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I media, il cappellino di Trump e le magagne politiche nostrane

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In un Paese come l’Italia, dove molti non sanno neppure chi sia il ministro della Difesa nazionale, sappiamo tutto di Kamala Harris, senatrice democratica californiana di colore che ha accettato il ruolo di vice di Joe Biden alla presidenza. Sappiamo perfino che Mike Pence, vice di Donald Trump, sostiene la “teoria del disegno intelligente” della Creazione, una cosa per la quale non è molto simpatico agli scienziati radical chic
– by Cybergeppetto –

Quando cerco, sbagliando, d’informarmi sulle cose italiane di mio interesse sui principali media televisivi ed internettiani, oltre al mio quotidiano preferito, sono costretto a sapere tutto sulla politica degli Stati Uniti. Io sono così informato sulle elezioni USA che posso dirvi che Donald Trump viene soprannominato “American Hitler” e posso anche dirvi che il suo avversario, Joe Biden, viene chiamato “Sleepy Joe” ovvero Giacomo il dormiente.

In un paese come l’Italia, in cui molti non sanno nemmeno chi sia il ministro della difesa, io invece so tutto di Kamala Harris, senatrice democratica californiana di colore che ha accettato il ruolo di vice di Joe Biden. Posso anche informarvi che Mike Pence, vice di Donald Trump, sostiene la “teoria del disegno intelligente” della Creazione, una cosa per la quale temo non sia molto simpatico agli scienziati radical chic. Ammetto, per contro, che avrei delle serie difficoltà a spiegarvi di quali teorie sono seguaci Di Maio e Zingaretti, una lacuna che non proprio penso di poter colmare con le informazioni dei media italiani.

Questa cosa delle elezioni statunitensi è così pervasiva che quando esco di casa a volte ho quasi la sensazione di trovarmi a Washington, magari camminando lungo la Constitution Avenue ma, mentre mi avvio oniricamente per Capitol Hill, mi ritrovo poi avanti alla fermata della nostra metropolitana e, così, la realtà virtuale dei nostri media sparisce lasciando nel mio animo una profonda inquietudine. Sento un sudore freddo alla schiena e penso: «Vuoi vedere che mi stanno fregando?». Ma è solo un cattivo pensiero che scaccio via pensando a quanto sarà bello un presidente americano liberal.

Poi, quando ritorno a casa accendo la tivvù e rimango ammirato dal grado di conoscenza delle elezioni americane che mostrano di possedere autorevoli commentatori nei pubblici dibattiti, sicché non capisco come alcuni retrogradi possano dire che l’elezione del presidente degli Stati Uniti è una cosa che riguarda solo gli americani. L’unico dubbio mi viene quando chiedo ai miei amici americani che cosa pensano della politica italiana: di solito non la conoscono e mi dicono che è affare nostro, non loro.

Ho capito che le elezioni americane sono molto importanti e perciò vorrei seguirle meglio, ma non ho ricevuto l’invito a partecipare alle convention democratica e repubblicana, quindi non ho potuto votare per Trump o per Biden. Purtroppo, ho solo il certificato elettorale per votare in Italia, dove sembra che non sia necessario votare per il Parlamento, evidentemente dopo le elezioni del 2018 si è formata una maggioranza chiara e stabile che rispetta la volontà degli elettori, soprattutto in materia di sicurezza e d’immigrazione.

Questa solfa va avanti da molto tempo, perché ricordo che i media erano molto contenti quando Obama vinse le elezioni, mentre erano alquanto contrariati quando Donald Trump batté la Clinton. Da allora i nostri media, che sono tosti, non mollano la presa, dicono che Trump è aiutato dai russi e che presto sarà di nuovo sottoposto alla procedura di rimozione, il cosiddetto impeachment. Ma quel cattivone continua ad imperversare e si è pure ricandidato … incredibile!

Se potessi fare qualcosa di più per gli amici d’oltreoceano sarei ben felice, anche se qualche cattivone e, ovviamente, retrogrado dice che questo morboso interesse per la politica americana serve, in realtà, a nascondere le magagne della politica italiana, perciò non mi resta che cucinare un tacchino secondo la ricetta americana per mangiarlo il giorno del ringraziamento, quello che se dici Thanksgiving Day sei molto chic; da qualche parte dovrei avere anche il berrettino celebrativo della trentunesima edizione del Super bowl.

Secondo i nostri media siamo stati bravissimi a vincere il Covid-19, quindi deve essere per questo che guardano altrove, che si occupano di ciò che succede oltreoceano. Oltretutto tra poco saremo sommersi dai soldi che l’Unione Europea ci darà con il “Recovery Fund” e con il MES, per cui non vedo ragione per cui i nostri media si debbano occupare della cara e vecchia Europa.

Visto, dunque, che in Italia le cose stanno a posto, che va tutto bene, possiamo modificare l’inno God Bless America e cantare God Bless Italy.

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