Dum Romae whatsappatur, Kabul expugnatur
Share
Vediamo adesso come riusciranno a cavarsela i talebani, ormai seppelliti da una valanga di comunicati stampa e di post per tutte le proteste di cui brulica la rete. Se si incazza Mark Zuckerberg sono dolori, rischiano di fare la fine di Donald Trump, potrebbero togliergli WhatsApp, Facebook, Twitter, forse anche Instagram e Pinterest. A quel punto gli rimarrebbe solo Tik Tok che, notoriamente, è cinese, ma dovrebbero farsi spiegare dai ragazzini occidentali come si fanno i video
– By Cybergeppetto –
Ma che bello avere WhatsApp a disposizione, da quando ci sono i social si può combattere ogni guerra in virtuale, si possono sparare fucilate virtuali mentre si fa l’aperitivo, mentre si fa una passeggiata, mentre si è in vacanza e mentre si fanno i selfie in bagno, che sono essenziali per i siti in cui si va a cuccare…
La rapida avanzata talebana verso Kabul non ci ha colti impreparati, grazie ai social abbiamo potuto reagire immediatamente mentre prendevamo il sole in spiaggia, o sul pattino, o sul materassino. Grazie a un virus siamo rapidamente passati dallo smart working allo smart warfighting. Il ministro Di Maio, in particolare, è passato dallo smart working alla smart diplomacy e ha potuto mandare i suoi strali diplomatici attraverso i social. Pare addirittura che, incazzato come una belva con i talebani e i fatti di Kabul, abbia vibratamente dichiarato in rete: «Abbiamo a disposizione qualche leva, sia pur limitata, su di loro come l’isolamento dalla comunità internazionale e la prosecuzione dell’assistenza allo sviluppo fornita finora». Potete immaginare quanto i talebani se la siano fatta addosso e il loro leader, Baradar, è stato colto addirittura da una crisi di panico e lo hanno dovuto mettere per un intero giorno davanti alla televisione a guardare la sua serie preferita affinché si potesse rilassare.
Voglio vedere adesso come riusciranno a cavarsela i talebani, ormai seppelliti da una valanga di comunicati stampa e di post per tutte le proteste di cui brulica la rete. Se si incazza Mark Zuckerberg sono dolori, rischiano di fare la fine di Donald Trump, potrebbero togliergli WhatsApp, Facebook, Twitter, forse anche Instagram e Pinterest. A quel punto gli rimarrebbe solo Tik Tok che, notoriamente, è cinese, ma dovrebbero farsi spiegare dai ragazzini occidentali come si fanno i video.
In buona sostanza, la guerra che i talebani hanno scatenato contro il mondo occidentale ha dimostrato la potenza di fuoco delle armi non letali costituite dalle dinamiche dei social. Mentre i politici dormono in vacanza e passano qualche rara mail, per i fatti di Kabul una miriade di associazioni emana comunicati stampa in cui si chiede il rispetto dei diritti umani, delle donne e dei bambini. I talebani si sono subito impauriti e hanno assicurato che nell’ambito della sharia, la legge coranica, le donne possono fare tutto tranne che decidere qualcosa, lavorare e guidare, che, voglio dire, mi sembra un risultato mediaticamente risolutivo.
Ci stiamo avviando rapidamente alla soluzione non solo dei problemi afghani, ma anche di quelli di sicurezza mondiale. A questo punto l’Onu, che, diciamolo con chiarezza, non è mai servita a una cippa, diventerà Osu (Organizzazione dei Social Uniti) per dirimere socialmente ogni diatriba internazionale, così la finiamo con tutte queste guerre che interrompono i nostri trastulli preferiti.
Si, lo so, qualche bieco conservatore razzista, fascista, omofobo e negazionista obietterà che i social non contano un tubo nelle zone di guerra e che il ritiro dell’Afghanistan ha favorito il terrorismo, lo spaccio di droga (oppio da papavero) e l’immigrazionismo in Europa. Sono i soliti vecchiacci che si ricordano ancora il motto latino Dum Romae discutitur, Saguntum expugnatur; pare, infatti, che la città di Sagunto fu perduta mentre il senato romano era impegnato in discussioni inutili e diatribe infinite… i radical chic erano già nel senato romano. L’analogia tra Kabul e Sagunto è presto fatta.
Ma noi siamo cittadini del terzo millennio, ce ne impipiamo di queste vecchie carabattole ideologiche, con i nostri telefonini in mano siamo invincibili e possiamo prendere virtualmente a calci in culo i talebani, sempre che la batteria non si scarichi.
Come diceva Ernesto Che Guevara: “Hasta la bateria, siempre!”.
Potrebbe interessarti anche Afghanistan: intervista al generale Cosimato