Una escort è imprenditrice con l’azienda al seguito?
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Ormai non si riesce più a ricevere una notizia esaustiva e fedele del fatto accaduto da parte dei media succubi del politically correct, sicché non si capisce più se un tizio che ci entra in casa con l’intento, se va bene, di svaligiarla si potrà ancora chiamarlo mariuolo o dovremo definirlo soltanto un visitatore inopportuno per non essere querelati per diffamazione. Di questo passo anche lo stupratore, più che turpe individuo, diventerà semplicemente un signore che non sa motivare le donne
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Il senatore Giulio Andreotti sosteneva – con ghigno mefistofelico – che in politica il potere logora soltanto coloro che non lo posseggono. Non lo sfiorava neppure l’idea che, in una sana democrazia, l’unico potere che dovrebbe gestire un politico è quello finalizzato al realizzo della volontà popolare. Comunque, l’asserto andreottiano incarnava alla perfezione il concetto di libidine del potere, quella libidine alla quale, nel giro di qualche anno, Mani pulite assestò un duro colpo, senza tuttavia riuscire a diffondere la castità nella politica italiana e, purtroppo, neppure nella stessa magistratura. Palamara e Davigo sono, infatti, i due estremi della perdita di castità delle toghe italiane.
Con l’avvento dell’ancóra indecifrabile III Repubblica in politica sono cambiate poche cose, eccetto il fatto che la libidine del potere si è trasformata in potere della libidine. Ci spieghiamo meglio. Le tangenti, gli intrallazzi di sottogoverno e le camarille nutrono tutt’oggi la politica ma non sono più strutturati nei partiti come ai tempi di Craxi; essi sono frutto della libera iniziativa dei singoli, anche perché i leader dei partiti hanno preso ad inseguire altri obiettivi. Infatti, grazie al finanziamento pubblico delle loro attività, che paghiamo noi con le tasse, ed alle liste bloccate, dove decidono loro chi far eleggere, i leader non hanno più l’assillo di dovere incamerare tangenti per il partito o interdire l’affermazione di pericolosi concorrenti interni, trovando così il tempo per darsi a piaceri più immediati come quello delle alcove.
Per l’indulgenza che proviamo verso i sani peccatori della carne, confessiamo che l’idea della trasformazione in senso mandrillesco di una classe politica piatta e priva di fantasia non ci disturberebbe più di tanto se, però, il gioco fosse alla pari per tutti i maschietti italiani ma, ahinoi, non è così. Ad esempio, un anonimo signor Silvio, con ottantacinque primavere sulle spalle, pancetta, insufficienza cardiaca e prostatica, quante possibilità di successo avrebbe nel conquistare una procace signorina? E una splendida ragazza di ventisei anni si metterebbe con un idraulico con lardo nei fianchi, a nome, che so, Matteo che ha pure il doppio della sua età?
Cerchiamo perfino di autoconvincerci che, in fondo, una rimestata ormonale non potrebbe che migliorare la percezione fantastica della vita e, d’altronde, per risolvere i problemi dell’Italia dopo lo tsunami del Covid-19 di fantasia ne occorrerà a bastimenti. Perfino i magistrati, sempre pronti a fare le pulci ai politici spesso a prescindere da fondate ipotesi, si trovano spiazzati di fronte ad un fenomeno, quello delle compulsioni letterecce, che per quanto talvolta censurabile sul piano etico, non lo è altrettanto su quello penale. E allora via! Molti politici si sono, così, votati ai piaceri della carne, certamente più appaganti e meno pericolosi delle tangenti, senza escludere approcci per strada con transessuali, festini a base di stupefacenti e signorine prezzolate, escort,matrimoni mandati in fumo per fare posto nel proprio letto alla bellona di turno… il comico è che molti di questi signori, che di famiglie ne hanno distrutte almeno un paio a testa, si dicono schierati per la salvaguardia e la difesa della famiglia!
Per carità, non siamo calvinisti delle costumanze sessuali, ma ciò che ci disturba dei politici e della stampa filo governativa è il tentativo di spacciare per normali figure che normali proprio non si possono considerare, ricorrendo a termini apparentemente innocui che stanno innescando una perversa evoluzione della nostra morale nazionale, ammesso che noi italiani ne abbiamo mai posseduto una.
Già oggi il male è diventato un concetto relativo, figuriamoci se indugiamo a definirlo con termini leziosi tipo escort al posto del romanesco mignotta, o di ministro senza portafoglio al posto di politico che non può rubare per mancanza di materia prima.
Non parliamo poi della difficoltà di ricevere una notizia esaustiva e chiara da parte dei media succubi delle imposizioni liberticide del politically correct… ma fateci capire, uno che ci entra in casa con l’intento di svaligiarla se tutto va bene, si potrà ancora chiamarlo mariuolo o dovremo definirlo un visitatore inopportuno? Lo stupratore sarà ancora appellabile come turpe individuo oppure diventerà uno che non sa motivare le partner? Una donna che vende liberamente il proprio corpo possiamo ancora definirla escort, prostituta o dovremmo, in nome del politically correct, catalogarla come “imprenditrice con azienda al seguito” e non escort?. Mah…
Certo che ne ha fatto di strada la politica italiana se, in meno di 60 anni, è passata dalle “convergenze parallele” attribuite ad Aldo Moro alle divergenze delle gambe al potere, dalla “fermezza flessibile” alla durezza impossibile per alcuni dei suoi membri.
E, a scanso di equivoci maliziosi, precisiamo che per membri intendiamo gli appartenenti alla politica.
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