Che bordello!
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La sguaiata tiktoker napoletana Rita De Crescenzo, intervistata durante la manifestazione romana dei Cinque Stelle, ha rivelato il suo nuovo obiettivo: farsi eleggere in Parlamento. Oddio, la signora sarebbe già un passo avanti rispetto ai vari Di Maio, Toninelli e Bonafede, perché nell’intervista ha anche promesso di studiare la politica sotto l’alta guida di Maria Rosaria Boccia, l’ex musa e poi gelida attentatrice del cranio pelato dell’ex ministro Sangiuliano
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Abbiamo la sgradevole sensazione che dopo la guerra dei dazi dichiarata da Trump, nel nostro Paese e non solo, sia iniziata una partita di calcio dove tutti entrano in campo pur senza avere un ruolo e, quel che è peggio, senza aver capito quale sia la porta avversaria. La Sinistra salottiera, per esempio, invoca misure ritorsive contro gli Usa senza realizzare che direttamente e indirettamente anche noi imponiamo sia dazi che gabelle con l’Iva che essendo un’imposta interna del 22% sui beni e servizi, va a caricarsi sui prodotti che l’America esporta in Italia. A volerla vedere con un onesto punto di vista, anche se ci brucia il sedere farlo, bisogna dire che, dati i presupposti, è andata fin troppo bene che il tycoon finto-chiomato voglia rivalersi sulle nostre merci soltanto con dazi del 25%.
Per quanto si stia parlando di questi dannati dazi fin dagli inizi dalla campagna elettorale di Trump, l’Europa si è fatta trovare impreparata, afflitta com’è dal mal sottile della frammentarietà politica lasciandosi andare in proclami bellicosi invece di chiedere all’Amministrazione americana di calare le carte sul tavolo della trattativa inter-daziaria. Insomma, invece di attivare subito i canali della diplomazia, Bruxelles ondeggia tra trattative e ritorsioni minacciando di schierare un’artiglieria che non ha, quella dei contro-dazi, perché messi alle strette da questa lotta che non vedrebbe vincitori, alcuni Paesi comunitari potrebbero essere tentati da trattative dirette con Trump. Ed ecco che la premier Giorgia Meloni, con l’obiettivo di mettere in relazione un’eventuale sforbiciata delle imposizioni con un aumento del budget per la difesa invocato da Trump (comprando armamenti americani…), sta organizzando un faccia a faccia con lui a Washington perché, pur convinta che «Senza gli Usa non si va da nessuna parte», vuole capire che linea seguire anche sugli altri dossier internazionali. Per quanto giovane di età Giorgia Meloni è una politica di lungo corso e di certo non commetterà l’errore, una volta giunta alla Casa Bianca, di smarcarsi dall’Europa, anzi non escludiamo che vi sia già stata un’intesa preventiva con Ursula von der Leyen affinché faccia da raccordo tra Bruxelles e Washington per agevolare la mitigazione dei dazi.

Non siamo degli economisti e, pertanto, ci fermiamo qui con le nostre valutazioni, ma non v’è dubbio che, dopo l’Ucraina della quale ormai non parla più nessuno, i dazi americani hanno fatto emergere ancora di più anche l’altro problema dell’Unione europea: quello della difesa militare. Purtroppo, anche in questo caso la risposta comunitaria è stata tanto faraonica quanto velleitaria, laddove si è parlato di un esercito europeo e della spesa di 800 miliardi per la difesa dei Paesi membri, senza spiegar loro dove andarli a prendere. Di un esercito europeo, poi, non se ne può parlare seriamente, perché esso dovrebbe avere alla base tutto ciò che non potrà mai avere, se non nel prossimo mezzo secolo. Forse. Come dire una politica industriale ed estera comune, la standardizzazione degli armamenti, un comando e un ministro della Difesa unici. Senza contare il fatto che il problema si complica quando si pensa che ventuno dei ventisette Paesi aderenti all’Ue fanno parte anche della Nato, sicché essi si troverebbero nell’insostenibile situazione di dover alimentare due eserciti transnazionali oltre a quello di casa propria. Oddio, Macron ha promesso ai consoci europei la copertura delle sue quattro bombette atomiche, per le quali pare non abbia neppure i vettori occorrenti per mandarle eventualmente a destinazione. Che cosa fare allora? L’unica cosa possibile: aumentare il budget della Nato. E di questo siamo ancora più convinti dopo aver visto il kit di sopravvivenza (da borsetta…) in caso di guerra illustrato dalla commissaria europea per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Hadja Lahbib, come fosse una presentatrice dell’Avon, una roba da portarsi appresso, al massimo, per una gita fuori porta.

Poi c’è l’atteggiamento di quelli che si oppongono veementemente all’aumento di budget e al riarmo europeo – lo chiamano così per evocare i tragici riarmi bellicisti del passato – senza spiegare quale potrebbe essere una praticabile terza via. Tra l’altro, se l’America dovesse lasciare davvero la Nato e pensare a un’alleanza militare con altri attori, più funzionale a contrastare l’espansionismo cinese nell’Indopacifico, per noi sarebbero cavoli amari, perché da soli non saremmo in grado di difenderci dalla Russia.

Ma queste valutazioni erano distanti anni luce dalla manifestazione pacifista organizzata dai Cinque Stelle di Giuseppe Conte lo scorso 5 aprile: i partecipanti che si erano appena dichiarati pacifisti senza compromessi, lo erano talmente tanto che alcuni di essi, sul motivo della canzone Mettete dei fiori nei vostri cannoni de I Giganti risalente al 1967, hanno cantato in coro Mettete Meloni nei vostri cannoni, auspicando – speriamo per scherzo – l’eliminazione della sola leader non interventista di peso che ha in questo momento l’Unione Europea. Ma, è risaputo, la coerenza non è mai stata il forte dei Cinque Stelle e dei suoi capataz. E poi adesso Conte, che ha perso Rocco Casalino come costruttore d’immagine dal 2022, potrebbe contare sulla sguaiata tiktoker napoletana Rita De Crescenzo la quale, intervistata durante la manifestazione romana, ha rivelato qual è il suo obiettivo: farsi eleggere parlamentare da qualche parte… ha detto proprio così. Oddio, la signora sarebbe già un passo avanti rispetto ai vari Di Maio, Toninelli e Bonafede, perché nell’intervista ha anche promesso di studiare prima di dedicarsi alla politica sotto l’alta guida di Maria Rosaria Boccia, ex musa e, poi, gelida attentatrice del cranio pelato dell’ex ministro Sangiuliano. È un peccato che il camion della nettezza urbana di Roma passi sempre dopo le manifestazioni di piazza e mai durante.
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