E se facessimo della Resistenza una festa per tutti gli italiani?
Share
Disconoscere l’evento sul quale s’innestò la Repubblica è mettere in discussione anche tutto il resto, come la Costituzione, il Parlamento e i diritti individuali. A coloro i quali hanno osservato che quest’anno andremo a celebrare questa festa di libertà mentre siamo prigionieri in casa, ricordiamo che anche per tale ragione dobbiamo rinverdire il nostro concetto di libertà assieme a quello della Resistenza
****
Sono settantasei anni che due gruppi equivalenti e contrapposti di litigiosi coglioni, sia a destra che a sinistra dello schieramento politico, ci angustiano la vita all’approssimarsi del 25 aprile, quando le istituzioni statali e il popolo più o meno spontaneamente, ricordano la vittoria sul fascismo e la fine, per noi, della II Guerra Mondiale. Tutto ciò perché il Partito Comunista prima il Pd dopo, stravolgendo la verità, si sono intestati un movimento di popolo, la Resistenza, che benché parziale e tardivo, non ebbe un solo colore politico perché, oltre ai comunisti, vi contribuirono repubblicani, monarchici liberali, socialisti, azionisti e democratici cristiani. Nel campo opposto qualcosa del genere ha fatto la Destra dopo la guerra, intestandosi non il fascismo ma l’anticomunismo che, visto con un’ottica distorta, potrebbe significare la stessa cosa.
E se, a distanza di settantasei anni, la smettessimo con le liti e le menzogne e, finalmente, iniziassimo a raccontare come sono andate realmente le cose per poi darci la mano e accettare – tutti! – la Resistenza come una festa della Patria repubblicana? Certo, la Resistenza ebbe delle storture e molte luci ed ombre, ma le ebbero anche il Risorgimento e la Grande Guerra, Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II… che facciamo li cancelliamo tutti quanti dalla nostra storia? E in mano che cosa ci resterebbe della nostra identità?
Certo, in termini operativi la lotta partigiana influì poco o niente sugli eventi militari di portata mondiale che si svolsero nel nostro Paese nel biennio 1943 -1945, ma di certo giovò al depresso spirito degli italiani, perché in qualche modo li riportò nel solco della nostra tradizione risorgimentale, infondendo loro la speranza in un futuro migliore e quella voglia di ricominciare che furono alla base della prodigiosa ricostruzione post – bellica.
Questa è la verità che sia a destra che a sinistra nessuno vuole raccontare, perché sarebbero troppi gli scheletri da tirar fuori dagli armadi per entrambe le fazioni, e per citarne soltanto due: i comunisti erano alleati di Hitler quando questi fece scoppiare la Seconda Guerra Mondiale; i fascisti invece si resero colpevoli, tra le altre cose, di avere introdotto l’abominio delle leggi razziali in Italia. Il fascismo – e lo andiamo giustamente dicendo da settantasei anni – incarnò il male e bene fece la storia a cancellarlo dai suoi annali, ma adesso non c’è più, a meno che non si voglia per forza avere un nemico che legittimi certe posizioni politiche anacronistiche. Questa è la storia e da qui non si scappa, a meno di non voler continuare fino all’anno Tremila con questa contrapposizione.
Al pari del Risorgimento, la Resistenza (iniziata soltanto quando furono gli stessi fascisti ad abbattere il regime) sia per tutti noi un dovere mistico perché, come il battesimo, ogni anno deve servire al lavacro di alcune colpe storiche ed a farci incontrare con le mani tese e la mente sgombra dai pregiudizi, mentre deponiamo un fiore sulle tombe di tutti i caduti, bianchi, neri, rossi o gialli che fossero all’epoca. D’altronde, disconoscere la Resistenza sulla quale s’innestò la Repubblica Italiana è mettere in discussione anche tutto il resto, come la Costituzione, il Parlamento e la libertà. A coloro i quali hanno osservato che quest’anno andremo a celebrare la libertà mentre siamo prigionieri in casa, ricordiamo che anche per tale ragione dobbiamo rinverdire il nostro concetto di libertà assieme a quello della lotta per la Liberazione.
Pertanto, è un errore della Lega e di Fratelli d’Italia snobbare il 25 Aprile e lasciarlo, così, in appalto ad una scombiccherata Sinistra che, con tutti i problemi identitari che ha, non vedeva l’ora d’intestarsi anche quest’anno una ricorrenza che, lo ripetiamo, deve appartenere a tutto il popolo italiano.
Dunque, buon venticinque aprile a tutti… da lunedì magari riprenderemo ad accapigliarci.