Gli adoratori del politicamente corretto e il nuovo Medioevo
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Ai politici e ai media che stanno rinchiudendo il nostro Paese, e se stessi, nel catafalco di un plumbeo conformismo, che pian piano ci sta riportando a un secondo Medioevo, vorremmo ricordare che l’elettore/lettore del terzo millennio, scafato dai social, ha aperto gli occhi e, a volergli imporre subliminalmente il bon ton istituzionale stabilito dal sistema di potere, si ottiene, ed è un dato storico, sempre l’effetto contrario, quando non addirittura rivolte popolari e torbidi politici
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Da un po’ di tempo a questa parte andiamo sostenendo che il (brutto) periodo sociopolitico che stiamo attraversando non sia altro che l’epilogo, l’atto finale se vogliamo, della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. A chi assegna la fine dell’impero latino al 476 d. C., ricordiamo che quell’anno iniziò ma non terminò la caduta dell’irripetibile civiltà romana o proto – italiana. In verità la fine della caput mundi ebbe molte cause politiche, militari e soprattutto morali, ma la più perniciosa secondo noi fu certamente l’affermarsi del cristianesimo che, con la sua concezione dell’esistenza, instaurò la dittatura del politicamente/religiosamente corretto, spegnendo così, un po’ alla volta, la vitalità, la creatività e la fantasia epicurea del cives latino, facendo piombare l’Italia e l’Europa nel Medioevo. Con tale precedente storico sfidiamo chiunque a confutare il fatto che il politicamente corretto non sia un esempio di arretratezza culturale … e nondimeno il governo in carica ci sta riprovando.
Carola Rackete, la Giovanna d’Arco degli immigrati clandestini, per aver tentato di speronare una motovedetta della Guardia di Finanza con equipaggio a bordo, invece di stare in galera per un tale, grave e deliberato gesto, è assurta alla notorietà internazionale. Adesso scrive libri, tiene conferenze e lo scorso 24 novembre è stata perfino invitata a pontificare nella trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio.
Da quando il governo del Paese è diventato giallorosso alcune tasse sono diventate green, come dire che sono buone tasse perché, in fondo, se la prendono con i produttori di manufatti di plastica e con le bibite zuccherate che farebbero ingrassare i bambini, facendo però un mazzo così alle aziende produttrici. Sicché, secondo il governo più inverosimile della storia d’Italia dopo la famigerata “Real Repubblica Napoletana” di Masaniello, la droga libera farebbe bene mentre un succo di frutta alla pera sarebbe un attentato alla salute. In realtà, come a quelli che lo hanno preceduto, a questo governo della nostra salute non importa un fico secco e quel “green” deve servire, in buona sostanza, a sostituire l’olio di vasellina. Chi vuol capire capisca.
Il magazine americano “Time” ha dedicato la copertina dello scorso 11 dicembre a Greta Thunberg, in quanto personaggio dell’anno. Considerato che questa pubblicazione dedicava spesso la copertina a figuri come Benito Mussolini e Adolf Hitler, ci trovassimo nei panni della ragazzina svedese, che in questi giorni ha imparato a taroccare anche le foto per alcuni Tweet, non staremmo tanto tranquilli.
I francescani di Assisi quest’anno hanno assegnato la lampada della pace al presidente della repubblica Sergio Mattarella, una scelta così politicamente corretta che tanto valeva assegnarla direttamente all’altro papa, che pure abita su di un colle romano.
Il Corriere della Sera dello scorso 15 dicembre – il mitico e glorioso Corrierone! – ha consigliato ai suoi lettori 10 regali ecosostenibili da fare per Natale, tra i quali, e vi assicuriamo che la notizia è vera, un Bento Box con “decorazioni responsabili”. E come diavolo si fa una decorazione responsabile?
A questi politici e a questi media che stanno rinchiudendo il nostro Paese (e se stessi) nel catafalco di un plumbeo conformismo, che pian piano ci sta riportando a un secondo Medioevo, vorremmo ricordare che l’elettore/lettore del terzo millennio, scafato dai social, ha aperto gli occhi e, a volergli imporre subliminalmente il bon ton istituzionale stabilito dal sistema di potere, si ottiene sempre l’effetto contrario. Ciò è stato ampiamente dimostrato dagli elettori inglesi appena la settimana scorsa e in queste ore, dai francesi nelle piazze.
Il futuro, dunque, non è nel conformismo del politicamente corretto ma nell’insopprimibile capacità ideativa degli esseri umani, nella loro irriproducibile fantasia e, soprattutto, nella libertà di poter pensare, di poter parlare, di poter sognare.
Sì, perché per coloro che non lo avessero capito, il politicamente corretto è anche il killer dei sogni, e senza sogni gli esseri umani avrebbero la stessa fantasia dei vermi di terra.