Dai dati elaborati in due ricerche distinte, emergono due profili socioeconomici esattamente agli antipodi: gli affamati ed i vacanzieri. Un’ulteriore conferma, se mai servisse, che buona parte della ricchezza è andata dove già ce n’era. Piove sempre sul bagnato, dicevano i nostri vecchi…
– Rosa D’Amico –
Nel giro di un paio di giorni sono state pubblicate due ricerche che fotografano il nostro Paese da due angolature profondamente diverse. Stiamo parlando del rapporto Istat sulla povertà in Italia e l’analisi di Coldiretti/Ixè “Italiani in vacanza”.
Da una parte, abbiamo 2,7 milioni di persone che nel 2017 sono state addirittura costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, oltre la metà dei 5 milioni che si trovano in povertà assoluta. Sul versante opposto, 38,5 milioni di italiani hanno deciso di andare in vacanza nell’estate 2018 con un leggero aumento dell’1% rispetto allo scorso anno e un trend positivo che è in atto dal 2015.
Apprendiamo, sempre grazie all’analisi Coldiretti/Ixè, che a guidare la scelta della vacanza per la metà degli italiani (50%) quest’anno è la voglia di relax e benessere, seguita dagli interessi naturalistici e da quelli culturali.
A fare da contraltare a questo panorama vacanziero, l’approfondimento del dato sui poveri in italia: si tratta di persone che hanno beneficiato degli aiuti alimentari attraverso l’accesso alle mense dei poveri o molto più frequentemente con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli.
Oltre 1/3 (35%) del budget della vacanza è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. Un valore che – precisa la Coldiretti – supera abbondantemente quello per l’alloggio con il cibo che – rileva la Coldiretti – è insieme alla cultura il vero valore aggiunto della vacanza Made in Italy.
Forse si potrà pensare che, in fondo, 2,7 milioni di persone costituiscono soltanto il 4,5% circa del totale della popolazione italiana, ma stride davvero il contrasto tra queste due Italie, dove per qualcuno il cibo è cultura, mentre per altri è pura sopravvivenza. Ed è ancor più stridente il dettaglio che conta, tra queste fasce di nuovi poveri, 455mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 200mila anziani sopra i 65 anni e circa 100mila senza fissa dimora.
Sembrerò semplicistica, ma a me viene da pensare che questi nuovi poveri siano il risultato di anni di politiche sbagliate, a partire dall’introduzione dell’euro (uno stipendio medio di 1.200.000 Lire si trasformò ipso facto in 619,75 Euri e sfido chiunque a vivere con seicento euro al mese) e, a seguire, con i tagli al sociale, i tagli ai trasferimenti ai Comuni e tutta una serie di condizioni e restrizioni che si sono abbattute sulle classi meno abbienti. Non da ultimo, la chiusura di tante attività industriali e la perdita, o forse è più corretto dire, l’emorragia di posti di lavoro. E il lavoro interinale e le mille altre diavolerie propinate con lo scopo, apparente, di creare posti di lavoro ma che di fatto hanno indebolito ulteriormente il potere contrattuale del lavoratore. Resistette e si barcamenò alla grande chi poteva intervenire sulle proprie entrate, aumentando tariffe, compensi, prezzi… e per terminare in bellezza questa corsa a rotta di collo verso la miseria, la ricchezza si è spostata ulteriormente per andare là dove già ce n’era. Piove sempre sul bagnato, dicevano i nostri vecchi.
Auspico che questo nuovo governo di cambiamento riesca laddove decenni di politica di facciata hanno prodotto questi risultati. Del resto, credo, non dovrebbe essere neanche troppo difficile riuscire ad invertire la rotta, basterebbe fare l’esatto contrario di quello che ha fatto chi ci ha governato fino ad oggi. Insomma, ci salvi Salvini!