Ieri non è stato dato grande rilievo al fatto che, alla kermesse napoletana dei Cinque Stelle per il loro decennale, vi sia stato un tentativo di linciaggio del giornalista de Le Iene, Filippo Roma, da parte dei militanti grillini. Eppure per le contestazioni verbali a Gad Lerner da parte di alcuni facinorosi al raduno della Lega a Pontida ci scapparono titoloni, tante interviste all’interessato e un sacco di talk show
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Sorvoliamo in questa sede sugli account di formazioni politiche, di politici e di uomini di pensiero unilateralmente chiusi e con motivazioni vaghe da parte di alcuni social, per soffermarci su di un altro tipo di censura, la più subdola, la più pericolosa, ma anche la più stupida e castrante: l’autocensura.
Come siamo soliti fare ogni mattina appena ci svegliamo, anche oggi siamo andati a controllare i lanci delle diverse agenzie di stampa, cogliendo alcune sfumature che magari al lettore frettoloso sono sfuggite. La prima notizia che subito ci è saltata agli occhi, poiché è stata proposta con un certo rilievo nel punto centrale della pagina dei comunicati, è stata quella secondo la quale, alle elezioni parziali amministrative d’Ungheria, il partito del leader sovranista Orban ha perso la capitale Budapest e qualche altra città. La seconda relativa alla schiacciante vittoria alle politiche di Polonia dell’altro premier sovranista Kaczynski è stata, invece, collocata con titoli piccoli in una posizione laterale, defilata.
Ma non è stato dato grande rilievo neppure al fatto che ieri, alla kermesse napoletana dei Cinque Stelle per il loro decennale, vi sia stato un tentativo di linciaggio del giornalista de Le Iene, Filippo Roma, da parte dei militanti grillini. Ricordate? Per le contestazioni verbali a Gad Lerner da parte di alcuni facinorosi al raduno della Lega a Pontida ci scapparono titoli a tutta pagina e un sacco di talk show.
Adesso che, però, i Cinque Stelle sono al governo col PD (il partito che è ormai diventato il problema della democrazia italiana), pochi giornalisti vogliono porre in rilievo un fatto a dir poco violento, come nessuno vuole domandarsi/domandare che fine abbia fatto l’accusa di stupro che pende sul capo del figlio di Grillo, il padre putativo dell’attuale governo.
Andando di questo passo la censura e l’autocensura diverranno la norma e coloro che, come noi, in nome della democrazia e della libertà di pensiero non ci staranno a fare da acritica cassa di risonanza del politically correct, diverranno gente da tenere sotto osservazione come si fa con i sospetti terroristi.
Vuol dire che, prima o poi, ci intrupperemo con i Testimoni di Geova – gente per la quale nutriamo rispetto come lo nutriamo per tutte le religioni pacifiche – allo scopo di iniziare ad allenarci ad andare casa per casa. Ciò perché, vista la propensione alla censura dei social proni al potere e dell’autocensura di media non meno proni, temiamo che nel prossimo futuro l’unica possibilità che (forse) avremo per propagandare le nostre idee sarà quella di acquistare una buona fotocopiatrice e/o riesumare il vecchio ciclostile, dopo di che battere il Paese casa per casa, per depositarvi i volantini riportanti le nostre idee nelle buche delle lettere. Sempreché la dittatura del sistema non s’inventi un nuovo tipo di reato: «Si ostinava a voler propagandare le proprio idee adducendo a pretesto che questo è un suo diritto naturale previsto, secondo il reo, anche da una non meglio identificata Costituzione».
Consigliamo a chi ci legge di non prendere quest’ultima nostra come una boutade, perché fino a qualche anno fa nessuno in questo Paese avrebbe preso sul serio l’ipotesi che la Chiesa – dopo aver tollerato per settant’anni che la croce fosse utilizzata come simbolo di partito dalla Democrazia Cristina – avrebbe poi bollato come molto disdicevoli l’esibizione di simboli religiosi e la pubblica attestazione di fede cristiana. Come nessuno avrebbe preso sul serio l’idea che la sola affermazione di preferire sessualmente le donne e non gli uomini perché un tale rapporto sarebbero contro natura, potesse, in alcuni casi, configurare addirittura un reato penale.
Perciò invitiamo i non intruppati nel pensiero unico a stare molto in allerta: la dittatura del sistema è dietro l’angolo!