Dalla zampata del leone alle spire del serpente
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Dopo l’andata a vuoto delle diverse zampate del leone per far cadere il governo, molti serpenti si sono messi da qualche tempo sulla scia dei politici del Centrodestra, in modo da addentarli alla prima occasione, poi stringerli tra le spire di una certa giustizia a orologeria e infine stritolarne la credibilità prima di farli fuori con l’interdizione dai pubblici uffici
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Ne abbiamo le scatole piene dell’ipocrisia di quei politici che, quando vogliono riferirsi ai magistrati che fanno politica con le sentenze, sono soliti definirli pudicamente “…una certa parte della Magistratura”, lasciando intendere che tutti gli altri sono occupati a fare il loro dovere senza condizionamenti. Bene, bravi… ma dove cazzo stanno costoro! Perché non vengono fuori a far sentire la loro voce? A dirla tutta, il nostro sospetto è che, nella Magistratura italiana, funzionari della giustizia indipendente semplicemente non esistano e, semmai ve ne fossero, avrebbero paura di far sentire la loro voce. Sicché, è stato grazie anche alla loro ignavia se una certa parte della Magistratura italiana insopportabilmente militante, assieme alla Sinistra e a una certa stampa che pure si definisce di sinistra ma che in realtà serve i padroni, dal 2022 a oggi ha tentato diverse volte di dare la zampata del leone al governo in carica. La sua speranza era, ed è tutt’ora, quella di abbatterlo prima che questo metta a punto la riforma della Giustizia imperniata sulla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti, come previsto da quella Costituzione che essi agitano a ogni piè sospinto, fingendo di non capire che sono proprio loro a tradirla col volersi ritagliare un ruolo politico e interdittivo che è un abominio costituzionale se non proprio un tentativo eversivo.
La premier Giorgia Meloni, che è una politica navigata, sicuramente non ha bisogno dei nostri suggerimenti per realizzare che quella famigerata certa parte della Magistratura italiana ha cambiato strategia, passando dall’inconcludente zampata del leone alle spire del serpente, e le avvisaglie di questo cambiamento zoomorfico sono in alcuni accadimenti che elencheremo di seguito. Oddio, le sentenze, i rinvii a giudizio e le accuse sospette sarebbero tante ma, per non tediare il lettore, ci soffermeremo solo su tre vicende giudiziarie recenti. Il 28 gennaio, mezzo governo viene messo sotto inchiesta dal tribunale di Roma per un legittimo atto politico compiuto sul rimpatrio del generale Almasri; il 20 febbraio, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, viene condannato a otto mesi di reclusione – pena sospesa – e l’interdizione dai pubblici uffici di un anno per la presunta e indimostrata rivelazione di segreto d’ufficio nonostante i Procuratori avessero richiesto l’archiviazione del caso. L’intento è chiaro: metterlo fuori gioco (per indebolire così la figura morale del ministro della Giustizia architetto della odiata riforma) con l’interdizione dai pubblici uffici quando si arriverà all’ultimo grado di giudizio che, sospettiamo, avverrà in tempi brevi. Il 7 marzo, a proposito della nave Diciotti che li aveva soccorsi in mare, la Corte di Cassazione ha sentenziato che lo Stato italiano (cioè noi e voi che ci leggete) debba risarcire i migranti irregolari soccorsi per ogni giorno che essi sono stati trattenuti sulla nave. Si parla di un’ipotesi risarcitoria di 1.600 euro al giorno per un totale pro-capite di 40.000 euro, una cifra che, dopo aver lavorato una vita intera, molti operai italiani non percepiranno neppure come liquidazione quando andranno in pensione.
Tutto quanto sopra in concomitanza con i preventivati tour per la nostra penisola del sindacato dei magistrati, l’Anm, che potrebbe addirittura dar vita a un comitato referendario contro la riforma della Magistratura che sta per varare il governo, mandando così a farsi fottere la terziarietà della Giustizia. Senza contare le sortite collaterali, e apparentemente scollegate, messe in agenda dai loro “alleati” della stampa e della Sinistra come la capa di quel collettivo studentesco che è diventato il Pd, Elly Schlein, e le rivolte sociali propugnate dal sempre incazzato ma insulso capoccia della Cgil: anche se non si capisce bene perché e contro chi bisognerebbe rivoltarsi. O si capisce anche troppo bene… Sono, comunque, tutte iniziative che, come dimostrano i sondaggi, non sposteranno voti ma di certo faranno incarognire ancora di più gli estremisti piazzaioli e alimenteranno il ribellismo che, grazie alle sinistre estreme, già circola in dosi preoccupanti.

E non finirà certamente qui, perché, se abbiamo davvero individuato la nuova strategia di una certa parte della Magistratura italiana, dopo l’andata a vuoto delle diverse zampate del leone, molti serpenti si sono messi sulla scia dei politici del Centrodestra, in modo da addentarli alla prima occasione, poi stringerli tra le spire di una certa Giustizia a orologeria e infine stritolarne la credibilità prima di farli fuori con l’interdizione dai pubblici uffici. Le ultime tre domande per chiudere in bellezza: che fine ha fatto l’inchiesta sul tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano della Procura Antimafia, che andava compulsivamente e abusivamente a ficcare il naso nei movimenti bancari dei politici in massima parte del Centrodestra? E il processo a quell’impiegato del Gruppo Intesa San Paolo, che dalla filiale di Bisceglie andava a ravanare tra i dati bancari della presidente del consiglio Giorgia Meloni e di sua sorella Arianna? È stata accertata la vera causa della morte dell’ex super poliziotto Carmine Gallo, posto agli arresti domiciliari dopo che la società di spionaggio della quale era a capo, “Equalize”, si era trovata al centro di un ennesimo caso di dossieraggio generalizzato?
Qualche lettore si domanderà, a sua volta, il perché di queste altre domande e in che modo le poniamo in relazione con le sentenze di quella “…certa parte della Magistratura”. Per carità, noi non poniamo in relazione niente con nessuno, però consentiteci di elencare gli accadimenti che stanno sfiancando la democrazia italiana e la maggior parte degli italiani, i quali, prima o poi, scenderanno in piazza contro la Magistratura che percepiscono ormai come nemica. Ciò perché essa rema contro di loro con sentenze che, per quanto emesse in nome del popolo italiano, sebbene indirettamente si girano sempre contro di esso a manico di ombrello, specialmente nel campo della sicurezza e dell’accoglienza fideistica degli immigrati, meglio se clandestini, i quali hanno fatto diventare la nostra vita quotidiana una guerra di difesa da ladri, da stupratori, da vessatori, da spacciatori e da drogati, una guerra che quasi sempre perdiamo. Senza parlare del fatto che dietro l’angolo esistenziale di ogni famiglia v’è l’incubo notturno di vicende tipo film “Arancia Meccanica” del regista Stanley Kubrick. Ma più che noi, il sibilare dei serpenti e lo sfilacciamento dello stato di diritto dovrebbe preoccupare, e molto, qualcuno al Quirinale, che di tale stato di diritto si dice sia la prima e più forte garanzia.
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