I prezzi alle stelle sono colpa nostra, non del macellaio Putin
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La Russia e Putin saranno certamente trascinati d’avanti al tribunale della storia per avere aggredito l’Ucraina e commesso crimini sulla sua popolazione civile, sulle donne e sui bambini ma non c’entrano niente se in Italia un chilo di alici è arrivato a costare dieci euro e la pasta due, senza parlare della benzina che è diventata più cara del Brunello di Montalcino d’annata mentre il governo latita sui controlli
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Il Rullo è un blog d’informazione che non riceve finanziamenti da nessuno, figurarsi che i due giornalisti che lo curano – Enzo Ciaraffa e Patrizia Kopsch – si pagano di tasca propria l’affitto dello spazio sul web. Questa premessa per chiarire che nelle nostre analisi socioeconomiche, quando ne facciamo, non abbiamo a supportarci nessun esperto, tantomeno degli istituti di ricerca nel settore, sicché esse si basano sulla più affidabile delle fonti d’informazione per un giornalista: l’osservazione diretta sul terreno.
La narrazione corrente sugli aumenti stratosferici ed insostenibili del prezzo del gas, della benzina e dei generi alimentari vuole che questi siano in qualche maniera riconducibili alla guerra in Ucraina: niente di più falso! Ciò che sta succedendo in Italia in fatto di prezzi, di penuria di materie prime, e della paventata carenza di alcuni generi alimentari, è/sarà colpa dell’imprevidenza del governo e della follia pseudoambientalista di alcuni dei partiti che lo sostengono.
Con quale autorevolezza lanciamo un’accusa del genere? Con l’autorevolezza di chi, in tempi non sospetti (il 27 luglio del 2021), aveva previsto esattamente ciò che sta accadendo in questi giorni in fatto di prezzi, girando semplicemente per supermercati e negozi, un esercizio questo che non farebbe male a coloro che campano di previsioni o che pretendono di governarci senza conoscere nemmeno quanto ci costano pasta e pane. L’articolo, se volete andare a leggerlo, aveva un titolo premonitore: “Nel nostro futuro ci saranno carestia e fame?”-(https://www.vincenzociaraffa.it/nel-nostro-futuro-ci-saranno-carestia-e-fame/).
Dopo averlo letto, forse vi risulterà più chiaro perché gli Usa, la Cina e il governo italiano hanno tutto l’interesse a sostenere che i prezzi stanno aumentando per colpa della Russia che ha attaccato l’Ucraina: i primi due perché ne sono i responsabili, il secondo perché è stato incapace di prevederlo.
La Russia e il compagno Putin saranno certamente trascinati d’avanti al tribunale della storia per avere aggredito l’Ucraina e commesso crimini sulla sua popolazione civile, sulle donne e sui bambini, ma non c’entrano niente se in Italia un chilo di alici è arrivato a costare dieci euro e la pasta due, senza parlare della benzina che è diventata più cara del Brunello di Montalcino d’annata. E, se vogliamo, nemmeno per il gas siamo sotto ricatto della Russia. La verità è che abbiamo sbagliato a stipulare i contratti, laddove abbiamo lasciato alle società gasometriche la libertà di poter fare oscillare le loro forniture tra un minimo contrattuale fisso ed una percentuale in più extracontrattuale. Come dire a loro piacimento.
Concludiamo ponendo una domanda al governo dei migliori: “Visto che negli altri Paesi dell’Ue non sta andando come in Italia sul costo della benzina e del gas, voi la state controllando la congruità del pauroso rincaro dei prezzi? Avete sguinzagliato la Guardia di Finanza presso distributori di benzina e supermercati? O ce la conserviamo per andare a controllare gli scontrini fiscali delle barberie”.
Così per sapere, prima che torme di cittadini disperati e imbufaliti vengano a chiedere il conto della vostra incompetenza.