I fascisti che vorrebbero cancellare il fascismo
Share
Quando Mussolini divenne capo del governo, quella sua non fu subito una dittatura, lo divenne poco dopo, quando tutti i poteri, media in testa, si misero volenterosamente e spontaneamente al suo servizio. Per dirlo fuori dai denti, i media sono storicamente proni a chi detiene il potere e il monopolio del sottopotere, in modo da non perdere mai la corriera di qualche sgravio fiscale, del posto sicuro nelle redazioni, delle diverse prebende, dei vantaggi economici di diversa natura, dei finanziamenti di pubblico denaro
– Enzo Ciaraffa –
Non è possibile attaccare le persone «… sulla base di chi sono», hanno spiegato qualche giorno fa i paròn di Instagram e di Facebook prima di cancellare gli account di movimenti e soggetti – anche eletti dal popolo – proprio per ciò che essi sono. E questo quando il governo Conte non aveva neppure ottenuto la fiducia dell’intero Parlamento ma, come si sa, i servizievoli sono molto intuitivi … .
Tra i miei ideali politici e quelli espressi dai partiti di estrema destra, come Casapound e il Fronte Nazionale, passa una distanza a dir poco siderale, eppure non posso, non debbo e non voglio condividere i provvedimenti liberticidi adottati da Instagram e da Facebook che hanno bloccato i loro account con una motivazione che uno spirito liberale non può che trovare raccapricciante: «Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram […] Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram».
Ma qual è il criterio trasparente e univoco per stabilire come e quando si devono oscurare le idee di qualcuno perché diffusore di odio attraverso i social? Ad esempio, un capo redattore della RAI – servizio pubblico che proprio su Facebook consiglia il suicidio a Salvini e l’affidamento a “persone competenti” (tipo Bibbiano immagino) della figlioletta di sei anni, sta diffondendo un messaggio d’amore fraterno oppure di odio? E la professoressa di Novara, che – sempre sulla pacifica piattaforma di Facebook – dopo la belluina uccisione del Vice Brigadiere Cerciello Rega scrisse «Uno di meno […] non ne sentiremo la mancanza», è un esempio di sensibilità pedagogica oppure di brutale odio verso delle persone per ciò che sono e che fanno? Eppure fino ad oggi non mi risulta che siano stati chiusi i loro account… ma allora quest’entità indefinita e sfuggente, chiamata policy da alcuni e antifascismo da altri, vale per tutti o soltanto per la Destra?
Ma per capire che cosa sta succedendo nel nostro Paese è bene ricordare che cosa accadde nel 1922: quando Mussolini divenne capo del governo, quella sua non fu subito una dittatura, lo divenne poco dopo, quando tutti i poteri, finanza e media in testa, si misero volenterosamente e spontaneamente al suo servizio. Per dirlo fuori dai denti, i media sono storicamente proni a chi detiene il potere e il monopolio del sottopotere, in modo da non perdere mai la corriera di qualche sgravio fiscale, del posto sicuro nelle redazioni, delle diverse prebende, dei vantaggi economici di diversa natura, dei finanziamenti di pubblico denaro.
Il fatto paradossale, ciò che dovrebbe sgomentare e irritare i censori del potere, che dovrebbero essere gli amanti di quella libertà di pensiero pietra angolare di ogni democrazia, è che gli stessi media, almeno la maggior parte di essi, invece di scagliarsi contro la conculcazione della libertà di espressione da qualsiasi parte essa provenga, gioiscono e fanno il tifo per chi sta loro annodando il cappio della censura intorno al collo, a partire da Giuseppe Conte, il premier anti se stesso il quale – novello Savonarola – ha incluso tra gli intenti programmatici del suo nuovo governo una commissione per la regolamentazione del linguaggio. Attenzione, tutti i Savonarola prima o poi finiscono abbruciati in piazza.
Ma se è difficile per un esprit libre digerire il servilismo, diventa impossibile mandar giù servilismo e cretineria tutto in una sola volta.
La sindaco di Roma, la nuova talebana, quella Virginia Raggi che manco il problema della monnezza e delle buche è stata capace di risolvere, ha deciso d’iniziare l’eroica impresa di defascistizzare la capitale come una Boldrini qualsiasi. Una cosa del genere non provarono a farla neppure gli acculturati, seri sindaci comunisti della città eterna, che al contrario della Raggi sapevano bene che, se avessero voluto defascistizzare la città, avrebbero dovuto prima raderla al suolo. Infatti, se l’ineffabile prima signora di Roma avesse consultato qualche volta la Treccani, a proposito del fascismo, avrebbe appreso che trattasi di «Dottrina e prassi politica fondata sulla violenta e indiscriminata affermazione di motivi nazionalistici e imperialistici…». Ebbene, se questo è il fascismo dal quale Virginia vuole emendare la disgraziata caput mundi, deve iniziare a cancellare tutte le strade, ad abbattere tutti i monumenti, Colosseo e Pantheon compresi, riconducibili in qualche maniera a dei certi protofascisti e imperialisti come nella sostanza furono Romolo, Giulio Cesare, Ottaviano, Vespasiano e via discorrendo, fino a Romolo Augustolo, ma anche le strade intestate a Pio XI, il papa che definì Mussolini “uomo della Provvidenza”. L’impresa non sarebbe del tutto impossibile… basterebbe soltanto dotarsi di qualche bomba atomica, magari al mercato dell’usato di Porta Portese. Ma vergognatevi!
Posto quanto sopra, ai politici ed ai media appecorinati vorremmo dare un consiglio: non portate, con le vostre imbecillità, con le vostre prevaricazioni, con le vostre menzogne, l’Italia, l’Europa e il mondo, alla rottura di quel sottile equilibrio tra dissenso e rivolta, che in qualche maniera ancora li regge.
Magari qualcuno s’inventerà una policy per cancellare pure lo scrivente (che non si strapperebbe i capelli per questo …), ma ai censori dei social, al governo in carica, ai “politici antifascisti”, ai giornalisti con i calli alle inginocchia, una cosa va detta: siete dei pericolosissimi ipocriti, se non addirittura gli unici, veri fascisti attualmente in circolazione.