Che cattivoni i poliziotti italiani: non si fanno picchiare abbastanza
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Contro l’ignominioso giudizio del Consiglio d’Europa sulla nostra Polizia anche il presidente della Repubblica si è detto stupefatto e indignato. Peccato che ciò sia avvenuto dopo che, grazie anche alla sua uscita del 23 febbraio scorso, su alcuni poliziotti il guano e le accuse dei magistrati sono state sparse a vagonate
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Per quanto ci consta, il presidente Mattarella non sempre ci azzecca nelle azioni e nei giudizi. Ciononostante non ci permetteremmo di sostenere che egli sia uno sfigato, ma iniziamo a credere che ogni tanto sia vittima di un karma sfavorevole. Vediamo un po’ il perché.
Agli inizi della pandemia proveniente dalla Cina, per smentire platealmente quei governatori di Centrodestra che a gran voce chiedevano l’isolamento per le persone provenienti da quel Paese, a sorpresa, il 6 febbraio del 2020 il presidente si recò all’Esquilino a visitare la scuola “D. Manin” considerata la più cinese di Roma. Forse gli era sfuggito il numero dei contagi che iniziavano a lievitare e il fatto che il governo aveva già deliberato lo stato di emergenza nazionale da una settimana. Insomma, ad aver torto era lui e non i governatori! Infatti, esattamente un mese dopo l’Italia intera sarebbe entrata in lockdown e avremmo contato i morti a vagonate: oltre 200.000 fino a oggi.
L’anno scorso, in un indigesto pot-pourri di festeggiamenti (un po’ trash in verità) per la 73^ edizione del festival di Sanremo e il 75° compleanno della nostra Costituzione, il presidente si è recato al Teatro Ariston, dove il tanto mitizzato Amadeus più che un presentatore sembrava il malriuscito incrocio tra Maurizio Landini segretario della Cgil ed Elly Schlein del Pd. Niente di male la visita di Mattarella alla corte di Amadeus, per carità, ma anche quella volta il karma ci ha messo lo zampino. Infatti, prima dell’inizio della kermesse canora vera e propria, il presidente fece un selfie con la figlia Laura, con Gianni Morandi, con il padrone di casa e con Chiara Ferragni. L’anno dopo quel selfie, Amadeus ha lasciato la Raiper andarsi a riciclare in una nota emittente privata dove, almeno fino a oggi, è stato un grande flop; Chiara Ferragni è finita indagata dalla Procura di Milano per falsa beneficenza, per truffa insomma, ha perso la maggior parte dei finanziatori e si è pure separata dal marito Fedez.
Lo scorso 23 febbraio, a Pisa, per impedire che dei facinorosi sfondassero un posto di blocco durante un corteo pro-Palestina non autorizzato, un drappello della Polizia dovette ricorrere ai manganelli in dotazione. Ebbene, quasi in tempo reale echeggiò la voce oracolare dell’inquilino del Quirinale: «Con i ragazzi i manganelli esprimono il fallimento». Senza neppure domandarsi, l’oracolo, il perché la Polizia, che solitamente fa l’agnello sacrificale, aveva menato. Se lo avesse fatto, si sarebbe risposto che le forze dell’ordine dovevano impedire a ogni costo al corteo di raggiungere la sede del Consolato Onorario della Repubblica d’Israele e il cimitero israelita che si trovavano di là del posto di blocco. Ovviamente, dopo cotanto autorevole cazziatone alla Polizia, la Magistratura pisana mise subito sotto inchiesta un Commissario, due dirigenti e sette poliziotti italiani per lesioni aggravate ed eccesso colposo di uso delle armi, come dire che un manganello è da considerarsi un’arma al pari della pistola, mentre i calci, i sassi e le aste dei cartelloni sul cranio dei poliziotti italiani sono piume d’angeli.
Poi – ed era prevedibile che accadesse – dopo tanto tuonare contro la Polizia, è arrivata fatalmente la pioggia sotto forma di un’accusa lanciata dal Consiglio d’Europa, un carrozzone non politico dell’Unione Europea che costa all’incirca cinquanta milioni all’anno ai contribuenti europei per scrivere cazzate. Questo consesso, composto da quali grandi esperti non si sa, ha stabilito che «Le forze dell’ordine italiane hanno atteggiamenti razzisti durante le attività di controllo e indagine, soprattutto verso la comunità rom e le persone d’origine africane». Contro questo ingiurioso giudizio, che al Consiglio d’Europa probabilmente si sono fatti leggendo i noti quotidiani italiani che hanno dichiarato guerra alle istituzioni da quando c’è la Destra al governo, si sono subito scagliati i leader conservatori, premier in testa, e ci pare di capire che anche il presidente della Repubblica si sia detto stupefatto esprimendo la sua vicinanza alle forze di Polizia. Peccato che ciò sia avvenuto dopo che, grazie anche alla sua tonitruante uscita del 23 febbraio scorso sulla Polizia che aveva operato a Pisa, il guano e le accuse erano state sparse con molta generosità, soprattutto dalla Sinistra che, e non è un mistero per nessuno, ha in odio le divise per il solo fatto che incarnano ordine, sicurezza e garanzia di democrazia, laddove essa necessita, invece, di disordine, di insicurezza e di conculcazione della libertà (esercizio nel quale è maestra…) per sperare di ritornare al potere legalmente.
Vede, signor presidente della Repubblica, per onestà intellettuale dobbiamo confessare che siamo molto distanti dal giudizio di quegli italiani in buonafede, e in verità sono tanti, che la ritengono il mite nonno della Repubblica ma, per rispetto del suo ruolo (e soprattutto del nostro che, in armi, abbiamo servito la Repubblica per mezzo secolo), in questa sede non le diremo che cosa pensiamo del suo ultra settennato, magari lo faremo il giorno dopo che avrà lasciato il Quirinale. Però, per cortesia, se può, ci risparmi l’ipocrisia delle indignazioni d’ufficio. Non lo meritiamo e, soprattutto, non lo meritano quei dieci poliziotti italiani finiti sotto inchiesta a Pisa per aver fatto il loro dovere, per avere avuto la giusta “visione strategica” degli obiettivi della manifestazione, che lei di certo non ha avuto quando ha sparato a zero su di loro, e che adesso dovranno accendere un muto bancario per potersi pagare gli avvocati e mantenere le loro famiglie.
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