Il tampone dei furbi con le tasse dei fessi
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Per quanto disastrosa, l’iniziativa del Viminale di spalmare gli immigrati irregolari, alcuni dei quali positivi al coronavirus, su diverse località italiane favorendo così la diffusione e ripresa dell’epidemia è capibile sotto il profilo della bassa demagogia. Non si capisce, invece, per quale ragione il governo abbia sprecato alcuni miliardi in mancette e bonus di dubbia utilità, come per i monopattini, piuttosto che impiegarli per una campagna nazionale di tamponi e test immunologici, disegnando così anche una mappa nazionale dei contagi utilissima quando, si spera a breve, inizierà la campagna di vaccinazione anti Covid-19
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I media main stream si guardano bene dallo scriverlo, ma una parte degli immigrati irregolari e/o clandestini che giungono nel nostro Paese rivela accertata positività al coronavirus, pertanto la folle decisione del Viminale di spalmarli sui diversi centri di accoglienza della nostra penisola ha contribuito ad accendere nuovi focolai oltre che in Sicilia, dove di solito approdano, anche in Basilicata, in Veneto e in Abruzzo. Come se non bastasse, molti dei nuovi arrivati invece di sottoporsi alla quarantena, come fanno quelli positivi al Covid -19, scappano dai centri di accoglienza e si rendono irreperibili, sottraendosi così ad ogni controllo sanitario.
Ma, salvo rare eccezioni, i media proni al potere queste cose sono restii a scriverle col dovuto risalto perché non è politicamente corretto: fa più intellettuale e figo prendersela con quei “mascalzoni” dei frequentatori di discoteche e movida notturna che vorrebbero semplicemente uscire dalla condizione di ostaggi del governo per ritornare ad essere dei ragazzi.
A fronte di una tale situazione, sebbene tardivamente, il ministero degli interni ha deciso di mettervi una toppa isolando gli immigrati a bordo di due navi da crociera appositamente noleggiate, che nessun sindaco vuole fare attraccare, annunciando che sarà applicato un nuovo protocollo sanitario in base al quale i nuovi arrivati saranno sottoposti al test del tampone faringeo, assicurando nel contempo che nessuno scapperà più. E, invece, gli ultimi due immigrati africani positivi al coronavirus sono scappati appena poche ore fa dal Policlinico di Foggia (Fonte: Ansa).
Ottima iniziativa quella del Viminale, direbbe il papa, che però ha alle spalle nientemeno che lo Spirito Santo; pessima invece, sosteniamo noi, che alle spalle abbiamo soltanto Speranza quale ministro della salute e Walter Ricciardi, medico ed ex attore, come suo “esperto”. Consideriamo pessima l’iniziativa per una ragione molto semplice e anche piuttosto umana: di fronte a un virus che non sta a guardare il colore della pelle, vorremmo essere trattati almeno come coloro che entrano in Italia illegalmente. Sì, perché nel nostro Paese il tasso settimanale di tamponi per ogni mille abitanti è, in media, il 4,99 (Fonte: Università Cattolica del Sacro Cuore del 21 luglio 2020), mentre in Corea del Sud, che ha un numero di abitanti non molto distante dal nostro, lo stesso test viene effettuato ogni centomila abitanti. Sicché, stante gli annunciati proponimenti del Viminale, in futuro il tasso più elevato dei tamponi riguarderà il 1000×1000 degli arrivati sul nostro suolo.
Invece, se un italiano volesse fare il tampone faringeo magari a pagamento, così per sicurezza come si fa per periodici esami di laboratorio, dovrebbe sottoporsi alla trafila tra medico di famiglia e ATS di riferimento, e mettersi in lista di attesa. Senza contare che molti medici di famiglia neppure visitano i loro pazienti perché operanti “da remoto” a causa del coronavirus, rendendo tutto più complicato e mandando al macero quell’esame obiettivo senza il quale ogni diagnosi diviene limitata, e ciò in nome dell’emergenza. Ma quale emergenza? Quella sanitaria o quella delle convenienze politico – elettorali di una somma di parlamentari che, atterriti dalle elezioni, è andata a costituire una maggioranza numerica in Parlamento senza esserlo nel Paese?