I democratici che stanno ghigliottinando la libertà
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Non importa se hai studiato, puoi fare il ministro anche con la terza media. Non importa se hai fatto fallire delle banche. Non importa se hai mal governato intere regioni. Non importa se non hai fatto la ricostruzione del dopo terremoto. Non importa se hai corrotto i servizi sociali e regalato i bambini ai tuoi amichetti. Se sei un giornalista dei loro puoi far parte del sistema dell’informazione, basta che sputi ogni giorno veleno sui “sovranisti”
– By Cybergeppetto –
Gli avvenimenti che hanno portato all’ennesimo ribaltone di governo ed alla successiva manovra di palazzo per riconsegnare ai burattini delle tecnocrazie più o meno occulte, mi hanno richiamato alla mente le tante stupidaggini che la cultura radical chic ci propina da tempo.
Parecchie decine d’anni fa, quando ancora ero sui banchi di scuola, la cultura ufficiale radical sessantottina, che già allora era molto attiva, mi spiegò che nella Francia del XVIII secolo c’era l’ancien regime, il regime antico. Si trattava di un potere corrotto che affamava il popolo ed arricchiva i nobili e il clero. Mi fu spiegato che alla fine il popolo si ribellò e tagliò la testa al Re. Visto che ormai c’era, tagliò la testa anche alla regina, giusto per non lasciare le cose a metà.
Per somma obiettività, i proto radical chic del ’68 mi spiegarono che, anche se la rivoluzione era una cosa tanto buona, ai giacobini gli scappò occasionalmente la lama della ghigliottina al punto che anche parecchi di loro fecero la fine di San Giovanni decollato.
La rivoluzione è diventata un mito nell’ambito del quale bisogna “far rotolare le teste”, come si cerca di fare oggi tanto spesso. Il mito del popolo che assaltava la Bastiglia per liberare i prigionieri detenutivi ingiustamente promanava dalle pagine del mio libro di storia e ogni volta che lo aprivo mi ricordava quanto ero fortunato a vivere nel secolo in cui le democrazie avevano liberato i popoli dalla schiavitù. Fu veramente sgradevole scoprire, poi, che dietro la vulgata storica vi era un complotto ben organizzato dalle massonerie dei vari ordini e gradi, e che ai rivoluzionari non importava nulla del popolo.
Come, io bambino, avrei potuto immaginare che era tutto falso ciò che leggevo? Come avrei potuto pensare che il potere corrotto dell’antico regime sarebbe stato sostituito da un potere altrettanto corrotto, ma dotato di un grado di pervasività e ferocia indicibile? In effetti, dietro i principi di libertà, fraternità ed uguaglianza c’erano società segrete, immoralità celate e sete di potere.
I giacobini, poi, li abbiamo anche ai giorni nostri, attaccano chiunque non la pensi come loro per escluderlo dalla vita pubblica. Dietro i loro “principi” ci sono sempre interessi precisi e dietro il furore giacobino c’è sempre l’attaccamento alle poltrone.
Più o meno la stessa cosa avvenne quando studiai il Risorgimento, in cui mi fu spiegato che il popolo italiano desiderava ardentemente di unirsi e che i padri della Patria, Cavour, Garibaldi e Mazzini, lo aiutarono in questo nobile ufficio. Anche in questo caso dovetti ricredermi: dietro la “rivoluzione” che unificò l’Italia c’erano tre livelli di società segrete, ovvero l’Alta Vendita, la Carboneria e la Massoneria secolare che unificarono l’Italia sia per assecondare dei precisi interessi stranieri, sia per proseguire nel disegno rivoluzionario incominciato a Parigi e che tutt’oggi perdura.
Solo dopo ebbi a scoprire quanto falsi fossero certi plebisciti, roba da piattaforma “Rousseau”, e scoprire l’ampiezza del genocidio operato al Sud Italia, di quelli che i libri chiamavano briganti.
E dove siamo oggi? Siamo in un Paese che è preda di una casta di potere in cui campi solo se sei dei loro. Non importa se hai studiato, puoi fare il ministro anche con la terza media. Non importa se hai fatto fallire delle banche. Non importa se hai mal governato intere regioni. Non importa se non hai fatto la ricostruzione del dopo terremoto. Non importa se hai corrotto i servizi sociali e regalato i bambini ai tuoi amichetti.
Se sei dei loro puoi fare parte del sistema dell’informazione, basta che sputi ogni giorno veleno sui “sovranisti”. Se sei dei loro puoi fare l’alto funzionario di Stato, l’importante è che metti i mafiosetti come te a lavorare per il partito in posti che non servono a fornire servizi ai cittadini ma solo a produrre prebende e clientele.
Se sei dei loro puoi andare in Parlamento, basta votare la fiducia al governo delle manovre di palazzo. Se sei dei loro puoi trovare un posto negli organismi internazionali o nelle ONG che campano sull’immigrazione. Se sei dei loro puoi fare qualsiasi ricorso al TAR per sostenere immigrati e scafisti, vedrai che lo vincerai: c’è sempre un giudice radical chic a dare una mano per far venire i clandestini in Italia e far emigrare i nostri giovani all’estero.
Se, invece, non sei dei loro, sei fuori, anche sei hai laurea e master puoi solo cuocere gli hamburger in un fast food.
E c’era bisogno di fare tante rivoluzioni per tornare ad avere un potere corrotto ed autoreferente?
Sì, perché l’antico regime è tornato sotto mentite spoglie, ma è molto peggiore del peggiore potere autocratico, poiché si nasconde dietro una patina di democrazia, fa finta di essere solidale, ma pensa soltanto o a se stesso.
Bisognerà abbatterlo questo potere, cancro della democrazia e della pubblica amministrazione, votando compatti contro di esso, in ogni elezione possibile, denunciando attraverso i social (fintanto che ce lo faranno fare…) la corruttela e le modalità mafiose delle quali ormai la politica radical chic è prigioniera.
Cercheranno di impedircelo, la tireranno in lungo, ma noi alla fine andremo a votare, anche se – altro paradosso! – non v’è cosa che questi “democratici” temono più del voto.