che ha dato il via all’otto settembre della globalizzazione ed a quello dei vari congregati: ciò che era impensabile fino a ieri, è accaduto!
Infatti, al cospetto di un’emergenza sanitaria e alla derivata crisi economica d’incalcolabile portata, la Banca Centrale Europea – BCE, per bocca della sua presidente Christine Lagarde, lo scorso 12 marzo a chi le chiedeva che cosa avrebbe fatto la BCE per il montante spread italiano, ha confessato, sebbene con altre parole, che del problema non gliene poteva fregar di meno facendo, così, andare a finire nel cesso i nostri titoli di Stato, quelli con i quali dovremmo finanziare anche l’emergenza sanitaria in atto. Le improvvide parole di Notre Dame della BCE sono costate la bellezza di 825 miliardi di euro all’Europa, dei quali 70 soltanto all’Italia. Poi, dopo la Waterloo comunicativa della Lagarde, sono intervenute parole più rassicuranti dai vertici dell’UE, parole che tuttavia non rassicurano per niente perché i fatti stanno andando in tutt’altra direzione. È infatti mancata fino ad oggi una strategia comunitaria per affrontare l’epidemia da Covid-19, è crollata la concertazione economica intra-europea, è stato abolito Schengen perché sono stati ripristinati i confini interni ed esterni dell’UE, mentre la Germania si prepara a sostenere con immense risorse di capitale pubblico le aziende tedesche a rischio per la crisi. Ciò in barba al trattato TFUE che proscrive il finanziamento pubblico alle aziende. Insomma in questo momento possiamo affermare che sul piano operativo, anche se ogni tanto emette qualche rantolo, l’Unione Europea non esiste più… o forse, chissà, non è mai esistita, come dimostra anche un avvenimento di queste ultime ore: il presidente francese Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno discusso in videoconferenza con Erdogan sulla revisione dell’accordo dell’Unione Europea e Turchia per la gestione dei migranti siriani, bypassando i Paesi direttamente interessati come Italia, Malta e Grecia. Come dire che i padroni dell’UE sono, ormai, Germania e Francia. E dovrebbe far molto meditare gli euro-entusiasti anche il fatto che l’UE ha deciso di chiudere le frontiere esterne soltanto quando anche Germania e Francia sono andate a finire nella peste della pandemia.
Ma, oltre a quello dell’Unione Europea, il Covid-19 ha fatto crollare anche il coltivato mito della buona globalizzazione perché, dopo uno scoordinamento contrassegnato dalle furbizie e dagli egoismi di fronte a un pericolo che è planetario, nell’immaginario collettivo si sta, pian piano, insinuando il dubbio che, vellicati dagli amorini della globalizzazione quali i vari Progetti Erasmus, Internet e Facebook, non ci siamo accorti che la globalizzazione è un perverso gioco nel quale i vantaggi sono ad appannaggio di pochi, e gli svantaggi a carico di tutti noi.
Ma immaginiamo che la resa dei conti in Italia e in Europa verrà dopo l’emergenza sanitaria anche se, nel frattempo, invitiamo a non abbassare la guardia, perché c’è un altro pericolo incombente su di noi che, in cambio della salvezza, abbiamo accettato senza fiatare la quasi totale compressione delle libertà e lo stravolgimento dello stato di diritto. Quali sono i pericoli? Ne segnaliamo soltanto tre: chi e quando deciderà il venir meno delle condizioni che hanno portato a una sorta di coprifuoco in camice bianco? Che cosa succederà quando in presenza di una qualsivoglia (supposta) emergenza futura il governo, per impedirci qualsiasi forma di dissenso, dovesse decidere di replicare il modello coronavirus? Non è osceno adesso – dopo aver sostenuto che era fascista la quarantena – tampinare 60 milioni di italiani attraverso il telefonino?
Per questa ragione, seppur convinti che il momento è grave e che richiede la collaborazione di noi tutti, non soggiacciamo per niente al fascino della patriottica esortazione del premier italiano tendente a criminalizzare, cosa che ha fatto spesso durante questa emergenza, critiche ed esortazioni: “Non è il momento di fare polemiche”.
Polemiche magari no, continuare a pensare con la nostra testa, a preoccuparci per il futuro dei nostri figli, ad essere in controllata ansia per il Paese e per il continente del quale facciamo parte certamente sì.