Chi mette i soldi per l’odio contro gli ebrei?
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Hamas rappresenta anche il panarabismo, e i Paesi arabi hanno vagonate di petroldollari da investire in Occidente per comprare industrie, squadre di calcio, testate giornalistiche e perfino delle università, insomma per pagare gli stipendi a chi li serve bene. A riguardo basta ricordare le valigie di petrodollari arabi utilizzati per la più grande compravendita di uomini e d’ideali che sia mai venuta alla luce nel parlamento europeo, il cosiddetto Qatargate
– Enzo Ciaraffa –
Non ho mai creduto, neppure per un attimo, che nel giro di meno di cinque anni si potessero sterminare sei milioni di persone, gli ebrei della shoah, senza che il mondo se ne accorgesse perché, secondo me, ciò che Hitler stava facendo agli ebrei di tutta Europa, prima e durante la II Guerra Mondiale, era noto da New York a Londra, da Parigi a Sidney, dal Vaticano alla Svizzera. Come dire che, negli anni che vanno al 1933 al 1945, tutti facevano finta di non sapere le cose orrende che stavano facendo i nazisti perché, in fondo, pensavano all’epoca i governi cosiddetti democratici, non valeva la pena rischiare una guerra con la Germania per qualche ebreo ucciso perché tale. D’altronde, se dovessimo prendere per buono il fatto che fino alla fine della II Guerra Mondiale nessuno sapeva nulla, non riusciremmo a spiegarci come aveva fatto, nel 1940, l’attore e regista Charlie Chaplin a descrivere ironicamente, ma fedelissimamente, nel film “Il grande dittatore” ciò che stava accadendo.
E quando la guerra contro i nazisti scoppiò, per gli angloamericani non valeva la pena irritare gli alleati russi (inventori dei pogrom e complici di Hitler fino al 1941) e francesi, che con il regime di Vichy avevano consegnato 75.000 ebrei alle camere a gas tedesche fino al 1944, andando a rispolverare le loro recenti colpe. Faceva senso, perciò, al processo di Norimberga ai criminali nazisti, vedere ufficiali russi e francesi nella veste di accusatori e talvolta anche di giudici. Peraltro, a quel processo dovevano sedere molti altri personaggi salvati dalle convenienze politiche del momento, come il gran muftì di Gerusalemme, Amin al-Husseini, una delle più alte autorità dell’Islam sunnita che aveva chiaramente appoggiato il programma di sterminio degli ebrei da parte dei nazisti.
Il degno nipote di cotanto personaggio, Yasser Arafat, non poteva che trovarsi a capo di quell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina – Olp (in pratica la “madre” di Hamas) che si rese protagonista di molte sanguinose brutalità contro gli ebrei, almeno fino al Patto di Oslo col governo israeliano nel 1993. Ecco, Hamas è nata in quel brodo di cultura, magari incoraggiata dai pretacci di Teheran, ma le sue origini ideali la pongono in chiara continuità col nazismo.
A questo punto dovremmo iniziare a domandarci perché, in tragica continuità con un tale quadro d’insieme, vi siano in Occidente ancora delle persone che nelle scuole, nelle università, nella politica, nelle redazioni dei giornali, in televisione e soprattutto tra i giovani, continuano a fare il tifo per i boia di Hamas, un’organizzazione di terroristi sunniti che, come i nazisti, ha quale obiettivo fondante l’eliminazione di tutti gli ebrei dalla faccia della terra. Ma forse il binomio che spiega il tutto è più semplice di quanto si pensi: Hamas rappresenta anche il panarabismo, e i Paesi arabi hanno vagonate di petroldollari da investire in Occidente per comprare industrie, squadre di calcio, testate giornalistiche e perfino delle università, insomma per pagare gli stipendi a chi li serve bene. A riguardo basta ricordare le valigie di petrodollari arabi utilizzati per la più grande compravendita di uomini e d’ideali che sia mai venuta alla luce nel parlamento europeo, il cosiddetto Qatargate.
Se a tutto questo aggiungiamo che nel dna dell’Occidente cristiano è ancora presente allo stato di latenza l’odio contro gli ebrei, il popolo del deicidio, allora il cerchio si chiude e spiega il perché sta montando nel mondo un odio contro gli ebrei di certo sproporzionato agli eventi correnti, come non se ne vedeva dagli anni Trenta del Novecento. Ma facessero molta attenzione anche coloro che, come la Sinistra italiana e transnazionale, non si sono schierati apertamente contro i terroristi, perché siamo giunti al punto in cui ogni titubanza nel condannare Hamas e le violenze politiche in generale, ogni tartufesco “ma” circa il diritto di difendersi d’Israele va ad allargare una strada lorda di sangue, quella dall’anti ebraismo e dall’antioccidentalismo, che evidentemente si snoda tra montagne di cadaveri.
Non m’illudo, come purtroppo continua a fare l’Occidente, che gli islamisti, non solo quelli di Palestina, quale che sia la loro sigla, mutino obiettivi e metodologie, tuttavia, se non altro per distinguermi da loro, non chiuderò questa breve disamina con parole pesanti ma con lo stesso auspicio dell’eroina dell’accennato film di Chaplin, Paulette Goddard nel ruolo di Hannah: «Non sarebbe bello se la smettessero di odiarci?». Sarebbe bello sì, ma, a quanto pare, anche la bellezza dei sentimenti è peccato mortale per i fanatici politici e religiosi.
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