LOADING

Type to search

Home Notizie Principali Top News

Il 18 giugno 1836 nacque un soldato speciale: il Bersagliere italiano

Share
La Marmora
Oltre ogni formalismo celebrativo bisogna dire che fu davvero speciale (e spiazzante per gli Alpini…) il sistema di reclutamento dei primi Bersaglieri che, secondo il loro fondatore, dovevano essere arruolati prevalentemente nei luoghi boschivi e montagnosi, per la loro allenata costituzione fisica e soprattutto per la loro abilità a muoversi autonomamente nei terreni montani impervi

*****

Nel 1835 l’allora Capitano dei Granatieri – Guardie Alessandro La Marmora inviò, per la seconda volta, al suo re una Proposizione con la quale chiedeva la creazione di un fante d’assalto di moderna concezione per i tempi: il Bersagliere, e più avanti capiremo il perché di questo nome. Il bigotto e irresoluto Carlo Alberto, però, disse per la seconda volta no. Ma il Marchese La Marmora era un testardo piemontese che difficilmente abbandonava un progetto nel quale credeva, sicché l’anno dopo ritornò alla carica con la “Proposizione per la formazione di una compagnia di Bersaglieri e di un’arma per il loro uso”. Il sovrano finalmente si lasciò convincere e il 18 giugno del 1836 firmò il decreto che istituiva la nuova specialità della fanteria. Dovette essere proprio una conversione repentina, quella del re sabaudo, perché diede l’assenso e firmò il decreto istitutivo della specialità lo stesso giorno in cui La Marmora gli fece ammirare l’uniforme sperimentale dei Bersaglieri da lui ideata.

Nella Proposizione La Marmora aveva stabilito anche quali caratteristiche psicofisiche dovessero avere i Bersaglieri: prima tra tutte quella di essere di buona complessione fisica e che fossero dei tiratori scelti, cioè che avessero facilità di andare a bersaglio, da cui il nome Bersaglieri. Essi, infatti, dovevano essere dotati di un fucile calibro 16,6 a canna rigata modello Devigne, con innesco a capsula e col calcio agevolato, cioè con dei piccoli ramponi all’estremità che lo mantenessero aderente alla spalla anche in caso di sparo in corsa. 

L’avvento dei Bersaglieri rispose, in effetti, ad un’affiorante esigenza tattica dell’epoca (quando gli eserciti si affrontavano in battaglia per colonne), avente l’obiettivo di penetrare rapidamente in un punto dello schieramento nemico e da quel punto agevolare e proteggere il dilagamento dei propri reparti. Quella tattica, per essere efficace, richiedeva l’impiego di soldati capaci di condurre azioni autonome, slegate da quelle dei Reparti principali (degli assaltatori diremmo oggi) con il compito di conquistare posizioni-chiave ancor prima dello scontro in campo dei loro Reparti. Se vogliamo, speciale – e spiazzante per gli Alpini – fu anche il sistema di reclutamento dei nuovi fanti piumati che, sempre secondo il loro fondatore, dovevano essere arruolati prevalentemente nei luoghi boschivi e montagnosi, non soltanto per la loro allenata costituzione fisica ma soprattutto per l’abilità a muoversi in terreni montani impervi. Come dire che i primi Alpini italiani furono i … Bersaglieri!

L’entusiasmo dei nostri connazionali, che continua ad esplodere all’apparire delle loro svolazzanti e frementi piume, essi se lo sono guadagnato sui campi di battaglia di ogni guerra, sul teatro di ogni disastro, in Italia e all’estero, con impeto, animo nobile e con l’eroismo come cifra quotidiana. Dalla battaglia di Goito, a Sciara-Sciat, dal Piave ad El-Alamein, dalla Russia alla Resistenza, dall’Iraq all’Afghanistan, dove si sono sempre coperti di gloria. Dal 1836 ad oggi quasi un milione e mezzo di italiani ha portato il cappello piumato, compreso chi scrive che pure era nato Carrista.

Ai Bersaglieri, a quelli vivi ma anche a quelli morti, dedichiamo un pensiero del giornalista e drammaturgo napoletano Roberto Bracco: «Io vorrei che ogni mattina giungesse all’orecchio di ogni italiano lo strepito veloce e baldanzoso della fanfara dei Bersaglieri. Ogni italiano sentirebbe, così, ogni mattina, nel suo animo, come il ritmo benefico dei rapidi passi d’un caro fantasma perennemente in marcia verso la poesia della Patria. E nelle giornate di ogni italiano ci sarebbe qualche lacrima in meno, qualche sorriso in più». Noi vi aggiungiamo soltanto una postilla: viva i Bersaglieri!

Potrebbe interessarti anche Fine dell’anno scolastico con la Costituzione

Tags:

You Might also Like

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *