Il nome della martire ebrea vicino a una fogna
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A Gallarate, calpestando il marciapiede tra via Palestro e via del Popolo, ci si accorge di una sgradevole coincidenza sotto l’aspetto estetico e un fatto crudele sotto quello storico, perché la targhetta a ricordo della maestra ebrea Clara Pirani Cardosi si perde tra quattro coperchi di pozzetti d’ispezione e un tombino di fogna
L’anno scorso scrivemmo della maestra italiana di religione ebraica Clara Pirani Cardosi che, arrestata il 12 maggio del 1944 nella sua casa al civico 1 di via del Popolo in Gallarate dalla Polizia della Repubblica Sociale fascista, d’avanti alle sue tre bambine (Giuliana, Marisa e Gabriella), venne poi uccisa nel campo di sterminio di Auschwitz il successivo 6 agosto.
In verità alla storia di Clara Pirani Cardosi arrivammo grazie a una “pietra d’inciampo” posta sull’angolo di marciapiede tra via Palestro e via del Popolo, anche se in quell’articolo confessammo di non credere molto nell’efficacia mnemonica delle pietre d’inciampo per ricordare le vittime delle deportazioni nazifasciste, anche perché la loro visibilità/efficacia è intimamente legata al contesto in cui esse vengono inserite. Per dirla in breve, riteniamo più pedagogico e durevole spiegare ai giovani, di volta in volta, ciò che di orrendo accadde in Europa nel periodo che va dall’ascesa del nazismo alla sua fine, e in tale spiegazione inserire la vicenda della vittima da ricordare.
A proposito di contesto poi, soltanto a distanza di un anno, passando e ripassando quasi tutti i giorni per quell’angolo di marciapiede, ci siamo accorti di una sgradevole coincidenza sotto l’aspetto estetico e un fatto crudele sotto quello storico, perché la targhetta a ricordo di Clara Pirani Cardosi si perde tra quattro coperchi di pozzetti d’ispezione e un tombino di fogna. Fosse niente tutto questo: il coperchio della fogna, che sta a qualche metro dalla targa di bronzo, reca il fascio littorio simbolo di quel regime che consegnò Clara Pirani Cardosi ai boia nazisti. Posto che non si possono cambiare tutti i coperchi dei tombini fognari di Gallarate e che il simbolo del fascismo, tutto sommato, su di una fogna ci sta anche bene, forse sarebbe il caso di pensare a una diversa collocazione della pietra d’inciampo in questione.
A riguardo facciamo una sommessa proposta agli addetti ai lavori: perché non attraversare la strada e collocare la targhetta all’ingresso dell’Istituto Comprensivo “Dante”, che nacque come Civico Ginnasio Pareggiato del quale uno dei presidi fu il professor Francesco Cardosi, marito della vittima che si vuole ricordare? Chissà quanti ragazzi, entrando a scuola ogni mattina poserebbero lo sguardo sulla pietra d’inciampo domandandosi chi fosse il nome inciso sulla piccola targa di bronzo, innescando così fruttuose discussioni con gli insegnanti. E questo di certo aiuterebbe a mantenere viva la memoria di Clara Pirani e di tutte le vittime della shoah, anche nelle molte generazioni che verranno dopo di noi.
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