Attenzione ai diavoli e alle streghe dei finti cuori solitari
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Ciò che deve far molto riflettere chi utilizza i social network è il fatto che la modalità di fare amicizia in modo virtuale nasconde grandi insidie, perché chiunque può camuffarsi dietro un’identità costruita ad hoc, tanto che una befana potrebbe scrivere di sé che è bellissima e, dall’altra parte della tastiera, un racchio mascalzone spacciarsi per un novello Adone. Perciò, invece di farvelo ridurre a pezzi, lasciate che nel dubbio il vostro cuore resti solitario piuttosto che rinsecchirsi
– * Patrizia Kopsch –
I Social Network sono per definizione un luogo dove socializzare, raccontare la propria vita quotidiana, condividere foto, informazioni e considerazioni. Ma da un po’ di tempo a questa parte sta prendendo sempre maggior consistenza un fenomeno particolare. Mi spiego meglio: da circa un annetto o giù di lì sono contattata con maggior frequenza attraverso la chat da sedicenti signorine e dai nuovi amici appena accettati nella schiera dei miei “fan”. E non capita soltanto a me, considerati i numerosi accenni alla questione che riscontro in altrettanti commenti o post di amiche e di altre frequentatrici di Facebook.
In effetti se ci fermiamo un attimo a riflettere, la piattaforma di Zuckerberg offre davvero molte più possibilità rispetto ai vari siti di incontri per “i cuori solitari”. In primo luogo, Facebook è completamente gratuito – e lo sarà sempre – come si legge nella home page del social network. Poi, quasi tutti gli iscritti pubblicano la loro foto nel profilo, più o meno recente, che ci consente di farci un’idea dell’aspetto fisico e poi nell’area dedicata, a volte si riescono ad avere informazioni veritiere sull’età, sul titolo di studio, sulla professione, sullo stato civile, sulla famiglia. Alla faccia della legge sulla privacy e di tutte le raccomandazioni che, a più riprese, si possono leggere e sentire sui vari media: siamo noi stessi a raccontarci e a fornire dettagli preziosi sulla nostra vita!
Di più, attraverso i post e osservando l’attività sulla piattaforma è possibile anche farsi un’idea abbastanza precisa degli interessi, dell’orientamento politico, religioso e, in generale, dello stile di vita degli utilizzatori della piattaforma. Si riesce perfino a comprendere la composizione del nucleo familiare, si colgono preoccupazioni, stati d’animo, antipatie idiosincrasie e anche simpatie. A margine di queste considerazioni, è facile capire per quale motivo le aziende siano così interessate a Facebook: queste e altre informazioni sensibili che sono molto più che semplici dettagli che ingenuamente forniamo – anche – a dei perfetti sconosciuti, sono divenute oggetto di negoziazioni e di compravendita, i famosi data breach, le violazioni di sicurezza a seguito delle quali i nostri dati vengono poi venduti sul dark web. Un ricco calderone dal quale attingere notizie e dati per una classificazione e individuazione sempre più profonda e invasiva, per rintracciarci e venderci la merce giusta al momento giusto.
Facendo una rapida digressione sui “big data”, per esempio, lo sapevate che esistono software in grado di trarre informazioni dalle transazioni effettuate con le carte di credito e con le fidelity card e di rielaborarle fornendo dati sulle cifre spese in una determinata via o corso cittadino? Lo sapevate che questi software sono in grado di dirvi in che ora e in che giorno della settimana avviene il picco più alto di acquisti e di segmentarlo anche precisando se avviene sul lato destro oppure su quello sinistro della via? Impressionante, vero? Ma torniamo ai nostri cuori solitari su Facebook.
Devo ammettere di non essere molto selettiva, solitamente quando ricevo una richiesta di amicizia mi faccio un “giro” sul profilo di chi me l’ha inviata e, se quello che vedo rientra nei miei parametri di normalità, insomma se mi garba, accolgo la richiesta. Dopo qualche minuto alcuni di questi signori mi contattano attraverso la chat apparentemente per ringraziare e, se non ricevono risposta, insistono pure. Ultimamente sono diventata abbastanza intransigente: se l’insistenza supera i due messaggi in chat – che regolarmente non ricevono alcuna risposta da me – blocco l’amico e disattivo la chat. Insomma, se non riesce a capire che se non rispondo significa che non voglio essere seccata… glielo faccio capire in modo inequivocabile, togliendolo dall’elenco degli amici.
Le signorine che invece usano la chat per inviare link strani o foto discinte vengono da me segnalate immediatamente. Anche se, devo ammettere, non so a quanto serva; in un’occasione segnalai un profilo che pubblicava tranquillamente video pornografici che a Rocco Siffredi avrebbero fatto un baffo, anzi due. L’assistenza di Facebook mi rispose così: «Abbiamo controllato il post, segnalato perché contiene immagini di nudo, e abbiamo riscontrato che rispetta i nostri standard della comunità». Evidentemente, lo sfortunato profilo doveva essere stato hackerato ma non mi spiego come mai i sofisticati software della piattaforma non siano riusciti a intercettare il problema.
Visto l’intensificarsi di questi tentativi di abbordaggio, comincio a credere che Facebook qualche chance la offra e che magari valga la pena di approfondire ulteriormente i vantaggi che lo rendono uno strumento ancora migliore dei tanti siti di incontri per cuori solitari.
Riassumendo, quindi, questo social network è gratuito, le foto e le informazioni sono generalmente veritiere salvo che per qualche profilo fake facilmente individuabile. Fino a qui ci siamo ma, altro vantaggio indiscutibile, su Facebook attraverso la chat è possibile contattare subito la persona di nostro interesse mentre sui siti di incontri per cuori solitari, almeno fino a qualche tempo fa, tutte queste opzioni erano a pagamento e certamente attraverso la chat non c’era la possibilità di sapere esattamente con chi si stava parlando, visto che sui siti di incontri la stragrande maggioranza degli iscritti usa pseudonimi, foto molto sfuocate e riprese da lontano o addirittura utilizza degli “avatar” cioè delle immagini standard come per esempio il profilo in bianco e nero di una sagoma di donna o di un uomo.
Del resto, anche gli amministratori della piattaforma sono consapevoli delle sue potenzialità in fatto di incontri tanto da aver creato Facebook Dating, già inserita nel social network e che è lo stesso utente a decidere se attivare sul suo profilo.
Come faccio a sapere tutto questo? Diversi anni fa, insieme ad un’amica, avevamo cullato il sogno di scrivere un libro sul fenomeno dei siti di incontri e, pertanto, ci eravamo ben documentate sull’argomento iscrivendoci, naturalmente sotto falsa identità, e facendo un po’ di esperienza sulle dinamiche di queste piattaforme per cuori solitari.
Ciò che ci fece molto riflettere allora, e che deve far riflettere ancora oggi chi utilizza i social network, è proprio il fatto che queste modalità di fare amicizia in modo virtuale nascondono grandi insidie proprio perché chiunque può camuffarsi dietro un’identità costruita ad hoc… una befana potrebbe dire di sé che è bellissima e, dall’altra parte, un racchio mascalzone descriversi come un novello Adone.
Diffidare, quindi, dei contatti virtuali è la prima e unica regola fondamentale da seguire.
Tutto il resto è buon senso, piedi per terra e… occhi aperti.
* Giornalista – Formatrice social media e comunicazione digitale
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