“Il Song Moo Kwan è una delle scuole che hanno dato origine al Taekwondo moderno che altro non è che la versione sportiva di arti marziali più che millenarie”. Così il neo eletto vice presidente europeo, Vito Monti, descrive una passione diventata filosofia di vita
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A rendere popolari le arti marziali e affascinare un vasto pubblico di adolescenti e non, contribuirono numerose pellicole sulla scia di un filone fortunato che si affermò negli anni ’70: chi non ha ancora negli occhi le immagini di Karate Kid e del mitico maestro Miyagi che, per addestrare l’allievo, lo costringe a lavare un parco macchine infinito mettendo e togliendo la cera? La saggezza e la calma interiore che queste immagini evocano hanno permeato l’immaginario di generazioni di ragazzi che ancora oggi frequentano numerosi le palestre, immergendosi totalmente nel mondo delle arti marziali.
Nonostante il grande successo di queste discipline, forse non tutti conoscono i motivi che ne furono all’origine: parliamo di più di 2000 anni fa, quando vi era la necessità di difendersi dalle fiere e dai briganti. Apprendere queste “arti della guerra” fu la salvezza per molti dei popoli conquistati dai guerrieri dell’impero del Sol Levante. I Samurai erano infatti gli unici ai quali fosse permesso possedere armi, e le arti marziali consentirono di ovviare a questo divieto utilizzando le mani o semplici bastoni.
Per addentrarci ulteriormente in questo mondo e comprenderne meglio lo spirito che lo anima ed i valori che ne sono alla base, abbiamo incontrato il neo eletto vice presidente europeo della Song Moo Kwan Association, Vito Monti, nel suo ufficio presso il Comune di Samarate, dove riveste il ruolo di assessore all’Educazione, Istruzione e Polizia Locale.
Lei è da sempre impegnato nel mondo dello sport, sia come atleta, sia come tecnico e dirigente. Quando è avvenuta la prestigiosa nomina ai vertici associazionistici?
La mia nomina è arrivata mentre ero in Irlanda, ospite del IV congresso europeo della Song Moo Kwan Associaton, scuola di arti marziali nata nel 1943 il cui marchio è registrato in tutto il mondo. E’ una delle scuole – Kwan infatti significa “scuola” – che ha contribuito alla nascita del Taekwondo moderno, quello che vediamo alle Olimpiadi per intenderci, che altro non è se non la versione sportiva di quest’arte marziale. Presente in America in modo capillare, questa scuola in Europa si sta riorganizzando per promuovere e diffonderne la versione “originale” ma soprattutto lo spirito che la anima. Attualmente infatti è in atto una sorta di polemica tra chi sostiene la versione “vecchia” o, per meglio dire, quella delle origini e chi, invece, preferisce la nuova e più moderna evoluzione, che ne ha ripreso lo stile ma tende a lasciare in secondo piano i valori originari.
Si potrebbe quindi dire che si guarda al futuro ritornando al passato?
In effetti lo spirito che ha ispirato la nascita delle arti marziali è oggi in parte messo in secondo piano. Originariamente queste avevano lo scopo di proteggere l’incolumità di chi le praticava e dei famigliari, oggi invece l’attenzione è tutta concentrata sull’agonismo, sulla vittoria esasperata dall’aspetto tecnologico: prova ne sono tutti i sensori che sono oggi apposti sui corpetti ed i calzari degli atleti per registrare anche il minimo punto di contatto. Non si valutano più lo stile, la capacità atletica, la tecnica e l’effettiva efficacia del colpo ma ci si lascia guidare da un congegno elettronico per un mero calcolo dei punti. La differenza tra allenatore e maestro risiede proprio in questo, il maestro non si concentra soltanto sul fare punto durante la gara ma si focalizza sull’esperienza di vita, cercando di trasmettere all’atleta valori che vanno oltre il fatto di vincere o perdere un incontro.
La Song Moo Kwan Association quindi punta ad una rivalutazione dei valori originari…
Sì, è su questi valori che stiamo rifondando la scuola ed i risultati sono incoraggianti: oggi siamo presenti in nove Paesi e più precisamente in Svezia, Inghilterra, Irlanda, Scozia, Francia, Germania, Spagna, Italia e Marocco. In quattro anni siamo passati da 427 a oltre 7.200 attuali, tra maestri e cinture nere. E ci autofinanziamo, non riceviamo contributi statali o sostegni di altro genere. Siamo orgogliosi di questi risultati e del fatto che ci stiamo riappropriando di valori quali il rispetto, la lealtà, l’importanza di attenersi ad un codice etico e morale. Questi furono i principi ispiratori e noi desideriamo che tornino ad essere alla base della formazione di tutti gli allievi.
Lei è anche presidente Unitam (Unione Taekwondo e arti marziali). Quali sono le ricadute sul territorio legate alla presenza di un esponente come lei, ai massimi livelli della categoria?
Il 3 ed il 4 febbraio scorso abbiamo organizzato il primo campionato europeo di Taekwondo-Song Moo Kwan a Busto Arsizio, ed è stato un bel banco di prova che ha messo in evidenza le nostre capacità organizzative. Abbiamo ospitato 320 atleti da tutta europa che, facendosi carico delle spese di viaggio e di alloggio, hanno voluto partecipare a questa competizione. E’ stato un investimento importante che ci ha dato grande ritorno di immagine.
Quali i prossimi appuntamenti?
Sempre a Busto Arsizio il 6 ed il 7 ottobre si svolgerà il trofeo internazionale Acsi-Song Moo Kwan. Inoltre, stiamo programmando uno stage internazionale per un corso di aggiornamento tecnico per maestri e cinture nere che si svolgerà probabilmente a gennaio o febbraio 2019. Abbiamo anche una serie di appuntamenti internazionali: a fine ottobre in Portogallo, a novembre in Inghilterra, a marzo 2019 in Spagna ed a maggio in Irlanda. Si tratterà di competizioni ma anche di corsi di aggiornamento, con particolare attenzione rivolta alla formazione dei tecnici e degli arbitri.
Un’ultima battuta da rivolgere ad un giovane che desidera iscriversi alla vostra scuola…
Qui non si impara solo a combattere, ma si forma il carattere, la personalità, si acquisiscono valori importanti nel quotidiano e si impara una filosofia di vita. Da noi i giovani trovano un maestro per sempre, non soltanto in caso di vittoria… Questa arte marziale aiuta ad avere fermezza nelle proprie idee e nei valori, aiuta a forgiare il carattere e ad andare avanti anche nelle avversità.
E Dio sa quanto ce ne sia bisogno al giorno d’oggi…