Ci voleva questa classe politica e dirigente per dare dignità ai fascisti del 25 luglio
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Complice la scellerata alleanza operativa tra politica, classi dirigenti ed i diversi sistemi informatici che presiedono ad ogni attività umana, sull’Italia, sull’Europa e sul mondo si sta consolidando una “dittatura impersonale” come l’umanità non ha mai visto
– Enzo Ciaraffa –
Pur dopo anni di ignavia e di complicità con Mussolini, per evitare altri lutti, sofferenze e distruzioni al loro popolo dopo che gli alleati erano sbarcati in Sicilia e bombardavano l’Italia tutti i giorni e tutte le notti, diciannove dei ventotto gerarchi riuniti in quella specie di Parlamento fascista che era il Gran Consiglio, la notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943 misero fuori gioco il duce. I “golpisti” sapevano bene che quella scelta avrebbe quasi certamente comportato la morte per loro. Infatti, cinque di essi finiranno fucilati dai repubblichini l’anno dopo nel forte di San Procolo a Verona.
L’Italia è oggi a pezzi esattamente come lo era nel 1943, anzi peggio. Noi cittadini non abbiamo più prerogative se non quelle di facciata, non siamo più padroni delle nostre vite, dei nostri risparmi, delle nostre pensioni, delle nostre case che possono essere occupate dal primo rom che passa perché lo Stato non adempie al suo principale dovere che è quello di proteggere la proprietà privata. Ciò in aggiunta al fatto che, in poco più di settant’anni, è stata distrutta la fiducia del popolo nelle istituzioni democratiche, smantellata una scuola che funzionava, fatta a pezzi l’industria, massacrata la classe lavoratrice, resa inesistente la sicurezza, svenduti pezzi di sovranità e ridotto Palazzo Chigi (sede del governo) ad una dependance del Quirinale in una repubblica che si dice ancora parlamentare.
Complice anche la scellerata alleanza operativa tra politica, classi dirigenti ed i diversi sistemi informatici che presiedono ad ogni attività umana, sull’Italia, sull’Europa e sul mondo si sta consolidando una “dittatura impersonale” come l’umanità non ha mai visto e perciò del tutto impreparata a combatterla.
Per fortuna stanno nascendo qua e là uomini e movimenti che il sistema bolla come populisti e/o fascisti e che, invece, sono i nuovi partigiani della democrazia e dell’autodeterminazione di popoli che vogliono vivere e collaborare insieme ma non essere omologati come mandrie o diventare un informe blob d’inappagate aspirazioni.
Eppure, nonostante questa cupa prospettiva, invece di fare almeno autocritica e di correre ai ripari per preservare la democrazia reale e ridare un futuro al nostro popolo, ai nostri figli, la classe politica e dirigente, i media ed i maître à penser continuano ad operare come se nulla fosse accaduto in questi tremendi anni, posseduti come sono dalla medesima “libidine della fine” che, di solito, caratterizza le civiltà agonizzanti. Ridando, così, una qualche dignità perfino ai fascisti che il 25 luglio del 1943 ebbero il coraggio di porre fine al regime da essi stessi creato ben sapendo di andare incontro alla morte.
Nella foto: 11. 1. 1944 – Fucilazione di alcuni dei gerarchi che defenestrarono Mussolini