Da un pallone di carta all’industria del volo nelle brughiere
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La folla di borghesani che nel pomeriggio del 26 febbraio del 1784 si pose alla ricerca della mongolfiera di carta decollata da Gallarate, non poteva immaginare di stare ad assistere alla nascita della tradizione del volo aereo in Lombardia tant’è che, nel raggio di pochi chilometri da dove essi si trovavano, sarebbero nate industrie aeronautiche che diverranno famose come l’Aermacchi, la Caproni, l’Agusta e la Savoia Marchetti
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Nel corso di alcune nostre ricerche sul volo umano ci siamo più volte imbattuti negli aeroporti di Cascina Costa, di Cascina Malpensa, di Lonate Pozzolo, di Vizzola Ticino, di Ponte San Pietro e di Busto Arsizio, oggi sede di una base Nato che dal riordinamento territoriale del 1927 passò nel territorio di Solbiate Olona. Questa abbondanza di aeroporti ci ha indotti a domandarci perché la passione per il volo sia nata nelle brughiere lombarde, sovrastate dalle Alpi e da rilievi minori, e non invece in altre parti d’Italia geograficamente più idonee in quanto pianeggianti. La risposta, probabilmente, è nella passione per il volo delle classi elevate lombarde, prima ancora che diventasse un business per la borghesia industriale.
Da questi afflati per il volo, collocabili a metà strada tra i seguaci di Icaro e quelli del danè, restò escluso, almeno in un primo momento, il popolino che vedeva un certo non so che di stregoneria in tutto ciò che si alzava dal suolo senza possedere le ali degli uccelli. La riprova di tale diffidenza si ebbe in un borgo agglomerato intorno a un castello dei Visconti, appollaiato sulla sponda occidentale del fiume Olona il cui nome, ovviamente, non poteva che richiamare il predetto fiume: Fagnano Olona.
Ebbene, gli abitanti di quel borgo ricordavano ancora con un certo spavento il fenomeno del cerchio rosso comparso intorno al disco solare il 6 maggio del 1773 e che altro non era – ma essi non potevano saperlo ai tempi – che la rifrazione dei raggi luminosi attraverso i prismi di ghiaccio presenti nell’aria alle alte quote, quando un altro fenomeno misterioso venne a turbare la loro quiete il 26 febbraio del 1784.
Era il primo pomeriggio di un assolato giovedì grasso e, anche se faceva freddo, molti borghesani se ne stavano fuori di casa quando, proveniente in volo dalla direzione di Gallarate, videro avanzare nel cielo un grande pallone multicolore che, ad occhio e croce, era alto quanto una casa a due piani e che a loro dovette apparire come l’equivalente del disco volante dei nostri tempi. Man mano che avanzava nel cielo limpido, il pallone volante sembrava diventare più grande e minaccioso, sicché i bambini, impauriti, si strinsero alle sottane delle loro madri che si facevano il segno della croce. Poi la grande palla si abbassò all’altezza della località detta delle Fornaci, così chiamata perché sede dei forni di cottura dei mattoni, situata al confine con Cassano Magnago e Cairate.
Passato lo spavento i fagnanesi più ardimentosi diressero in direzione delle Fornaci per vedere che fine avesse fatto il pallone multicolore, e figurarsi la loro meraviglia quando videro che dalla direzione di Gallarate e Cassano arrivavano molte festose persone alcune a piedi, altre a cavallo, altre ancora sui carretti. Soltanto dopo che i due gruppi si furono incontrati, si riuscì a capire cosa era successo e cosa era quel simulacro di pallone mezzo afflosciato, costruito con carta imperiale multicolore, recante appeso sotto un braciere: si trattava di una rudimentale mongolfiera!
Era accaduto che, sull’onda delle notizie già da tempo arrivate da Brugherio, dove il giorno prima il Conte milanese Paolo Andreani aveva fatto volare, per la prima volta in Italia, una mongolfiera, i gallaratesi si erano impegnati per far volare anch’essi, e magari prima di Andreani, una mongolfiera alimentata ad aria calda. Il decollo avvenne dalla piazza del Pasquaro che, dopo l’Unità d’Italia, si sarebbe chiamata Piazza Garibaldi, mentre dai campanili della città chi poté seguì la rotta dell’aerostato (all’epoca non vi erano alte costruzioni nei dintorni di Gallarate) fino a quando non lo vide scendere dalle parti tra Cassano Magnago e Fagnano Olona, il punto esatto dove si stavano rumorosamente incontrando alcuni abitanti di Fagnano, di Gallarate e di Cassano che avevano seguito da terra il tragitto della mongolfiera.
Quella folla di curiosi non poteva immaginare, quel pomeriggio del 26 febbraio del 1784, di stare ad assistere alla nascita della tradizione del volo aereo in Lombardia tant’è che, nel raggio di pochi chilometri da dove essi si trovavano, sarebbero nate industrie aeronautiche che diverranno famose in Italia e nel mondo come l’Aermacchi, la Caproni, l’Agusta e la Savoia Marchetti. Una di esse, l’Aermacchi, nel 1934 stabilirà il primato, tutt’ora imbattuto, di velocità con idrovolante.