Il ministro che regala le polemiche alla Sinistra
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Ogni volta che il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida apre bocca fa un disastro, non tanto per le cose che dice ma per il “come” le dice. A differenza di ciò che lui ha sostenuto al recente meeting ciellino di Rimini, i poveri, è storico, non hanno mai mangiato meglio dei ricchi: fosse stato così non sarebbe in atto il biblico esodo dei migranti dall’Africa e non ci sarebbe stata nemmeno la Rivoluzione Francese
– Enzo Ciaraffa –
Signor ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, ogni volta che la vedo in televisione, quella sua aria da pupo incazzato perché in ritardo con la poppata suscita in me una tenerezza nonnesca che non le dico. Le rivelo questo sentimento preliminarmente al fine di evitare accuse di pregiudizio o di antipatia nei suoi confronti e vengo subito a dirle che lei ha un problema di comunicazione grande quanto il mare, non tanto per le cose che dice, ma per “come” le dice.
Ha iniziato a segnalarsi per questa caratteristica infelice per un politico lo scorso mese di aprile al congresso della Cisal dove, parlando di denatalità, ha maldestramente tirato in ballo la “sostituzione etnica”, volendo intendere una cosa ovvia e cioè che non possiamo arrenderci all’idea di essere fagocitati dalle diverse ondate migratorie che si stanno riversando sul nostro Paese. Peraltro, se ben congegnata, la sua affermazione avrebbe trovato sostegno anche dalla storia d’Italia, perché una delle cause che portarono alla lenta dissoluzione dell’Impero Romano d’Occidente fu proprio la sommersione etnica da parte di altri popoli: bastava porre la questione con altri termini e ci saremmo risparmiati una settimana di polemiche da parte dei suoi avversari politici, che la storia del nostro Paese la conoscono anche meno di lei… mi raccomando, adesso non faccia il delatore, non vada a riferire a Giorgia che ho utilizzato il termine Paese al posto di Nazione.
Lei signor ministro Francesco Lollobrigida, purtroppo per l’immagine della sua signora che è diventata la numero due di FdI e per quella di sua cognata che sta reggendo le sorti del Paese in un momento non facile, è inciampato per la seconda volta nella cosa giusta detta nel modo sbagliato. È accaduto al meeting ciellino di Rimini dove, nell’ambito del dibattito sul tema Food Security e sostenibilità, ha infilato un’altra delle sue perle: «In Italia abbiamo un’educazione alimentare interclassista: spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità». E, ovviamente, sulle sue parole è ripartita un’altra polemica da parte dei grandi esperti alimentari di Sinistra, che non dormono la notte se non possono tirare pietre addosso al governo o chiedere le dimissioni di qualcuno dei suoi membri.
Signor ministro dell’agricoltura, intanto bisogna ricordarle un dato che è storico: da che mondo è mondo i poveri non hanno mai mangiato meglio dei ricchi! Fosse stato così, mi creda, non sarebbe in atto il biblico esodo dei migranti dall’Africa che non riuscite a fermare e non ci sarebbe stata nemmeno la Rivoluzione Francese. Poi, per carità, abbiamo capito bene che lei voleva intendere che i poveri essendo tali, sono costretti a ripiegare su cibi semplici e poco costosi che, almeno hanno il dono della naturalità. Ma peggio di come l’ha detto non poteva dirlo.
Ma, dato che, come chiarito fin da subito, lei non mi è antipatico, voglio darle un piccolo suggerimento signor ministro Francesco Lollobrigida: spenda qualche cosina del suo lauto stipendio e si trovi un collaboratore che sia un esperto di comunicazione perché in questo settore lei, ma non soltanto lei, è davvero imbarazzante. Nel frattempo, per evitare altri fraintendimenti e per non fornire le pietre per linciarla alla Sinistra populista (incapace quando è al governo ed esperta di tutto quando è all’opposizione), si attenga alla regola delle dieci P: prima pensa poi parla, perché parole poco pesate portano peso. Anche se starsene zitto del tutto sarebbe l’opzione migliore.
(Copertina di Laura Zaroli)
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