I democratici in debito di democrazia
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Si coglie sempre più frequentemente che una certa parte politica, finché è stata al governo del Paese ha promulgato, o tentato di promulgare, leggi liberticide e ora, invece, che è all’opposizione comincia a parlare di disobbedienza civile verso quelle leggi che non le aggradano
– Silvio Cortina Bascetto –
Quando il tribunale dell’Areopago condanna a morte Socrate come nemico dello Stato, un suo discepolo, Critone, lo esorta a fuggire prima che arrivi il boia per fargli bere la mortale cicuta, ma Socrate si rifiuta di scappare spiegando al discepolo che le leggi vanno rispettate tutte, e non soltanto quelle che fanno comodo o tornano a nostro vantaggio. Ciò perché – sostiene il padre della filosofia morale – lui si è giovato delle leggi ateniesi per la sua educazione e per il suo benessere esistenziale, perciò, ritiene suo dovere accettare anche quella legge che lo manda a morte: pur se Socrate la porta all’estremo, in questa concezione è la base della democrazia.
La vera energia vitale delle democrazie, però, è l’alternanza nella gestione del potere, di modo che nel lungo periodo si abbia una gestione equilibrata dei multiformi interessi della società, affinché si evitino gli errori che una gestione monocorde del potere può comportare.
Purtroppo, si coglie sempre più frequentemente che una certa parte politica finché è stata al governo del Paese ha promulgato, o tentato di promulgare, leggi liberticide e ora, invece, che è all’opposizione comincia a parlare di disobbedienza civile verso quelle leggi che non le aggradano.
In tutti i Paesi democratici se una legge non piace, o si ritiene sia ingiusta s’indice un referendum abrogativo, o ci si rivolge alla Corte Costituzionale, o a quella europea. Ma che dei politici – figure istituzionali per definizione – o dei giornalisti con una lunga militanza nella Sinistra come, giusto per fare due soli nomi, Mimmo Lucano e Peppino Caldarola, incitino alla disobbedienza civile lo trovo inammissibile e inaccettabile.
Sembra di ritornare ai tempi delle follie sessantottine quando certi personaggi, oggi tutti accasati nel Pd ma anche negli altri partiti, o nelle redazioni, o nelle segreterie, o nelle direzioni della P.A., etichettavano come controrivoluzionario/fascista chiunque non la pensasse come loro e, spesso, lo facevano anche fisicamente fuori. Proprio Peppino Caldarola, peraltro, fu uno dei tanti firmatari dell’appello contro il commissario Luigi Calabresi che, poco dopo, verrà assassinato dalle Brigate Rosse. Però il tutto in nome della democrazia!
Sia in Italia che in altri paesi (gli Usa per esempio) si straparla di libertà in pericolo, di precursori di regimi dittatoriali, di nazione a rischio, al solo scopo di convincere la gente che il governo in carica è delegittimato a governare, ciò con metodi che mortificano le leggi dello Stato e, quindi, la democrazia nel cui nome essi sostengono di parlare.
Ebbene, è proprio questo invocare la disobbedienza civile contro coloro che governano per volontà popolare a mettere in grandissimo pericolo la democrazia, come accade quando una minoranza vuole a tutti i costi imporsi alla maggioranza che governa.
Ecco, io suggerirei a chi cincischia di disobbedienza civile di andarsi a leggere qualcosa di Socrate e – se ci riesce ancora – di vergognarsi per essere così immaturo civicamente da sembrare un troglodita rispetto ad un uomo che visse 2400 anni fa!