Anche il presidente della Repubblica si è rotto della Sinistra?
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Siccome il troppo è troppo, l’altrieri è uscita una piccata nota con la quale il Quirinale, che non ci sta a passare per la succursale dell’opposizione, ha smentito le fantasie dei soliti noti dell’informazione schierata e l’ha fatto con uno stile piuttosto insolito vista, la sobrietà del suo inquilino, uno stile che sta a metà strada tra l’incazzatura e la presa in giro
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La Sinistra italiana è diventata ormai una barzelletta peraltro raccontata male dai suoi supporter nei media i quali, con l’intento neppure tanto velato di fiancheggiarla logisticamente, finiscono puntualmente per danneggiarla. E, se non si hanno le fette di prosciutto ideologico sugli occhi, lo si nota subito. C’è forse qualche giornale dell’area di sinistra che invochi dai propri beniamini un programma per governare l’Italia alternativo a quella del Centrodestra?
Macché, i media nostrani (capifila La Stampa, la Repubblica e il Corriere della Sera) un giorno tengono bordone a Carlo De Benedetti, che ingiuria il capo del governo in carica, un giorno attaccano il governo sull’immigrazione, un giorno sui naufragi dei migranti in mare, un giorno sull’utero in affitto e in queste ore sul Pnrr che, per cause oggettive come la nota farraginosità della pubblica amministrazione, è stato realizzato soltanto in minima parte e, d’altronde, che cosa poteva fare il governo in soli 150 giorni se non chiedere una dilazione dei termini a suo tempo concordati con l’Ue? Esigenza questa che, al contrario dei media nostrani, l’Unione ha capito è si è dimostrata disponibile a concordare un nuovo piano di spesa dei fondi messi a disposizione dell’Italia.
Per carità, nessuno di noi che si muove nel mondo dell’informazione può dirsi assolutamente imparziale, però intellettualmente onesti dovremmo esserlo tutti perché, come riteneva Gaetano Salvemini, «L’imparzialità è un sogno, la probità un dovere». D’altronde, se chi scrive non si lascia ispirare da questo assunto, si comporta come un picchiatore fascista, solo che invece del manganello utilizza la tastiera del computer.
Peraltro, questi giornalisti – attivisti della Sinistra, oltre a essere bugiardi sono anche in cattiva fede perché, consci delle loro loffie tesi e cause perse, sono alla ricerco dello scontro quotidiano e cercano, disperatamente, una sponda al Quirinale attribuendo al presidente Mattarella azioni e pensieri che sono soltanto nella loro testa. Nei giorni scorsi, a proposito del ritardo del Pnrr, si sono inventati di tutto: Mattarella ha convocato Mario Draghi al Quirinale per “salvare” un’altra volta il Paese; Mattarella ha commissariato il governo; Mattarella ha cazziato la Meloni; Mattarella ha convocato pure il Commissario Europeo agli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni… dall’elenco mancava soltanto il Capo di Stato Maggiore della Difesa.
Siccome il troppo è troppo, l’altrieri è uscita una nota con la quale il Quirinale, che evidentemente non ci sta a passare per la succursale dell’opposizione, ha smentito le fantasie dei soliti noti e – fatto nuovo! – ha utilizzato uno stile piuttosto insolito, vista la sobrietà del suo inquilino, uno stile che sta a metà strada tra l’incazzatura e la presa per il culo: «Al Quirinale si registra un divertito stupore per una ricostruzione decisamente fantasiosa fatta da vari quotidiani sugli incontri del presidente della Repubblica Mattarella. Non è vero che il presidente abbia parlato con Mario Draghi di Pnrr, né che lo abbia incontrato prima della colazione con il premier, né che abbia visto il Commissario Gentiloni».
Dopo un comunicato del genere, i direttori di quei quotidiani, che avevano attribuito alla massima carica dello Stato un progetto che a ben vedere sarebbe stato eversivo, dovrebbero avere la decenza di chiedere scusa ai loro lettori e dimettersi.
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