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Col cuore oltre l’Oceano

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Si pensava fosse particolarmente brutta e grave la storia dei magistrati italiani che da un lato blaterano d’indipendenza della magistratura dalla politica e dall’altro si oppongono al governo nelle loro chat e nei loro atti giudiziari, ma evidentemente non riusciamo proprio a capire che per i nostri opinion leaders l’importante è verificare se i russi hanno fatto eleggere Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America
– By Cybergeppetto –

La politica e i media italiani hanno la tendenza a scegliere temi di discussione un po’ particolari e non proprio attinenti alla nostra vita di tutti i giorni. Forse ricorderete quel che è successo nel 2016, l’anno in cui i media e la politica italiana erano sicuri che Hillary Clinton sarebbe diventata la prima donna a raggiungere il traguardo della presidenza degli Stati Uniti d’America. Sempre nello stesso anno i britannici, secondo l’intellighenzia radical chic, avrebbero votato contro l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Per la verità in quell’anno successe anche una certa cosa in Italia: gli italiani che nei sondaggi erano favorevoli al referendum di Renzi, gli votarono inaspettatamente contro nelle urne.

Da allora non riesco più a respirare, ogni due minuti arriva qualche radical chic preoccupatissimo per la situazione americana. Si vede che queste persone non dormono la notte, in piena emergenza Covid-19 loro pensano alle sorti della “Obamacare”, la riforma della sanità americana, mentre noi abbiamo almeno seicentomila disoccupati in più, la sinistra al caviale discute con passione e profondità dei progressi che sta facendo Joe Biden nel campo democratico.

Ogni giorno vediamo gente in ginocchio ricordare George Floyd, ucciso per soffocamento da un poliziotto americano, al quale vanno le mie preghiere, ma in Italia, di solito, sono i delinquenti a picchiare, ferire e, a volte, uccidere gli uomini delle forze dell’ordine. Oltretutto si tace del disagio tra le forze di polizia in cui aumentano i casi di stress fino al suicidio per il linciaggio morale al quale sono sottoposte.

Insomma, i media e i social sono così pervasi da questioni relative agli USA che ogni volta che vado in centro città mi sembra di essere a Times Square, meno male che quando esco dalla Metropolitana vedo il Duomo di Milano e mi rassicuro, posso ancora prendere un buon caffè nei nostri bar senza ricorrere alle catene statunitensi, che comunque iniziano a spuntare anche qui.

Pensavo fosse particolarmente brutta e grave la storia dei magistrati che si oppongono al governo nelle loro chat e nei loro atti giudiziari, ma evidentemente non riesco proprio a capire che per i nostri “opinion leaders” l’importante è verificare se i russi hanno fatto eleggere Trump.

In realtà tutto quello che è di tendenza viene da oltreoceano già dalla fine dell’ultima guerra mondiale e, soprattutto, dal Sessantotto, cioè dall’anno in cui i nostri progressisti hanno imparato a suonare la chitarra, a fumare le canne ed a farsi le pippe … mentali. Questo surmenage pipparolo non ha fatto diventare ciechi (come ci raccontavano i nostri padri) i sessantottini residuali, ma di certo ha determinato in loro una vista strabica perché, nonostante la senescenza, riescono a vedere oltremare ma non riescono a vedere quel che hanno vicino, nemmeno con una forte correzione ottica, un caso veramente clinico di presbiopia intellettuale.

Continuando di questo passo, possiamo ipotizzare che l’Italia diventi il cinquantaduesimo stato degli USA, magari Zingaretti potrebbe vincere le regionali a Washington, dove vive e prospera lo stesso tipo umano che s’incontra nei salotti liberal di Milano. Se, invece, non dovesse vincere le prossime presidenziali, Joe Biden potrebbe essere nominato commissario dell’ex ILVA, oppure amministratore delegato di Alitalia; Renzi potrebbe fare il sindaco di Mountain View, visto che alla sede centrale di Google lo conoscono tutti; Nancy Pelosi potrebbe prendere il ruolo di Palamara nella nostra magistratura perché ha la stoffa per combattere chi è stato democraticamente eletto. L’importante è che i nostri eroi imparino a cantare “God bless America” ma evitino di seguire gli americani nelle loro guerre in giro per il mondo: ancora soffriamo delle conseguenze degli errori fatti in Libia, in Iraq, in Afghanistan, eccetera.

Mi rendo conto di non essere in grado di capire la tensione mentale che lega questi intellettuali tardo progressisti a quelli dell’altra sponda dell’Oceano, sono troppo fossilizzato nello stigmatizzare l’inefficienza e l’illogicità della burocrazia di questo Paese, che sembra incapace di fare gli interessi dei suoi cittadini, ma che gli interessi di parte li fa benissimo: il modulo di autocertificazione che si è inventato mi fa incazzare molto di più dei tweet del presidente Trump! Sicché, mentre noi vediamo le immagini della folla in marcia a Capitol Hill, le telecamere sono spente su altri fenomeni. Gli sbarchi sulle nostre coste continuano, la cassa integrazione non si vede, i prestiti alle aziende non arrivano, i centri sociali continuano a vivere nella più profonda illegalità, la casta è profondamente impegnata nella spartizione delle nomine dello Stato e del parastato.

Evidentemente i reprobi come me non riescono a proiettarsi verso il nuovo mondo, sono troppo occupati a guardare l’immondizia che tracima dai cassonetti e dalle discariche di questa parte di mondo. Se noi reazionari non ci concentrassimo sull’ignoranza che avvolge la scuola italiana, sulla morte della logica e del congiuntivo, forse potremmo capire gli aneliti di libertà che attraversano i sobborghi di Chicago grazie agli “insegnamenti” di Obama.

Chissà, se noi controrivoluzionari la smettessimo di pregare il Signore, la Madonna e i Santi, potremmo affidarci meglio alla classe dirigente che si prende cura di noi ogni giorno su Twitter, Facebook, Instagram, Whatsapp, Telegram, Tiktok, VK, Signal e tanti altri social ancora mediante i quali ci hanno tenuto ipnotizzati attraverso i nostri telefonini nei lunghi mesi del Covid-19.

Mi rivolgo, perciò, alla gente come me, sudata e che puzza [di indipendenza intellettuale – n.d.d.] come ha appena detto il Carofiglio di turno: smettetela di guardare alla realtà, il virtuale vi può offrire un paradiso di cui non potrete più fare a meno e di cui loro, gli intellettuali radical chic hanno bisogno per continuare fare i loro loschi comodi.

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