E se passassimo dal corno alle urne?
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Si può credere e non credere nell’esistenza di soggetti segnati dalla iettatura, ma poiché ci crede la maggioranza dei nostri connazionali, quello di un Conte sfigato e Capitano Nero del ribaltone PD-M5S potrebbe non essere più un problema politico ma un’emergenza nazionale vera e propria. Ciò perché un popolo, di fronte alla sventura, può affrontare qualsiasi sacrificio materiale se ha fiducia nei suoi capi, se ritiene che essi siano fortunati oltre che capaci. E non pare sia il caso di Conte
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In tutti i campi del noto e dell’ignoto non abbiamo mai inclinato per la metafisica e men che mai (ma sarà vero?) per quelle forme di autodifesa – come il grattamento dei pendant, corni di varie misure e colori, chiavi, ferri di cavallo, eccetera – con le quali si pensa di poter neutralizzare gli influssi negativi emanati da individui ritenuti sfigati e/o iettatori. Cionondimeno, bisogna convenire che a volte taluni concorsi di circostanze lasciano senza parole e inducono al dubbio anche il più scettico degli individui sulla iettatura. È oggettivo, ad esempio, che da quando si è insediato il governo di Conte a trazione PD+M5S, una vorticosa tempesta di influssi negativi si è abbattuta su di lui e, purtroppo, anche sul nostro Paese. Vediamo un po’…
La prima cosa che Conte fece, non appena si reinsediò a Palazzo Chigi, fu di iniziare il tiro al bersaglio sul suo ex vice premier accusandolo, dall’oggi al domani, di ogni nefandezza politica a partire dal dolente tema dell’immigrazione: «Stiamo dando delle risposte dove Salvini ha fallito». Non l’avesse mai detto! Da quel momento l’immigrazione si è triplicata, le navi delle ONG si sono ringalluzzite, la Germania ci sta rifilando i suoi immigrati irregolari e gli altri Paesi dell’Unione Europea di là delle (solite) enunciazioni di principio dello spacciato “accordo di Malta” non sono mai voluti andare.
Ma Conte è diventato, ormai, un fiume in piena di astio nei confronti del leader leghista anche se male gliene incoglie ogni volta che lo attacca, come sulla vicenda dei mai dimostrati fondi russi alla Lega: «La vicenda russa andava chiarita in Parlamento». Non fini neppure di dirlo che, urbi et orbi, venne accusato dal Financial Times per una vicenda risalente al maggio 2018 – quando l’avvocato Giuseppe Conte era già in lizza per fare il presidente del consiglio… – vicenda che lo vedeva consulente per un fondo finanziario poi indagato dalla magistratura vaticana perché riconducibile ad uno scandalo al quale non sarebbe estraneo neppure uno dei primi provvedimenti emessi dal governo presieduto dallo stesso Conte.
Ma l’avversione del premier nei confronti di Salvini è, ormai, diventata una vera e propria patologia psichiatra, sicché non gli ha risparmiato stoccate neppure per l’inclinazione di questi ad esibire simboli religiosi, lui che, assieme al suo mentore del Colle, proviene da un’area politica che sta utilizzando la croce come simbolo partitico da quasi un secolo: «Un ministro dovrebbe evitare di accostare slogan politici a simboli religiosi». Subito dopo tale critica, pensate la sfiga di Conte, è intervenuto, in un’intervista, il cardinale arcivescovo Camillo Ruini, presidente del comitato scientifico intestato al papa emerito Ratzinger, ad esortare la Chiesa a dialogare con Salvini, al quale ha espresso anche una certa simpatia.
Conte si reca anche tra i terremotati del Centro Italia, ad Accumoli per la precisione, assicurando, dopo tre anni dal sisma trascorsi senza far niente dal governo di Renzi ad oggi, una «Ricostruzione materiale ed economica». Sarà stato, per carità, certamente un caso anche stavolta, ma sta il fatto che, qualche mese dopo la visita di Conte ai terremotati di Accumoli un altro terremoto di 4,4 gradi di magnitudo colpisce, per fortuna senza danni, le già provate province dell’Aquila e di Macerata.
Intervistato nella trasmissione “Povera Patria” su RAI 2, il premier Conte assicurò che «L’Italia ha un programma di ripresa incredibile. C’è tanto entusiasmo e tanta fiducia da parte dei cittadini e c’è tanta determinazione da parte del governo. Ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per gli anni a venire». E invece la sua “… ripresa incredibile” ebbe una bocciatura clamorosa nelle elezioni regionali dell’Umbria e ArcelorMittal, l’azienda franco-indiana che stava provando a far ripartire l’Ilva di Taranto, gli comunicò che intendeva mollare la gestione e il risanamento di quell’azienda, mandando così a ramengo 20.000 lavoratori più un punto e mezzo di PIL. Proprio un bellissimo 2019 per molte famiglie e per la nostra boccheggiante economia, non c’è che dire.
Si può credere e non credere nell’esistenza di soggetti segnati dalla iettatura, ma poiché ci crede la maggioranza dei nostri connazionali, quello di un Conte sfigato e uomo nero del ribaltone PD-M5S potrebbe non essere più un problema politico ma un’emergenza nazionale vera e propria. Ciò perché un popolo, di fronte alla sventura, può affrontare qualsiasi sacrificio materiale se ha fiducia nei suoi capi, se ritiene che essi siano fortunati oltre che capaci
E, detto in tutta umiltà, non ci pare sia questo il caso di Conte e dei Capitani delle sue truppe cammellate, sì cammellate perché andando di questo passo tra qualche anno non avremo più l’acciaio per costruire nuove auto e neppure la benzina per far camminare quelle vecchie.
Decrescita felice?
No, tramonto infelice di un Paese dalla civiltà ultra millenaria e che era la quarta potenza industriale al mondo.